INTERVENTO DI GERO GRASSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI PER IL 37° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI ALDO MORO

INTERVENTO DI GERO GRASSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI PER IL 37° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI ALDO MORO

Nel 37° anniversario dell’assassinio di Aldo Moro e nel Giorno della memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi
 (ore 16,45)


PRESIDENTE
. (Si leva in piedi e, con lei, l’intera Assemblea e i membri del Governo) Colleghi e colleghe, lo scorso 9 maggio ricorreva il 37o anniversario dell’assassinio di Aldo Moro. In tale data, per il valore simbolico che essa ha assunto, si celebra anche il Giorno della memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi.
Quella del terrorismo è stata una lunga e buia stagione della nostra Repubblica, della storia repubblicana, nel corso della quale efferate stragi hanno insanguinato il Paese e crudeli attentati, nei confronti di esponenti del mondo del lavoro, dell’impresa, della politica, dell’università, della magistratura e delle forze dell’ordine, hanno mirato a colpire al cuore – al cuore – le nostre istituzioni democratiche.
Non tutte le responsabilità sono state accertate e il Parlamento, attraverso la preziosa attività delle Commissioni di inchiesta, ha svolto e continua a svolgere un significativo ruolo nella ricerca della verità sugli aspetti ancora oscuri di quella drammatica stagione.
Il Giorno della memoria costituisce l’occasione per rendere omaggio ai tanti cittadini indifesi, ai servitori dello Stato che hanno perso la vita in quegli anni e per sensibilizzare le giovani generazioni, che quel periodo non hanno vissuto in prima persona, come invece molti di noi, ai valori della difesa della democrazia e delle sue istituzioni.
Invito l’Assemblea a osservare un minuto di silenzio (L’Assemblea osserva un minuto di silenzio – Generali applausi cui si associano i membri del Governo).
Ora abbiamo degli interventi da parte dei rappresentanti dei gruppi. Ha chiesto di parlare il deputato Grassi. Ne ha facoltà.
GERO GRASSI. Signora Presidente, signori sottosegretari, colleghi parlamentari, il 9 maggio ricordiamo le vittime del terrorismo; il 9 maggio sono stati uccisi Peppino Impastato, dalla mafia in Sicilia, e Aldo Moro, dalle Brigate Rosse. Ma il 9 maggio non sia soltanto un giorno di commemorazione. Moro, nel 1946, in Puglia, quando combatteva con Di Vittorio per un’Italia migliore, parlava di Stato etico, diritto e morale, unità e pluralità di reato; parlava di scuola come il mezzo perché il figlio del contadino non rifacesse il contadino. Moro in quelle piazze insegnava ai cafoni del sud il valore della democrazia e la speranza della politica e del futuro.
Io credo, però, che non ci sarà migliore commemorazione di Aldo Moro fino a quando lo Stato non sarà in grado di dire ai cittadini italiani chi e perché ha ucciso Aldo Moro. Credo che compito dello Stato sia dire agli italiani la verità perché Aldo Moro noi non siamo in grado di resuscitarlo, ma potremmo rendergli giustizia, seppur dopo 37 anni. «Questo Paese non si salverà. La stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera se non sorgerà un nuovo senso del dovere». Sono parole attualissime di Aldo Moro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).