Stabilizzazioni in sanità: le ASL pugliesi seguano una via comune

Stabilizzazioni in sanità: le ASL pugliesi seguano una via comune


di Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
 
La vicenda stabilizzazioni in sanità nella Regione Puglia sta creando differenze sostanziali tra le professionalità a seconda della ASL di appartenenza. Questo già di per se è un errore. Non è giusto che medici specializzati con medesimi requisiti e medesime competenze, vengano trattati differentemente a seconda della Asl in cui operano.
La sanità regionale deve offrire le stesse opportunità a cittadini ed operatori, a Bari come a Lecce, a Foggia come a Taranto e nella BAT.
Purtroppo in merito alla vicenda ‘stabilizzazioni’, i Direttori Generali delle ASL non stanno perseguendo una via comune.
Come ho più volte evidenziato, questo atteggiamento penalizza non solo gli operatori sanitari, ma anche i cittadini, che rappresentano l’anello più debole della catena, quello più bisognoso di aiuto. Andiamo per gradi e cerchiamo di comprendere cosa sta accadendo…
 


di Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati

La vicenda stabilizzazioni in sanità nella Regione Puglia sta creando differenze sostanziali tra le professionalità a seconda della ASL di appartenenza. Questo già di per se è un errore. Non è giusto che medici specializzati con medesimi requisiti e medesime competenze, vengano trattati differentemente a seconda della Asl in cui operano. 
La sanità regionale deve offrire le stesse opportunità a cittadini ed operatori, a Bari come a Lecce, a Foggia come a Taranto e nella BAT.
Purtroppo in merito alla vicenda ‘stabilizzazioni’, i Direttori Generali delle ASL non stanno perseguendo una via comune.
Come ho più volte evidenziato, questo atteggiamento penalizza non solo gli operatori sanitari, ma anche i cittadini, che rappresentano l’anello più debole della catena, quello più bisognoso di aiuto. 
Andiamo per gradi e cerchiamo di comprendere cosa sta accadendo.
Il Direttore Generale della ASL BAT in merito alle ‘stabilizzazioni’ opta per la risoluzione possibile, piuttosto che per l’immobilismo. Persegue la via delle conciliazioni, completate dinanzi alla Direzione Provinciale del lavoro, in data 12 marzo 2012. La ASL LECCE è sulla stessa strada e dovrebbe conciliare il 21 marzo 2012. Il Policlinico percorre questa strada il 15 marzo 2012.
La ASL Bari, la terza più grande d’Italia, cui fa riferimento un larghissimo numero di cittadini, sembra essere su un’altra lunghezza d’onda.
530 dirigenti sanitari destabilizzati, dei quali 370 hanno sostenuto un regolare concorso alla luce della LR 40/07 e firmato un contratto a tempo indeterminato nel 2009. 
In data primo agosto 2011 sono licenziati e poi riassunti con contratti prorogati in scadenza tra il 31 marzo 2012 ed il 30 giugno 2012.
I restanti lavorano con proroghe di contratto a tempo determinato. Hanno in media dai 6 ai 7 anni di attività dirigenziale in ASL senza discontinuità.
Cosa significa questo? Anzitutto, lo sottolineo con dispiacere, manca un’idea di sanità regionale e forse una guida che se ne assumi totalmente la responsabilità.
Stiamo parlando di uomini e donne preparati, che hanno sostenuto un regolare concorso nel 2009 e lo hanno vinto per competenza e professionalità. Stiamo parlando di medici che da anni sono integrati nel Sistema Sanitario Nazionale operante nel territorio barese, fornendo servizi a un largo numero di cittadini. Stiamo parlando di medici che pur lavorando con contratti a tempo determinano, da 7 anni lavorano con mansioni dirigenziali e garantiscono funzionalità ed efficienza alle Unità Operative dei nostri ospedali e ai nostri ambulatori.
Non perseguire la via della conciliazione nella ASL BA porterà inevitabilmente all’insorgere di ricorsi legali da parte dei medici. 
Nella ASL BA i ricorsi ordinari, fino ad oggi 5, sono andati a buon fine con sentenza in positivo per i Dirigenti. La ASL BA è stata condannata a reintegrare con decorso immediato i Dirigenti e a risarcirli di un valore pari a 6 mensilità. 
Ridare certezza lavorativa ai medici significa ridare certezza di cura ai cittadini. Le politiche della salute non possono essere barattate con politiche economiche di indirizzo generale. 
La via delle ‘conciliazioni’ è condivisibile nella misura in cui viene adottata per tutte le ASL pugliesi. La ASL Bari non può incrociare le braccia e chiudersi nel suo ‘silenzio assordante’, mentre migliaia di cittadini perdono i medici di riferimento. 
Il medico che da anni segue un paziente, conosce la sua storia clinica, le sue fragilità ed i suoi punti forza. Azzerare tutto per ripartire; significa fare un danno enorme non solo a professionisti che hanno una carriera avviata, bloccata improvvisamente. Significa chiedere a migliaia di cittadini di perdere i propri punti di riferimento in sanità. 
Un cittadino affetto da una patologia importante, costretto ad affidarsi alle cure di un nuovo medico, deve superare la difficoltà di riallacciare un rapporto di fiducia. Deve, a danno del Sistema Sanitario Nazionale, rifare tutte le analisi e le indagini diagnostiche.
E’ bene riflettere su questo. 
Rifare i concorsi nella ASL Bari da un lato penalizza tutti quei medici che nel 2009 il concorso lo hanno vinto, dall’altro penalizza i cittadini che subiscono passivamente decisioni da cui dipende la propria salute.