Sanità Puglia: i sacrifici sono necessari, ma devono servire a costruire qualcosa di buono

Sanità Puglia: i sacrifici sono necessari, ma devono servire a costruire qualcosa di buono

Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati.
 
 
La segreteria provinciale dello Spi–Cgil di Brindisi ha sollevato una questione importantissima che riguarda l’intera regione.
Alla chiusura di 18 ospedali in Puglia e ai tagli della spesa sanitaria, deve seguire, necessariamente, un potenziamento della medicina territoriale, con la nascita di ‘case della salute’. Differentemente avremo soltanto privato i cittadini di diritti acquisiti nel tempo.
In sanità esistono forti squilibri fra Nord e Sud. Le disomogeneità e le disarmonie esistenti in una stessa area geografica, sono sotto gli occhi di tutti, ma non possono essere i cittadini bisognosi di cure a farne le spese…..

Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati.
 
 
La segreteria provinciale dello Spi–Cgil di Brindisi ha sollevato una questione importantissima che riguarda l’intera regione.
Alla chiusura di 18 ospedali in Puglia e ai tagli della spesa sanitaria, deve seguire, necessariamente, un potenziamento della medicina territoriale, con la nascita di ‘case della salute’. Differentemente avremo soltanto privato i cittadini di diritti acquisiti nel tempo.
In sanità esistono forti squilibri fra Nord e Sud. Le disomogeneità e le disarmonie esistenti in una stessa area geografica, sono sotto gli occhi di tutti, ma non possono essere i cittadini bisognosi di cure a farne le spese.
La Regione Puglia a causa di uno squilibrio finanziario, che viene da lontano e non imputabile solo alla gestione degli ultimi anni, ha dovuto adottare provvedimenti pesantissimi: 2200 posti letto tagliati in tre anni, chiusura per 18 ospedali, introduzione del ticket di 1 euro su tutti i medicinali, blocco completo delle assunzioni e del turn-over a partire da gennaio 2011, compreso quello dei 3000 precari in attesa di stabilizzazione.
Nella vita i sacrifici sono necessari, ma devono servire a costruire qualcosa di buono.
L’impossibilità di sostituire il personale che va in pensione, insieme a tutto il resto, ha inferto un duro colpo alla sanità pugliese, chiamata a garantire gli stessi servizi che offriva in passato. Chiamata a rispondere alla domanda di salute dello stesso numero di cittadini. Se non ci si organizza al più presto, a farne le spese, in maniera pesante, saranno proprio le persone più deboli, in quanto bisognose di cure.
Al momento esistono già le prime difficoltà, a cui porre rimedio. Alcuni cittadini che avevano prenotato visite specialistiche presso le strutture che sono state chiuse, devono capire come e dove rivolgersi, per non finire in coda ad una lista di attesa congestionata.
E’ necessario attivare quanto prima un piano di riconversione degli ospedali dismessi,  attivando servizi alternativi sul territorio e potenziando politiche socio-sanitarie integrate.
La sanità in Puglia ha bisogno di ricostruire una nuova identità. E’ necessario raggruppare tutti i servizi sparsi sul territorio, in luoghi che sappiano rispondere alla domanda di salute dei cittadini, sotto la guida del medico di famiglia. A tale scopo le strutture degli ospedali dismessi, possono rivelarsi utilissime.
La politica in materia di sanità non può attardarsi, né perdersi in lungaggini burocratiche.
A volte bastano pochi minuti o pochi chilometri a salvare una vita umana.