23 Dic BARI SERA – Le donne e la politica
“Gianna credeva e lottava”
On. Grassi, Gianna è la storia di un’immigrazione all’inverso, dal Nord al Sud. E’ solo fantasia o un domani potrebbe diventare realtà?
“E’ una realtà gia verificatasi con il dramma dell’alluvione del Polesine. Nord e Sud sono complementari nella unitarietà dello Stato
Italiano”
Il libro documenta dagli anni 50 sino al 1996 tutta la storia repubblicana. A quale passaggio lei è più legato?
“Molti di questi anni io li ho vissuti. Certo gli anni del terrorismo e della morte di Aldo Moro non furono solo anni di violenza, ma anche di grande passione e sentimento interiore soprattutto nei giovani”.
E la scelta di fermarsi al 1996, anno della vittoria dell’Ulivo di Prodi, voluta?
“Scelta casuale. Quella vittoria fu per molti italiani liberazione da tante debolezze. Purtroppo il seguito è stato peggiore e molte attese furono tradite. La vittoria di Prodi e l’unità delle forze riformiste in quella stagione fu evento straordinario”.
Gianna viene formata dalle suore e vive in un convento per oltre 40 anni. Quanto è importante la dottrina cattolica per un politico?
“La fede aiuta, anche in politica, a superare i momenti di difficoltà e di solitudine dello spirito e dell’animo”.
Ogni angolo della sua Terlizzi è raccontato con particolari, dati e storie. Lei è stato sindaco, poi è diventato onorevole. Quan to le manca?
“Terlizzi mi manca tantissimo, ma soprattutto ho la consapevolezza, che nella mia città spesso latita, che si vince con la squadra e che nessuno può isolarsi dal contesto generale del mondo. Di Terlizzi mi piace la pietra dura e pulita delle sue abitazioni settecentesche. Peccato che i terlizzesi spesso si fanno male da soli e si autodistruggono”.
Gianna è l’emblema di una donna vincente in politica. Perché ancora oggi poche donne siedono ai posti di comando nella società?
“La nostra società è maschilista nei modi, nelle forme e nei tempi ….il problema non si risolve con le quote ma con l’ educazione e la cultura. Poi le donne devono crederci e lottare, come Gianna”.
La vita della protagonista viene infangata ingiustamente dall’arresto negli anni di Tangentopoli. Quei 6 giorni di carcere sconvolgono la sua vita ma non attacca mai i magistrati. E’ il dna degli uomini di centrosinistra?
E’ il dna delle persone normali, di centrodestra e di centrosinistra.
Gianna lo è. La vita la promuove sopra ogni cosa. La Magistratura è fatta di uomini e può sbagliare, quasi sempre alla fine la verità
viene fuori. In questo campo bisogna stare attenti perchè un errore giudiziario rovina la vita. Meglio un colpevole fuori che un innocente in galera. Credo sia una regola acnora valida.
Dc, Pds, Msi, Forza Italia. Di quei partiti o di quei uomini non è rimasto più nulla?
“Di quei partiti è rimasto poco perchè oggi la politica è spesso spettacolo, televisione, arrembaggio, arrivismo e trasformismo. Ma
cambiera perchè oltre ogni limite c’è l’abisso e gli italiani vogliono guardare al futuro. La politica ha il dovere di guidare i
cambiamento e l’innoivazione di una nazione vecchia e ancora ferma nella innovazione. Devono abbandonare personalismi, demagogia, populismo e peronismo di ritorno”.
La storia si svolge quasi interamente a Terlizzi, la città del governatore Nichi Vendola. Pochissimi passaggi lo vedono protagonista? Temeva che anche nella trama di un libro Nichi potesse cannibalizzare Gianna?
“Io non ho mai temuto Nichi. Di lui ho parlato in altri libri. Forse la scena finale con la sua presenza può essere ulteriore segnale
premonitore. Spetta a lui coltivare il sogno, possibilmente non da solo, come spesso gli capita. In politica la solitudine non paga”.
Ma una Gianna così lei nella sua vita l’ha incontrata?
“Certamente e non solo lei. Scrivo di fatti, donne e uomini che ho conosciuto. Come la Gianna di cui io parlo, nella nostra società ci
sono tanti uomini e donne. Bisogna stimolarli a fare sempre meglio”.
mt d’a