L’Italia deve garantire più lavoro per tutti

L’Italia deve garantire più lavoro per tutti

di Gero Grassi-Vicepresidente Commissione Affari Sociali della Camera

”L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione
.”
Recita così l’Articolo 1 della Costituzione Italiana, che sottolinea accanto all’identità repubblicana dello Stato, che la nostra Nazione è fondata sul lavoro.
Prima di arrivare a questa formula, vennero esposte alcune proposte, che non piacquero ai membri dell’Assemblea, perché definite fredde e carenti dei tratti precisi del nascente Stato Italiano. Fu Aldo Moro a chiedere di inserire un riferimento al lavoro ed infine Amintore Fanfani a proporre la formula attuale.
Questo breve inciso per dire che il lavoro è considerato in Italia elemento di vita basilare e imprescindibile o almeno questo pensavano i padri costituenti.
Sotto l’albero, per Natale, vorrei più lavoro per tutti. Non è una frase di circostanza……

di Gero Grassi-Vicepresidente Commissione Affari Sociali della Camera

”L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”
Recita così l’Articolo 1 della Costituzione Italiana, che sottolinea accanto all’identità repubblicana dello Stato, che la nostra Nazione è fondata sul lavoro.
Prima di arrivare a questa formula, vennero esposte alcune proposte, che non piacquero ai membri dell’Assemblea, perché definite fredde e carenti dei tratti precisi del nascente Stato Italiano. Fu Aldo Moro a chiedere di inserire un riferimento al lavoro ed infine Amintore Fanfani a proporre la formula attuale.
Questo breve inciso per dire che il lavoro è considerato in Italia elemento di vita basilare e imprescindibile o almeno questo pensavano i padri costituenti.
Sotto l’albero, per Natale, vorrei più lavoro per tutti. Non è una frase di circostanza.
Quando giro l’Italia tocco con mano situazioni difficili di tanti cassaintegrati, precari, disoccupati. Famiglie con bambini che stentano ad arrivare alla fine del mese. Giovani che rinunciano al matrimonio e alla famiglia perché senza lavoro. La crisi mondiale che ha travolto tutto e tutti, non ha certo contribuito a migliorare le cose.
Che fare? Dobbiamo reagire.
Questo è vero per chi si trova oggettivamente nella difficoltà e soprattutto per le Istituzioni che devono attivare gli strumenti necessari per venir fuori dalla crisi, generando un nuovo ed alternativo sviluppo. Non è detto che l’economia debba essere legata sempre alle stesse certezze, se il mercato cambia si deve avere il coraggio di innovarsi e reinventarsi, anche in ambito lavorativo.
L’Italia è un Paese straordinario, ha un patrimonio storico-architettonico come pochi al mondo, è una penisola lambita dal mare nella gran parte delle sue regioni, ha paesaggi e bellezze naturali che fanno parte dell’Unesco, può contare su un clima eccezionale per l’agricoltura, ha una tradizione artigianale che ha esportato il Made in Italy in tutto il mondo, è la capitale indiscussa della moda.
E poi c’è “Roma caput mundi” ovvero “Roma centro del mondo” come amavano definirla autori latini quali : Cicerone, Orazio, Ovidio, Virgilio.
Si Roma, la nostra bellissima capitale che ha tra le sue unicità Città del Vaticano, riferimento per tutti i cristiani presenti sul pianeta.
Se solo riuscissimo a non dare per scontato tutto questo, molto potrebbe cambiare.
Entriamo nel merito. Su cosa l’Italia può contare per creare sviluppo? Turismo, agricoltura, rapporti marittimi e commerciali con tutti i Paesi che si affacciano sul mare e la straordinaria creatività che da sempre contraddistingue il popolo italiano. E’chiaro che per attuare i progetti servono i collegamenti giusti, le infrastrutture, normative che favoriscano i percorsi e non li blocchino con la burocrazia. Ed è proprio qui che devono intervenire le Istituzioni. L’Europa, il Governo, le Regioni non possono esimersi dall’intervenire in tal senso. Servono leggi che favoriscano un nuovo sviluppo e innovative forme di impresa per combattere la crisi e la conseguente disoccupazione.
L’obiettivo deve essere quello di aiutare tutti i cittadini che in periodo di crisi, non vogliono stare a casa ad aspettare il vecchio lavoro, ma vogliono inventarsene uno nuovo, legato alle potenzialità del proprio territorio e troppo spesso invece, rinunciano, per normative e burocrazia che scoraggerebbero chiunque.
Ci sono moltissimi musei statali chiusi per mancanza di personale. Perché non immaginare una convenzione con privati, titolati a farlo e ottenere il duplice risultato: musei aperti e meno disoccupazione?
Perché non incentivare l’agricoltura biologica ottenendo anche qui il duplice risultato: cibi più sani da mangiare e possibilità di lavoro per molti giovani?
Ancora, perché non favorire la nascita di porti turistici nelle nostre città di mare, per facilitare uno scambio culturale oltre che economico con gli altri Paesi?
La politica non può arrovellarsi intorno ai soliti problemi, immaginando di percorrere le solite vie.
La politica ha il dovere di rispondere alle esigenze dei tempi.
La politica ha oggi il dovere di individuare il percorso migliore, per creare le condizioni che diano agli italiani più lavoro. Lo chiede la nostra Costituzione, lo sancisce l’articolo 1.