No ad un referendum pro o contro Vendola

No ad un referendum pro o contro Vendola

di Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali della Camera

Le elezioni regionali del 2010 non possono e non devono risolversi in un referendum pro o anti Vendola. Sarebbe riduttivo rispetto ai problemi dei cittadini pugliesi, sarebbe effimero per chi intende la politica come soluzione dei problemi, svilirebbe l’animus sia dei sostenitori che di quanti ritengono che Nichy Vendola debba fare un passo indietro.
Io penso che la classe politica sia molto orientata verso veti, preclusioni ed alchimie e poco propensa a comprendere le ragioni che dovrebbero indurre quanti condividono un percorso programmatico a stare insieme. Il Laboratorio è bello se include e se supera la contingenza. Siamo tutti convinti che con l’UDC si debba aprire un dialogo, siamo d’accordo nel ritenere che l’Italia dei Valori possa e debba stare con noi, ma siamo tutti convinti che senza il Presidente Vendola facciamo soltanto una sostituzione algebrica di forze elettorali ed offriamo una ipotesi di governo riduttiva. Noi abbiamo il dovere di aggiungere valori e persone. Ritengo che l’UDC, per la sua storia, per i suoi valori e per la sua capacità di lungimiranza politica, debba essere flessibile nel considerare le ragioni di una coalizione uscente che ha ben governato la Puglia. Ritengo, però, che il Presidente Vendola debba farsi carico di comprendere che la coalizione a formarsi per le regionali prossime sia diversa da quella che lo suffragò nel 2005. Ed allora? Niente veti, niente arroccamenti, nè ritorsioni, nè minacce giornalistiche da parte di nessuno, nè autocandidature….

di Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali della Camera

Le elezioni regionali del 2010 non possono e non devono risolversi in un referendum pro o anti Vendola. Sarebbe riduttivo rispetto ai problemi dei cittadini pugliesi, sarebbe effimero per chi intende la politica come soluzione dei problemi, svilirebbe l’animus sia dei sostenitori che di quanti ritengono che Nichy Vendola debba fare un passo indietro.
Io penso che la classe politica sia molto orientata verso veti, preclusioni ed alchimie e poco propensa a comprendere le ragioni che dovrebbero indurre quanti condividono un percorso programmatico a stare insieme. Il Laboratorio è bello se include e se supera la contingenza. Siamo tutti convinti che con l’UDC si debba aprire un dialogo, siamo d’accordo nel ritenere che l’Italia dei Valori possa e debba stare con noi, ma siamo tutti convinti che senza il Presidente Vendola facciamo soltanto una sostituzione algebrica di forze elettorali ed offriamo una ipotesi di governo riduttiva. Noi abbiamo il dovere di aggiungere valori e persone. Ritengo che l’UDC, per la sua storia, per i suoi valori e per la sua capacità di lungimiranza politica, debba essere flessibile nel considerare le ragioni di una coalizione uscente che ha ben governato la Puglia. Ritengo, però, che il Presidente Vendola debba farsi carico di comprendere che la coalizione a formarsi per le regionali prossime sia diversa da quella che lo suffragò nel 2005. Ed allora? Niente veti, niente arroccamenti, nè ritorsioni, nè minacce giornalistiche da parte di nessuno, nè autocandidature. Il PD si faccia carico di costruire, insieme al Presidente Vendola, un tavolo dove tutti possano esprimere le proprie ragioni e condividere quelle altrui. A quel punto non sarà difficile trovare una sintesi. Ce lo chiedono i cittadini pugliesi consapevoli che le ragioni dello stare insieme da parte di soggetti diversi siano superiori a quelle dello stare divisi.
La Puglia se riesce ad unire e a trovare una sintesi programmatica di sviluppo e progresso diventa un esempio per le elezioni politiche del 2013 quando insieme cercheremo di tornare al governo del Paese per ridare ai cittadini voglia di futuro e speranza. Tutto questo possono e devono farlo i pugliesi con la loro passione, i propri sacrifici e la grande volontà di tenere sempre la testa alta.
Il PD sarà protagonista se riesce a creare una coalizione che tiene insieme tutti i valori fondanti di quanti vogliono un’Italia che guardi al domani e nella quale i cittadini sono orgogliosi del diritto di cittadinanza.