Polignano: in politica come nella vita ‘sono le azioni che contano’

Polignano: in politica come nella vita ‘sono le azioni che contano’

 
 di Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
 
‘Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo’. 
Mahatma Gandhi con queste parole, ma soprattutto con le sue azioni, ha ispirato molti movimenti di difesa dei diritti civili, ha esortato a vivere in pace e a lavorare per lo sviluppo intellettuale ed economico del suo Paese.
L’associazione Il Domani d’Italia nella consapevolezza che bisogna dare l’esempio con le azioni e non solo con le parole, ha organizzato a Polignano a Mare un convegno aperto a Parlamentari ed amministratori di differenti aree politiche…. 
 

 
 di Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
 
‘Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo’. 
Mahatma Gandhi con queste parole, ma soprattutto con le sue azioni, ha ispirato molti movimenti di difesa dei diritti civili, ha esortato a vivere in pace e a lavorare per lo sviluppo intellettuale ed economico del suo Paese.
L’associazione Il Domani d’Italia nella consapevolezza che bisogna dare l’esempio con le azioni e non solo con le parole, ha organizzato a Polignano a Mare un convegno aperto a Parlamentari ed amministratori di differenti aree politiche.
Sono intervenuti: Raffaele Bonanni, Pierferdinando Casini, Giuseppe Fioroni, Raffaele Fitto, Andrea Riccardi, nella serata di venerdì 16 settembre ed ancora: Mons. Agostino Superbo, Giuseppe Fioroni, Giorgia Meloni, Domenico Vitto e Fabiano Amati nel convegno di sabato 17.
Al sottoscritto è toccato il non facile compito di introdurre i lavori.
Il dibattito caratterizzato da toni e colori diversi, ha offerto alla platea una riflessione di ampio respiro, tutt’altro che piatta e non a senso unico. Il contraddittorio civile, pacato, ha dato ai cittadini la possibilità di capire differenze politiche e conoscere diverse linee programmatiche.
Il confronto sereno ha riportato la politica al centro dell’attenzione, cosa difficile da realizzarsi quando sterili diatribe e ‘risse verbali’ connotano la scena.
La gente vuole discutere civilmente, capire, partecipare, vuole dare il proprio contribuito.
Come affermava Gandhi, dobbiamo avere la forza di essere noi stessi il cambiamento, che vogliamo avvenga nel mondo.
L’Italia è di tutti, nessuno, quindi, può inventarsi uno slogan, un logo o un inno per appropriarsene.
A chi oggi parla di secessione, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano risponde, giustamente, che è fuori dalla storia.
I convegni organizzati a Polignano a Mare hanno dimostrato che il Paese può rialzare la testa e lascarsi la crisi alle spalle, se la politica si riappropria del suo ruolo e lavora per unire, non per dividere. Gli avversari non possono essere considerati nemici da abbattere, perché la guerra distrugge, non costruisce…e sulle macerie non si costruisce nulla di buono.
Quando Gandhi visita l’Italia intorno al 1931, si reca nella Cappella Sistina, la sua attenzione viene colpita, più che dagli affreschi di Michelangelo, dal Crocifisso dell’altare della Cappella… esclama: ‘Non si può fare a meno di commuoversi fino alle lacrime’.
In Italia più che in ogni altro Paese del mondo i cattolici hanno una responsabilità grandissima. Hanno il dovere di far sentire il proprio peso e la propria voce in politica. I cattolici devono avere il coraggio di scelte impopolari, ma coerenti con il Vangelo. Allo stesso tempo occorre non perdere mai di vista la laicità dello Stato, rispettando sempre la pluralità di opinioni, che è alla base della democrazia.
La sfida del futuro è nella capacità di coabitare una coalizione ampia.
Una coalizione troppo spostata a sinistra non può risultare sufficiente a dare risposte ai problemi dell’Italia. Non sarebbe in grado di governare. Non sarebbe in grado di affrontare nel giusto modo i conflitti sociali, le drammatiche questioni economiche, per risolvere le quali, serve ampio consenso.
Una coalizione spostata a sinistra nel 2008 non ha funzionato, a maggior ragione non funzionerebbe oggi.
Chi, per risolvere i problemi del Paese, chiede il voto subito, non è responsabile. Una campagna elettorale massacrerebbe il Paese dal punto di vista economico ed umano.
Nei momenti di difficoltà l’unione fa la forza. Un governo di larghe intese potrebbe essere la risposta giusta e repentina alle difficoltà del Paese.
Idv, Sel, Pd, Udc e chi ha preso coscienza del fallimento del berlusconismo, potrebbero insieme condividere un programma di governo, finalizzato a traghettare il Paese fuori dalla palude.
Con la politica dell’esclusione non si va lontano.