ANSA – Ma Franceschini prende distanze, spingo su idee e non su posti

ANSA – Ma Franceschini prende distanze, spingo su idee e non su posti

(di Giovanni Innamorati)
 

(ANSA) – ROMA, 7 NOV – Gli ex popolari di Franco Marini e Beppe Fioroni hanno guastato la festa di insediamento di Pierluigi Bersani, proclamato ufficialmente segretario dall’Assemblea nazionale del Pd. I due hanno chiesto al neo segretario maggiore ‘visibilita’ ‘ per la loro area, cioe’ qualche ruolo nella gestione del partito, ed hanno incassato una cauta apertura da parte di Bersani, ma anche la presa di distanze di Dario Franceschini, a cui ormai va stretto il recinto degli ex Ppi, e che rafforza il proprio legame con Piero Fassino.
Che l’area vicina all’ex presidente del Senato e all’ex ministro della Pubblica istruzione fosse in sofferenza si era capito sin dall’arrivo dei delegati alla nuova Fiera di Roma.
Sui cellulari degli ex Ppi era arrivato un Sms di Gero Grassi, coordinatore della corrente, che avvisava dell’intervento di Marini. Questi infatti, dopo la relazione di Bersani, e’ stato il primo big a parlare: ‘bene la gestione unitaria proposta da Bersani e accettata da Franceschini’, ha detto, ora pero’ ‘essa va realizzata’. Ebbene, l’organigramma che si sta prefigurando, ‘lascia scoperta un’area’ quella degli ex popolari che hanno sostenuto Franceschini alle primarie. Questa area ‘ha diritto a un punto di riferimento’, che potrebbe essere un vice-segretario, senza il quale diventa difficile per gli ex popolari rispondere di si’ alla domanda ‘ve le hanno date le chiavi di casa?’. Marini invita Bersani a sciogliere il nodo subito e in ogni caso ammonisce: ‘Guai a sottovalutare questo problema e comunque io non ve lo faro’ sottovalutare’. Immediato il pensiero dei presenti corre a Beppe Fioroni, finora escluso dagli accordi sugli organigrammi, e i cui uomini avevano fatto capannello prima dell’inizio dei lavori.
Passano venti minuti e arriva il colpo di scena, lo strappo pubblico di Franceschini da suo ex maestro. ‘Area Democratica – dice parlando della sua componente – e’ nata per portare avanti delle idee, non per chiedere posti. E lo dico a Franco Marini, il cui spirito protettivo lo ha spinto a preoccuparsi per altri’. Altri che non e’ certo Franceschini, che ormai ha il passo del leader, ma semmai Fioroni.
Ad aggravare la situazione dell’ex ministro della Pubblica istruzione arriva l’elezione di Rosy Bindi alla presidenza del partito e di Enrico Letta come vicesegretario. Insomma gli ex popolari che si erano schierati con Bersani alle primarie hanno tutti il posto, e cosi’ Dario Franceschini, leader della minoranza interna, che guidera’ il gruppo del Pd alla Camera.
‘Io cosi’ – dice Fioroni al vicino – i miei in periferia non li tengo – ho gia’ le pressioni del sindacato, delle coop bianche e dell’associazionismo cattolico ad andare con Rutelli’.
Nel frattempo sul retropalco si continuano le trattative per la composizione della Direzione, e per i successivi organigrammi. A Fioroni il solo dipartimento della Scuola va stretto, e i suoi chiedono che gli si dia il coordinamento dell’esecutivo, affiancando il bersaniano Maurizio Migliavacca.
La voce gira e viene piu’ volte confermata e smentita.
Nella replica Bersani apre: ‘ragioneremo insieme’ dice, ma invita gli ex popolari a proporre una nuova generazione di dirigenti che tra ‘dieci anni non metta le cose come le mettiamo noi oggi’. Alla fine dell’Assemblea i fioroniani sono piu’ che mai agguerriti: ‘faremo un convegno come popolari tra dieci giorni – dice Gero Grassi – e ci faremo sentire’. Li’ porteranno i loro ‘mondi di riferimento’ per far sentire il loro peso. (ANSA).