IL CONFRONTO DELLE IDEE – Michele Zero: pascioll

IL CONFRONTO DELLE IDEE – Michele Zero: pascioll

di Gero Grassi e Maria Teresa de Scisciolo
 
Terlizzi 15 giugno 1928 – Terlizzi 24 dicembre 1982
Michele Zero, conosciuto da tutti con il soprannome di ‘Pascioll’, è un personaggio curioso della Terlizzi che non esiste più. Il termine ‘Pascioll’, sconosciuto nel vocabolario del dialetto terlizzese, forse indica il suo modo di vivere e vestire disordinato.
Michele, all’anagrafe, è un invalido. La invalidità è fisica, ma anche mentale. Non riesce a parlare correttamente, ma si fa capire da tutti. Persona buona, si sposa a Poggiorsini con Angela Di Gioia.
Risiede, per poco tempo, nel piccolissimo paese murgiano, poi torna a Terlizzi dove si arrangia con lavori giornalieri di piccola entità. Abita in vico I Flavio Gioia, umile abitazione.
Passa quasi tutta la sua giornata vicino alla cantina di via Marconi dove, tra un bicchiere di vino e l’altro, aspetta qualcuno disponibile a dargli qualche ora di lavoro. Lui giustifica la sua continua presenza in cantina facendo riferimento all’insegna dove è scritto ‘vini’ che Michele legge in dialetto terlizzese come ‘vin’, cioè invito a bere.
Michele è conosciuto, però, per quello che fa in occasione delle feste religiose e civili. Anticipa a piedi la Bassa Musica roteando con le mani una specie di bacchetta di direttore di orchestra. Non dirige la musica dei cinque componenti della Bassa Musica, che di musica ne conoscono molta piu di lui. Crea attenzione con la bacchetta, che spesso lancia in aria. Desta curiosità per il suo incedere e per quello che dice in un linguaggio particolare che incuriosisce i ragazzi. Crea spettacolo, insomma.
Non c’è festa a cui Michele possa mancare.
Si racconta che un figlio piccolo lo tenesse a dormire in un cassetto del comò.
A Poggiorisni, invece, si dice che per fare spettacolo con i conoscenti Michele prende un piccolo pesce rosso dalla vasca della villetta comunale e fa vedere che lo ingoia vivo.
Ha poco più di cinquanta anni, quando a causa del suo bere continuo, alla vigilia del Natale 1982, Michele lascia questo mondo, accompagnato al cimitero dalla Bassa Musica che vuole così tributargli un omaggio per la sua incessante presenza e al suo continuo roteare della bacchetta che, per anni, ha attirato tanti ragazzi.