IL CONFRONTO DELLE IDEE – La principessa ed il figlio del professore

IL CONFRONTO DELLE IDEE – La principessa ed il figlio del professore

“La principessa ed il figlio del professore”
Non il solito romanzetto. E’ tutta una grande emozione
di Paolo De Ruvo
A prima vista, dalla copertina, il lettore può dire, a sé: ecco il solito romanzetto dell’avvezzo politico che, nei ritagli di tempo, pensa al suo dolce passato. Non è così e ve lo dice un divoratore di libri. E’ tutta una grande emozione, per tante ragioni, specie per due essenziali. 1) l’amore vero di due grandi personaggi, molto timidi, i quali non riescono, mai, ad esternare ciò che hanno dentro.
2) Per l’amore che avverte l’uomo verso la sua terra natale, le sue radici, standole lontano ma di aver dimenticato di levare, salpare l’ancora del suo vero amore. Non è nostalgia del suo paesino ma amore vero che si sprigiona ineluttabilmente verso la sua famiglia, le strade in e su cui è cresciuto e giocato, i parenti tutti, gli amici, i conoscenti e tutto ciò che concerne la sua bella fanciullezza sino ad arrivare all’adolescenza ed all’attimo della partenza. No, non è nostalgia. E’ amore anche verso chi gli ha fatto del torto, per non dire del male, in tutti i sensi. E’ amore verso gli artigiani che ha avuto la fortuna d’incontrare e stimare – che altrove, non trova; verso i primi passi nella società: la strada, l’asilo, la scuola, la chiesa, gli amici, con cui ha dovuto relazionarsi e confrontarsi o, magari, combattere le prime avversità di vedute, col dialogo od esser arrivato, incivilmente, alle mani ma di non aver avuto la forza di chiedergli scusa, per fatuo orgoglio. Si sa che ognuno ha i suoi difetti da confessare anche al suo confessore. Così succede anche nelle grandi metropoli. La differenza sta nel rimanere od andare via oppure allontanarsi dalle proprie radici, cioè dal paesello perchè la camicia, ad una certa età, viene e diviene stretta: vuoi per mancanza di lavoro oppure per ampiezza di vedute o cultura o per tanti altri motivi. Il bello sta nel momento che sì torna, da forestieri e che nessuno più ti riconosce. E’ bello rivedere le radici, le stradine, gli angoli dove hai giocato e tutto ciò che imprimono pensieri forti o ricordi indelebili. Ooooh, le fantastiche giocate coi tanti amici di quartiere sotto i lampioni comunali o negli spazi angusti dove si giocava o si dialogava, si passeggiava, si disquisiva: insomma si vivevano attimi che rimangono radicati nella mente.
Durante la lettura, facile e scorrevole, il lettore non è costretto a fermarsi per consultare il vocabolario: tutto è alla portata di tutti, anche del bambino dell’elementare. Prevale un solo sentimento emozionante “l’Amore” con la A maiuscola. In altri romanzi l’amore sprofonda nella tristezza invece l’on. Grassi, ama come si ama all’età adolescenziale: ama con delicatezza. Come amano due ragazzetti, con tutta l’anima tanto che l’amore invade il territorio degli alti sentimenti e rimane radicato nel silenzio della personale gratitudine. Oooh, anche quando viene a mancare il soggetto dell’amore, l’amore spande le sue radici nel profondo dell’anima egli vuol dimostrare che l’ama, dimenticando che è Natale, i parenti che l’aspettano, le finzioni ecclesiali, per donare al suo bene la carità di farlo rivivere attraverso l’ultima passeggiata pel corso del suo paesino, per cui ha lottato durante un’intera vita. E’ una virtù non come le altre. Singolare virtù quella della speranza di ricongiungersi un dì nel Regno di Dio, dove il Creatore permette di galoppare di una corsa sfrenata nel suo giardino, satiro di luce eterna, tra santi e beati che gioiscono d’una gioia innocente, sotto lo sguardo felice del Creatore. Speciale virtù perchè, serena, che il suo Amore, finalmente, ha conosciuto la grandezza della misericordia di Dio, in particolar modo per chi l’ha perseguitato.