NOTA SULLE RENDITE CATASTALI DEGLI IMMOBILI

NOTA SULLE RENDITE CATASTALI DEGLI IMMOBILI


La rendita catastale è un valore fiscale che viene utilizzato per determinare:
1.      il valore di un immobile ai fini dell’imposizione diretta e l’imposta municipale propria (IMU);
2.    il valore catastale ai fini dell’imposta sulle successioni e donazioni, delle imposte ipotecaria e catastale.
L’emendamento, per la parte riguardante la revisione della normativa IMU, esenta dal pagamento dell’imposta, gli immobili la cui rendita catastale di base, ossia (prima della rivalutazione e dell’applicazione del moltiplicatore di 160 ai fini IMU) risulti essere inferiore ad euro 750.
Secondo il MEF, gli immobili adibiti ad abitazione principale aventi una rendita catastale inferiore a 750 euro sono circa 15.700.000 su un totale di 19.600.000, ossia all’incirca l’80 per cento.
Dei circa 2 miliardi di perdita di gettito per l’integrale esenzione dal pagamento della prima rata dell’IMU sull’abitazione principale, più di 1,2 miliardi di euro sono determinati dall’esenzione per gli immobili aventi rendita catastale superiore a 750 euro.
Il valore medio nazionale della rendita non rivalutata ammonta a 525 euro.
Rispetto a questi i dati, gli eventuali effetti distorsivi, rilevabili soprattutto nelle grandi città ove i valori delle rendite sono più alti, derivano soprattutto dalla mancata riforma del catasto.
Proprio per garantire maggiore equità nella tassazione degli immobili, una delle parti più significative della delega fiscale, approvata dalla Camera e attualmente all’esame del Senato riguarda la revisione del sistema estimativo del catasto dei fabbricati in tutto il territorio nazionale. (art. 2)