IL CONFRONTO DELLE IDEE – Il Sacerdote e il Calzolaio

IL CONFRONTO DELLE IDEE – Il Sacerdote e il Calzolaio

Il Sacerdote e il Calzolaio
…il nuovo romanzo di Gero Grassi
 
a cura di Maria Teresa De Scisciolo
 
Conosco Gero da più di 20 anni, sono Direttore del ‘Confronto’ da 13 anni. Posso affermare con cognizione di causa che è molto più liberale di quanto non lo siano le ‘nuove leve politiche’ incapaci di volare alto e guardare lontano. Incapaci di credere in un’idea e difenderla. Incapaci di respirare a pieno la propria libertà. Incapaci di difendere strenuamente la propria dignità.
Gero ha una capacità straordinaria che gli va riconosciuta: è antico e moderno allo stesso tempo. E’ fortemente legato al passato ma guarda costantemente al futuro. E’ un conoscitore certosino della micro e macro storia. E’ capace di valorizzare Terlizzi e Roma contemporaneamente, senza far sentire l’una minore rispetto all’atra. Non ammette la discriminazione, in nessun ambito. Per lui è il lavoro che nobilita l’uomo, non i titoli o il ruolo che la fortuna ha riservato.
E’ questa la filosofia di vita che permea il suo nuovo romanzo:‘Il Sacerdote e il Calzolaio. Dai cafoni di Puglia ai reali di Piemonte ai tempi dell’Unità d’Italia’.
Un viaggio che scorre negli anni che iniziano con la conquista piemontese di Roma, passa per la proclamazione di Vittorio Emanuele II Re d’Italia ed arriva alla vigilia del Fascismo.
Un viaggio che vive le difficoltà meridionali dopo la cacciata dei Borboni, le iniziali conquiste di una società che si industrializza, la conquista delle colonie africane, la nascita dei primi partiti politici e l’aspirazione di una società più florida e più giusta….
Protagonisti del libro, ancora una volta, sono persone normali.
Per saperne di più, gli abbiamo rivolto qualche domanda.
E’ stato da poco presentato il tuo nuovo romanzo. Quanta soddisfazione c’è per averlo terminato?
Tantissima. Cerco sempre di portare a termine le cose che faccio.
In che periodo storico è ambientato?
Il romanzo parte il giorno della breccia di Porta Pia, il 20 settembre 1870 e termina nell’agosto del 1933.
Una bella storia è fatta di passioni e personaggi forti. Ce ne sono nel tuo romanzo?
Certamente. Uno di questi è don Ferdinando Fiore, sacerdote e maestro di Terlizzi. Figura completamente sconosciuta nella nostra città.
La descrizione dei luoghi in cui è ambientato il romanzo è frutto di giornate vissute o di immaginazione?
Tutti i luoghi sono veri e riguardano Terlizzi e Torino.
Un romanzo si scrive a tavolino o è un insieme di passioni ed emozioni vissute, filtrate attraverso il racconto?
Un romanzo storico come questo è il frutto di ricerca e conoscenza personale.
Entriamo nel merito delle vicende…Monarchia e Fascismo, cosa è stato peggio per l’Italia?
Il Fascismo è stata una disgrazia immensa. La Monarchia, che unificò l’Italia, ha il torto di aver allevato e consentito il Fascismo. Per questo ha pagato.
Il meridione in quale situazione si trova dopo la cacciata dei Borboni?
Meglio di come viene descritto da certa critica. Il Meridione purtroppo ha pagato caramente l’Unità d’Italia. Ed ha pagato anche il fatto che l’Unità d’Italia è stata fatta dai piemontesi.
Cosa è cambiato in Italia con l’avvento dell’industrializzazione?
Le condizioni di vita delle persone.
Quali le industrie storiche che hanno mutato il volto del nostro Paese?
Credo che la più grande novità dell’ottocento sia stata la ferrovia e qui va detto che la prima italiana fu quella di Napoli e che a Terlizzi per la Bari-Barletta successero cose ignobili.
I cittadini cominciano a comprendere che la cooperazione porta i suoi frutti e nascono i primi partiti politici. Che cosa accade nello specifico?
Accade nell’ottocento che i processi industriali, lavorativi e sociali determinano la nascita dei partiti politici. Purtroppo il “non expedit” papale determina il ritardo dei cattolici che è durato troppo.
Equità e giustizia quanto sono distanti dai cittadini durante il Fascismo?
Non esistono. Il Fascismo ha il torto della guerra e di aver voluto spegnere i cervelli.
Che cosa rappresenta per gli italiani l’Unità d’Italia?
Una grande conquista e la dimostrazione che Metternich e gli austriaci sbagliavano quando sostenevano che l’Italia fosse solo una espressione geografica. L’Italia è una grande nazione, quando vuole.
Che situazione vive Terlizzi in prossimità dell’Unità d’Italia?
Le condizioni economiche, culturali, sociali di Terlizzi nel 1870 sono misere ma esiste un grande fermento culturale e tanti personaggi, a noi poco noti, che poi determinano il fiorire della città.
Qualcuno afferma che sono curiosi i titoli che dai ai tuoi romanzi. Tu come definisci l’attuale?
L’attuale titolo tiene dentro due parole il concetto di vita. Il sacerdote ed il calzolaio vuol dire: lavoro, scuola, povertà, istruzione, fatica, società, amore, cultura, amicizia.
Il calzolaio è uno dei personaggi principali del tuo libro. Come mai?
A Terlizzi nel 1800 il calzolaio era una figura importantissima e pochissime persone erano colte. A me piace vedere la storia dalla parte degli ultimi.
Tra i personaggi narrati vi è anche Girolamo. E’ una storia di famiglia che si fonde con la ‘grande’ storia?
Il calzolaio Cosimo Damiano Grasso è il mio bisnonno e la storia è vera.
Quale la tua opinione in merito ai Savoia?
I Savoia hanno il merito con Garibaldi, Mazzini, Cavour e tanti poveri cristi sconosciuti di aver unificato l’Italia. Questo grande merito è stato affievolito dal Fascismo e da una guerra che non aveva senso.
La sera della Festa Patronale del 1933, il protagonista del romanzo parla con gli occhi che luccicano. Tu scrivi ‘sa bene che la sua fine è prossima’. Quale la morale di questo epilogo?
Nella vita esiste sempre un dopo: la speranza di un mondo migliore.
Che cos’è per te un testamento spirituale?
I valori che non hanno confine e non muoiono mai.
E’ possibile leggere un romanzo tra le righe e trovarci molto dell’autore?
L’autore scrive il romanzo e lo permea a sua immagine. La figura di don Ferdinando Fiore e quello che dice, purtroppo, sono attualissimi nella nostra Terlizzi. La storia si ripete, forse perché pochi la conoscono e pochissimi la studiano.
Stai già lavorando al prossimo libro?
Sto correggendo le bozze…ma di questo ne parliamo un’altra volta e non è un romanzo.