Sanità Puglia: dopo la chiusura degli ospedali serve una sanità che funzioni….

Sanità Puglia: dopo la chiusura degli ospedali serve una sanità che funzioni….

Sanità Puglia: dopo la chiusura degli ospedali serve una sanità che funzioni e non faccia ricordare con nostalgia, quel che è perso

 
Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali camera dei Deputati
 
 Mentre si celebrano i 150 dell’Unità d’Italia, in Puglia si effettua l’annunciato piano di rientro sanitario con la chiusura di 18 ospedali. 
Destinati a restare solo un ricordo quelli di: Ruvo di Puglia, Bitonto e Santeramo nel barese, Minervino Murge e Spinazzola nella sesta provincia, Cisternino e Ceglie nel brindisino, Monte Sant’Angelo, Torremaggiore e San Marco in Lamis nel foggiano, Gagliano del Capo, Maglie, Poggiardo nel leccese, Massafra e Mottola nel tarantino…..

Sanità Puglia: dopo la chiusura degli ospedali serve una sanità che funzioni e non faccia ricordare con nostalgia, quel che è perso

 
Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali camera dei Deputati
 
 
Mentre si celebrano i 150 dell’Unità d’Italia, in Puglia si effettua l’annunciato piano di rientro sanitario con la chiusura di 18 ospedali. 
Destinati a restare solo un ricordo quelli di: Ruvo di Puglia, Bitonto e Santeramo nel barese, Minervino Murge e Spinazzola nella sesta provincia, Cisternino e Ceglie nel brindisino, Monte Sant’Angelo, Torremaggiore e San Marco in Lamis nel foggiano, Gagliano del Capo, Maglie, Poggiardo nel leccese, Massafra e Mottola nel tarantino. A Noci e Rutigliano le strutture ospedaliere dovrebbero diventare centri di riabilitazione, mentre la Asl di Bari fa sapere che il destino è segnato anche per Grumo Appula e Gioia del Colle. Anche il rinomato “Policlinico” di Bari subisce tagli, 16 tra reparti ospedalieri e cliniche universitarie.
Sapevamo che sarebbe successo, forse il tempo per adeguarci ad una riduzione così profonda non è stato sufficiente, ma la spada di Damocle pendeva dall’alto.
Non possiamo lasciare che il tempo guarisca questa ferita così profonda, soprattutto per i territori che l’hanno subita sul campo. Dobbiamo ricucire al più presto una situazione sanitaria, che dia ai cittadini serenità e sicurezza. Dobbiamo fare in modo che la medicina territoriale ed una rete di poliambulatori accompagnino i cittadini in questa metamorfosi che spaventa e disorienta.
I grandi ospedali di riferimento, come ad esempio il San Paolo, sono già in tilt. Le liste di attesa si allungano ed i cittadini non sanno a chi rivolgersi per la loro domanda di salute.
Al’indomani della chiusura il disorientamento è fisiologico, ma i termini per la ripresa devono essere rapidi o si andrà incontro ad un collasso del sistema sanitario che può generare casi di malasanità.
Occorre una nuova visione della salute, occorre maggiore investimento nella prevenzione, occorre anche maggiore informazione e soprattutto accompagnare i cittadini verso una sanità nuova, meno ospedaliera ma eccellente.
La discussione sui numeri di posti letto e sugli ospedali da chiudere è un processo esaurito, adesso serve impostare una nuova idea di sanità pugliese, che funzioni e accompagni i cittadini verso un futuro, che non gli faccia ricordare con nostalgia, quel che è perso.