LA NUIOVA CITTA’ – Gli sberleffi di Dario

LA NUIOVA CITTA’ – Gli sberleffi di Dario

Sindaco, e ora? Dal bancone di una farmacia al Palazzo di città il passo è lungo. Si tratta, comunque, sempre di distribuire medicine. E poiché la politica, come è noto, è una attività spesso costellata di batteri… trappole e trabocchetti, non sarebbe male fare scorta adeguata di prodotti preservanti. Al nostro non dovrebbe essere difficile fornirsi.
La squadra è fatta. Tutto bene. Un cocktail di tecnici e politici di provate capacità. Un solo dubbio: quel carabiniere è stato chiamato per l’abito o per l’uomo che lo indossa?
A un gemmato per antonomasia non poteva mancare una perla: la nuova presidenza del Consiglio. Che colpo! C’è chi ancora non crede ai propri occhi. In molti si sono lamentati e preoccupati per il ritardo con cui il nuovo sindaco ha dato inizio al suo mandato, completando la squadra e le nomine di rito il 29 giugno. Lamentele e preoccupazioni esagerate, perché a ben considerare il ritardo non è stato poi tanto. Ciò che invece merita di essere monitorato è il tempo di durata. Negli ultimi diciotto anni (il tempo di due diversi mandati reiterati) le sorprese non sono mai mancate a conferma che bisogna sempre stare allerta. La circostanza merita di essere ricordata perché, strano caso del destino, anche questa volta siedono in consiglio comunale molti degli stessi protagonisti. Il sindaco se vuole può fare i dovuti scongiuri.
Al nuovo sindaco sono giunti auguri e congratulazioni da tutte le parti, da cittadini semplici e da autorità nazionali. Di particolare effetto gli saranno stati quelli formulatigli pubblicamente dall’onorevole locale. Il messaggio augurale contiene anche una chiara e speranzosa volontà di collaborazione, una palese richiesta di essere coinvolto in qualsivoglia iniziativa, insomma un ex voto. Se a questo si aggiunge che l’onorevole non è altri che il fratello del suo presidente del Consiglio comunale, si può ben dire che il nostro sindaco, a dispetto della sua esile corporatura, si è già fatto carico di tutti i grassi della città.
Tra tutti gli assessori ce n’è uno che è più assessore degli altri. Ma più che una specie di superministro locale sembra una sorta di bodyguard amministrativo a difesa della persona del sindaco. Ben due donne sono inserite nel pacchetto di nomine gestionali. Una è assessore venuta fuori da un cilindro magico, l’altra è vic presidente dell’assemblea consiliare ma venuta fuori dalle urne. Non è una differenza da poco.
Un consigliere comunale eletto ha scelto di fare l’assessore e ne è conseguito un subentro. È toccato a un giovane della lista Pdl. Ad onta del francesismo da cui è costituito il nome di battesimo è un baldanzoso ragazzo locale al quale è doveroso fare complimenti ed auguri abbondanti. In tanto ancien regime un enfant prodige ci voleva proprio. La speranza è che si stanchi presto di alzare solo la mano.                                            
Pubblicato sul numero luglio/agosto