LA NUOVA CITTA’ – Buona sanità all’ospedale Sarcone

LA NUOVA CITTA’ – Buona sanità all’ospedale Sarcone

Buona sanità all’ospedale “Sarcone”
Lettera aperta al direttore generale Asl/Ba Domenico Colasanto, all’on. Nichi Vendola, all’on. Gero Grassi.
 
Per oltre venti giorni ho frequentato quotidianamente l’unità operativa di Medicina Interna del Presidio ospedaliero di Terlizzi, essendo qui stata ricoverata mia madre per una seria e complessa patologia.
Non è affatto superfluo aggiungere che gli iniziali momenti di grande sconforto e disorientamento per le pessime condizioni di salute di mia madre, hanno pian piano lasciato spazio a momenti di speranza che hanno ceduto il passo ad un cauto ottimismo perché le stesse miglioravano di giorno in giorno.
Ma, tutto questo non è certo conseguenza del caso. Se questi “ miracoli” ancora accadono presso l’unità operativa
di Medicina Interna di Terlizzi è perché ci sono medici, infermieri e ausiliari che incessantemente e con vero spirito di sacrificio prestano la propria attività con scrupolo e senso di abnegazione, offrendo la quotidiana cura ed assistenza senza sottrarsi a qualsiasi richiesta di aiuto, anche se non dovuta, per il ruolo o la qualifica rivestita. Ma, le precarie ed evidenti condizioni di emergenza in cui tutto il personale — medico e paramedico — quotidianamente combatte le proprie battaglie con pazienti sofferenti, allettati e portatori delle più svariate e delicate patologie, non può certo durare e lungo.
A ciò aggiungasi la precaria situazione di due dirigenti medici” ex stabilizzati” che incomprensibilmente non hanno potuto godere dello stesso trattamento (ossia conciliazione) di cui invece hanno potuto fruire colleghi in pari condizioni della vicina Bat e che, alla luce ditale loro precaria situazione, continuano a prestare la propria attività lavorativa nell’amara consapevolezza di trovarsi, tra un mese circa, senza posto di lavoro. Con tutto ciò che questo comporterà, sia in termini di assoluta carenza ed insufficienza di organico nell’unità operativa in questione, sia in termini di “svalutazione” e perdita di preziose risorse umane e professionali.
Purtroppo, per quanto tempo ancora noi tutti – terlizzesi e
non – potremmo sperare nei “miracoli”
di questa piccola ma preziosissima unità operativa, parte di una struttura ospedaliera così tanto apprezzata e oggi — ahimè!
– non giustamente valorizzata ?
A conferma di quanto sia importante per l’intera comunità che questa eccellenza sia meritevolmente supportata e rafforzata nel suo organico basti considerare che solo nell’ultimo triennio 2009—2010 e 2011 i ricoveri sono stati rispettivamente 802, 741 e 797, con un elevato carico di attività sanitarie svolte.
È l’orgoglio dell’appartenenza al mio, al nostro territorio che mi induce ad manifestare questa testimonianza, vissuta giorno dopo giorno nella corsia di un ospedale tra chi si prodiga e si spende per alleviare le altrui sofferenze.
Ma, sino a quando questa “pillola” di buona sanità potrà durare ancora?
Mi sia consentita una nota polemica verso i noti ed illustri concittadini politici che pur godendo di un elevato potere di azione per far sì che questo prezioso esempio di buona sanità si sviluppi e si arricchisca, ben poca attenzione sembra prestino ad una così rilevante risorsa del territorio.
Pertanto, l’auspicio di chi scrive è soprattutto quello di non permettere che si lasci morire nel silenzio e nell’indifferenza ciò che di buono e costruttivo è stato sino ad oggi creato, grazie all’altissimo spirito di sacrificio e senso del dovere di chi, giorno dopo giorno, offre il proprio lavoro al servizio della comunità.
Ma, perché questo si verifichi è doveroso intervenire immediatamente, sia nel risanare la precaria condizione dei due su- indicati dirigenti medici “ex stabilizzati”, sia nell’aumentare l’organico dei medici, paramedici e ausiliari operanti nell’unità operativa in parola, perché solo così sarà assicurato un vero servizio pubblico alla comunità e, nel contempo, salva- guardato il fondamentale diritto alla salute, garantito dall’articolo 32 della Carta Costituzionale.
Un segno di sincera gratitudine e stima ai medici dell’Unità operativa di Medicina Angela Gattulli, Mario Barile, Maria Leovino, Egidio Visaggi, Cosma Piscitelli, Damiano Piscitelli, nonché a tutto il personale paramedico, infermieristico ed ausiliario.
avv. Giovanna De Leo