IL CONFRONTO DELLE IDEE – La principessa e il figlio del professore

IL CONFRONTO DELLE IDEE – La principessa e il figlio del professore

 
“La principessa e il figlio del professore”
di Giuseppe Tricarico
Già Primario – ex Sindaco di Terlizzi

Ma quanto costa la coerenza? Ed oggi, è ancora un sentiero praticato? E le idee forti, che hanno attraversato tutto il ventesimo secolo, potrebbero, nella situazione attuale, indurre nelle nuove generazioni comportamenti di coerenza totali quali quelli de “la Principessa e il figlio del Professore”? E la tenera nostalgia della propria terra può rappresentare un argine alla fuga dei cervelli verso il mondo globalizzato?
Gli stimoli e gli interrogativi sono stati per me la chiave di lettura dell’ultima fatica di Gero (letta in anteprima).
Il lento ed inesorabile svolgersi della storia, quella vera, vissuta però sulla pelle dei “ cafoni”, nella piccola Terlizzi, il paese natio, si coniuga con la tenerissima storia individuale di due figli nostri, che affrancandosi dalla miseria e dalla sorte avversa, riescono addirittura ad essere protagonisti di una grande vittoria del movimento operaio del XX° secolo, la Riforma Sanitaria.
Generosa la figura di Daniele Del Mare, il figlio dello scalpellino che sapeva leggere e ragionare con la sua testa, che si mantiene coerente sino alla morte ai suoi due amori, la Principessa e la giustizia sociale. Tenerissima la figura di Teresa Tuberoso, nata Principessa dalle mani della zia ostetrica comunale, diventata medico e poi Ministro della Sanità, disposta al sacrificio, come solo le donne del Sud sanno essere e che ha amato solo il suo Daniele, sempre e sino alla fine.
Il paese sullo sfondo ha un p0’ i difetti di tutti i piccoli ambienti di provincia, dove conformismo e voltagabbanismo si sprecano, ma che ha conservato anche una dimensione umana, per la quale prima si manteneva attiva la ruota per i trovatelli e poi si fa fare il giro del paese al corteo funebre, perché l morto riveda la sua Terlizzi un’ultima volta.
Non credo sia rilevante, dopo la lettura del testo,cercare di esprimere una posizione sui pensieri forti del novecento, sulle ideologie comunista o cattolica, anche per l’inappuntabile ricostruzione storiografica che l’autore riesce a mantenere.
Ma il clima, le emozioni ed i pensieri che la storia induce nei terlizzesi sono una lettura viva e coinvolgente, sopratutto per chi, per ragioni anagrafiche, le ha vissute: da radio Londra alle lotte politiche per la trasformazione democratica del paese.
Il sentimento che mi fa nascere la storia della Principessa e del figlio del Professore è un po’ come.. .la Saudade dei portoghesi che al tempo dei trovatori medievali era chiamata mal de ansencia (mal d’assenza) lo struggimento che accompagna un ricordo bello ma finito,quasi una delicata mestizia nostalgica verso un passato irrimediabilmente perduto.
La Saudade per le persone lontane o scomparse, la saudade di situazioni già vissute, di giorni che non potranno più tornare. E’ triste, la saudade, non guarda il futuro, ma non è neanche il semplice passato: è qui, ora, dentro di me. È la forza che mi porterà a tradurre il mio passato.
Senza saudade, come potrei tornare ai giorni dell’infanzia, come potrei mantenere vive le persone il cui respiro non posso più sentire? E poi, con la saudade posso ricreare la terra lasciata, il paese dove sono nato e dove rimangono le mie radici.
Finché riusciremo a produrre sentimenti come questi, non tutto è perso, anche se, oggi, il sonno della ragione sembra ogni giorno più opprimente. ..
Per tutto ciò, saluto con affetto la nuova e, spero, non ultima fatica di Gero, da amico, da medico, da terlizzese.