IL CONFRONTO DELLE IDEE – La principessa e il figlio del Professore

IL CONFRONTO DELLE IDEE – La principessa e il figlio del Professore

 

cultura
“La principessa e il figlio del Professore”
di Adriana Gesmundo
Si è tenuta sabato 15 Maggio, presso la Sala “De Paù” della Biblioteca Comunale “Luigi Marinelli Giovene”, la presentazione del romanzo “La principessa ed il figlio del Professore” dell’On. Gero Grassi (Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera Deputati). L’evento, promosso dalla Cooperativa R.T.S. in collaborazione con la testata “Il Confronto delle Idee”, è stato introdotto da Maria Teresa De Scisciolo – direttrice de “il Confronto delle Idee” e da Damiano Guastamacchia – Presidente della Cooperativa Culturale RTS. Il libro, edito da Palomar, è in libreria da qualche mese. Trattasi di un romanzo storico che parla di  Terlizzi negli anni 1924-1948 e 1976-1978:sono  gli anni dell’episodio tristissimo dell’omicidio Matteotti, dell’immediato primo dopo guerra, del secondo conflitto mondiale e del fascismo, del referendum del ’46, delle elezioni politiche del ’48, gli anni del terrorismo, la morte di Aldo Moro e l’approvazione della legge 833 del’78.  Il romanzo mette insieme un pezzo della nostra Terlizzi con eventi nazionali. A parte le famiglie nobili negli anni in cui il fascismo era galoppante a Terlizzi si viveva di stenti; l’attività prima era l’agricoltura e una forma molto primordiale di artigianato. Terlizzi è una città molto povera e nella casa di due sposi trovatelli nasce Daniele del Mare nonché il figlio del Professore ma effettivamente figlio di una casalinga e di uno scalpellino che nonostante la sua terza elementare era abbastanza colto. Questa famiglia di umile condizione si contrappone ad un’altra, quella della principessa, cioè di Teresa Tuberoso (figlia di un calzolaio e di una collaboratrice domestica presso la famiglia Guastamacchia):in questa famiglia c’è un tantino di ricchezza in più in quanto ci sono uno zio prete e una zia ostetrica. Sono due ragazzi di umilissima estrazione sociale e al tempo stesso simbolo della rivoluzione culturale dell’epoca: grazie al loro impegno e sacrificio per lo studio riescono a laurearsi in medicina. La laurea rappresenta da un lato il riscatto sociale e culturale dalla ignoranza familiare, dall’altro il modo per donarsi agli altri e crearsi un futuro. Teresa abbraccia la fede cattolica e democristiana, Daniele quella comunista. Le strade dei due si dividono apparentemente: finiscono col ritrovarsi a distanza di 28 anni in Parlamento. In seguito alle elezioni politiche del 1976 sono eletti Deputati della Repubblica Italiana: lui nel Partito Comunista Italiano e lei nella Democrazia Cristiana. Per via della loro professione partecipano alla Commissione Sanità della Camera: Teresa è Ministro della Sanità, Daniele Presidente della Commissione Sanità. Siamo nel 1976 e ci troviamo di fronte ad una Terlizzi completamente cambiata e migliore. Nei partiti sorge l’esigenza di addivenire ad una riforma che tutti i partiti avevano in programma ma mai messa in atto, nonché la Riforma Sanitaria attuata con la legge 833 del 23 dicembre 1978 alla cui approvazione hanno partecipato Daniele e Teresa. Sino ad allora il diritto alla salute dipendeva dal censo, con la riforma si da voce all’art.32 della Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività…” Il romanzo è un inno a Terlizzi, alla sua storia, alla sua evoluzione sociale, culturale e politica. L’On. nella descrizione della città inserisce interessanti informazioni storiche: l’origine del nome della città, il censimento della popolazione, le attività lavorative dell’epoca, la descrizione del Municipio, un accenno alle chiese, ai sacerdoti, al vescovo, alla nascita delle nuove scuole. Il romanzo contiene significati intriseci: la possibilità che anche gente umile se messa in certe condizioni sociali può addivenire a risultati eccezionali, un grande amore per la città dove si è nati e dove si vive e l’aspirazione ad una sanità che sia migliore e diversa, concepita come servizio alla persona. Il destino preserverà per i due ragazzi degli anni difficili -oggi famosi medici- un finale inaspettato: il 24 dicembre del’78 Daniele muore colto da un infarto uscendo da Montecitorio. Sarà Teresa a riportare il feretro del deputato nella sua Terlizzi:”… Teresa ha voluto che il suo Daniele potesse rivedere Terlizzi seppur da morto… Le palme di Piazza Cavour sono sempre testimoni fedeli di fronte alla Torre dell’orologio tutta in pietra listellata a ricordare ai terlizzesi  che gli uomini passano e le palme restano. Le palme sono molto più alte  degli anni del Fascismo, impregnate spesso dei tanti eventi cui hanno silenziosamente assistito… Quasi nessuno a Terlizzi ricorderà quel ragazzo intelligente e battagliero, animato da buona volontà , entusiasta di vivere e di combattere per migliorare il mondo. Eppure Daniele, il grande ragazzo comunista è vissuto desideroso di amore e capace di amare: ha dato tanto amore ricevendone ben poco. Nessuno saprà chi è stato il figlio del Professore, forse solo ora Teresa riesce a capire cosa Daniele era per lei e sente il ricordo dolce della sua presenza, avverte l’assenza del dolce sguardo, cerca ed immagina le mille domande a cui Daniele avrebbe dato risposta. La principessa sa che il figlio del Professore le ha voluto infinitamente bene, sempre Teresa lo ricorderà sino all’ultimo dei suoi giorni certa di ritrovarlo lassù nel cielo.”