Riflessioni sulla riforma sanitaria americana

Riflessioni sulla riforma sanitaria americana

 
 
di Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali della Camera
 
 “Io ho un sogno. Un giorno questa Nazione si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso del suo credo: riteniamo queste verità di per se stesse evidenti, che tutti gli uomini sono creati uguali…”
Così diceva Martin Luther Kingil 28 agosto 1963 al Lincon Memorial, Washington
Il sogno di Martin Luter King è una realtà. L’America ha intrapreso un percorso che conferisce a tutti gli uomini uguale dignità e ne vuole tutelare la salute attraverso una riforma sanitaria storica nei contenuti e soprattutto nella sua applicazione.
Il via libera ottenuto dalla Camera dei Rappresentanti Usa, per l’ambiziosa riforma che vuole in America la sanità pubblica, ponendo al centro dell’attenzione cittadini e malati e non istituti bancari e assicurativi, rende onore al Presidente Obama, che ha avuto grande capacità di mediazione affinchè il suo sogno non si infrangesse su ostacoli rappresentati da posizioni politiche pur vicine ma differenti.

 
di Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali della Camera
 
 
“Io ho un sogno. Un giorno questa Nazione si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso del suo credo: riteniamo queste verità di per se stesse evidenti, che tutti gli uomini sono creati uguali…”
Così diceva Martin Luther Kingil 28 agosto 1963 al Lincon Memorial, Washington
Il sogno di Martin Luter King è una realtà. L’America ha intrapreso un percorso che conferisce a tutti gli uomini uguale dignità e ne vuole tutelare la salute attraverso una riforma sanitaria storica nei contenuti e soprattutto nella sua applicazione.
Il via libera ottenuto dalla Camera dei Rappresentanti Usa, per l’ambiziosa riforma che vuole in America la sanità pubblica, ponendo al centro dell’attenzione cittadini e malati e non istituti bancari e assicurativi, rende onore al Presidente Obama, che ha avuto grande capacità di mediazione affinchè il suo sogno non si infrangesse su ostacoli rappresentati da posizioni politiche pur vicine ma differenti.
Anche lui è partito con un grande sogno e sta dimostrando che con la forza delle idee è possibile la realizzazione di progetti, per decenni ritenuti fuori da ogni logica.
La riforma sanitaria americana che è ora allo studio del Senato, è passata alla Camera grazie all’inserimento di un emendamento appoggiato dai cattolici pro-life. L’emendamento si riferisce all’aborto terapeutico, che non verrà coperto dalle assicurazioni, se finanziate con i fondi pubblici, fatta eccezione per lo stupro, l’incesto ed il pericolo di vita per la madre. Con l’approvazione di questo emendamento la riforma sanitaria ha ottenuto l’appoggio pieno della Chiesa Cattolica.
L’Italia dovrebbe riflettere sulla grande capacità di mediazione dimostrata dai Democratici americani. Il confronto democratico è la via giusta per attuare le riforme. L’opinione e le istanze dei gruppi minoritari devono confluire nella discussione politica globale, perché sono un arricchimento e intercettano richieste di cittadini che non possono essere ignorate.
La riforma sanitaria americana sollecita alcune riflessioni.
Il clamore del voto positivo ottenuto dalla Camera Usa, ci fa comprendere quanto importante sia per uno Stato il raggiungimento della sanità pubblica. In Italia c’è chi auspica un sistema sanitario che dia sempre più spazio alle privatizzazioni. Per la crisi in atto è comprensibile che non ci siano le condizioni per fare passi in avanti, ma non è certo ammissibile fare passi indietro. Abbiamo la fortuna di avere una sanità pubblica eccellente, che funziona, fatta eccezione di situazioni specifiche che devono fungere da stimolo per migliorare il sistema sanitario nazionale, non certo per demolirlo.
Altra riflessione certamente merita la capacità dei Democratici americani di coinvolgimento della Chiesa Cattolica.
L’Italia deve essere fiera della sua tradizione cattolico-cristiana ed invece sempre più spesso accade che si bisbigli sotto voce di condividere le posizioni della Chiesa, perché si rischia di risultare impopolari. E’ opportuno che i cattolici difendano la loro identità non abbandonando i percorsi faticosi e difficili del confronto democratico, ma rivendicando con autorevolezza l’inserimento dei temi a loro cari nel dibattito politico globale.
I cattolici che hanno scelto di costruire in Italia il Partito Democratico, non devono arrendersi di fronte alle prime difficoltà e prendendo spunto dall’esempio americano, devono partecipare alla discussione politica per rappresentare i propri valori e rivendicare decisioni che siano inclusive per loro.