L’Italia oggi ha bisogno della ‘democrazia’ di Aldo Moro

L’Italia oggi ha bisogno della ‘democrazia’ di Aldo Moro


Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
 
‘Nessuna persona ai margini, nessuna persona esclusa dalla vitalità e dal valore della vita sociale. Nessuna zona d’ombra, niente che sia morto, niente che sia fuori dalla linfa vitale della società. (Aldo Moro)
Questa è una delle moltissime frasi che mi tornano in mente quando ripenso ad Aldo Moro.
Sono trascorsi 34 anni dalla morte, ma la sua profondità d’animo e la sua lungimiranza politica non periranno mai.
Il 16 marzo 1978, giorno della presentazione del nuovo Governo, guidato da Giulio Andreotti, l’auto con la quale Aldo Moro si reca alla Camera dei Deputati, è bloccata da un commando delle Brigate Rosse. In pochi minuti si consuma una strage. Muoiono i 5 uomini della scorta: Domenico Ricci, Oreste Leonardi, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera, Francesco Zizzi. Aldo Moro è sequestrato. Comincia la lunga prigionia che porta sconforto in tutto il Paese.  
L’epilogo è quello che noi tutti conosciamo. Dopo 55 giorni il corpo di Aldo Moro è ritrovato nel baule posteriore di una Renault 4 rossa, in via Caetani a Roma. Aveva 61 anni. A distanza di 34 anni dal tragico avvenimento, resta ancora tanto da dire…


Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
 
‘Nessuna persona ai margini, nessuna persona esclusa dalla vitalità e dal valore della vita sociale. Nessuna zona d’ombra, niente che sia morto, niente che sia fuori dalla linfa vitale della società. (Aldo Moro)
Questa è una delle moltissime frasi che mi tornano in mente quando ripenso ad Aldo Moro.
Sono trascorsi 34 anni dalla morte, ma la sua profondità d’animo e la sua lungimiranza politica non periranno mai.
Il 16 marzo 1978, giorno della presentazione del nuovo Governo, guidato da Giulio Andreotti, l’auto con la quale Aldo Moro si reca alla Camera dei Deputati, è bloccata da un commando delle Brigate Rosse. In pochi minuti si consuma una strage. Muoiono i 5 uomini della scorta: Domenico Ricci, Oreste Leonardi, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera, Francesco Zizzi. Aldo Moro è sequestrato. Comincia la lunga prigionia che porta sconforto in tutto il Paese.  
L’epilogo è quello che noi tutti conosciamo. Dopo 55 giorni il corpo di Aldo Moro è ritrovato nel baule posteriore di una Renault 4 rossa, in via Caetani a Roma. Aveva 61 anni.
A distanza di 34 anni dal tragico avvenimento, resta ancora tanto da dire sui 55 giorni della prigionia, sul perché del sequestro e della barbara uccisione. Resta soprattutto da approfondire il pensiero politico di Aldo Moro, la cui lungimiranza faceva paura alle menti ottuse ed estremiste dell’epoca.
Moro è stato capace di cogliere con grande anticipo i tempi nuovi, di indagare le trasformazioni di una società che si avviava a diventare sempre più complessa e difficile.
La democrazia che lui auspicava era una democrazia aperta e partecipata. Questo, evidentemente, faceva paura allora, come ad alcuni adesso. La sua idea di democrazia era moderna, reale. Parlava di persone, di avversari non di nemici da combattere. Parlava di alternanza, collaborazione, condivisione e compartecipazione. Non poneva paletti pregiudiziali. 
Qualcuno si chiederà, perché ricordare ancora Aldo Moro a distanza di 34 anni dalla morte?
Perché oggi, come ieri, abbiamo bisogno della democrazia del dialogo, della condivisione e Moro era l’uomo della concordia, della pacificazione.
I suoi scritti hanno ancora tanto da darci. Penso alle riflessioni sul  valore vero della politica. Penso alla sua concezione di moralità. Penso al suo concetto di ‘persona’.
Il nostro tempo è caratterizzato da profonde contraddizioni, da un divario sociale che sta determinando enormi spaccature. La politica ha la necessità di fermarsi e riflettere sui valori autentici. Ha il dovere di costruire uno Stato garante per i cittadini tutti. Nessuno meglio di Aldo Moro può sollecitare riflessioni in tale direzione.
L’on. Aldo Moro ha pagato con la vita la difesa strenua della sua idea di moralità e di politica pulita, integerrima.
L’Italia in questo momento ha bisogno del contributo di tutti per potersi rialzare. L’idea di democrazia che Aldo Moro professava, fatta di ascolto, partecipazione, alternanza e concordia rappresenta la strada da seguire per portare il Paese verso una nuova fase, con prospettive di crescita sociali, politiche ed economiche.
Se qualcuno ha ricette migliori si faccia avanti e dimostri che è vero il contrario.