150° Unità d’Italia: non è più tempo di “nordisti” e “sudisti”

150° Unità d’Italia: non è più tempo di “nordisti” e “sudisti”

Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
 
Alla vigilia dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia, dobbiamo interrogarci sul valore di un anniversario che non può ridursi a mera celebrazione.
L’Italia è una Nazione unita, ha un’identità e una storia comune, che deve divenire filo conduttore per la crescita di tutti i suoi territori, senza distinzione alcuna: per posizione geografica o peggio ancora, per retaggio economico-culturale…..

Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati

 
Alla vigilia dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia, dobbiamo interrogarci sul valore di un anniversario che non può ridursi a mera celebrazione.
L’Italia è una Nazione unita, ha un’identità e una storia comune, che deve divenire filo conduttore per la crescita di tutti i suoi territori, senza distinzione alcuna: per posizione geografica o peggio ancora, per retaggio economico-culturale.
Il federalismo, conquista politico-sociale che connota il 150° dell’Unità d’Italia, sia mezzo per migliorare la vita ai cittadini, accorciando le distanze tra Istituzioni e collettività e non sia mai inteso come possibilità per tutelare regioni più evolute a discapito di regioni, per ataviche lacune, oggettivamente più povere.
Lo dico con molta serenità ai colleghi Parlamentari della Lega, che devono sentirsi parte integrante del processo evolutivo politico dell’Italia tutta e non di parte di essa.
A prescindere dal colore politico, dalla posizione sociale o dalla collocazione territoriale, la storia e i valori condivisi che l’Unità d’Italia racchiude, devono essere il comune denominatore per affrontare le grandi sfide del futuro e superare la crisi incombente.
Uniti si può superare con maggiore forza qualunque ostacolo.
Immaginare un quadro politico-sociale che divide i cittadini d’Italia tra “nordisti” e “sudisti” non solo non garantirebbe unità al Paese, ma di fatto ne bloccherebbe la crescita, perché nessuno può in solitudine, garantirsi tutto ciò di cui ha bisogno.
Pensare ad una sorta di “embargo” che isoli alcune regioni da altre, è quanto di più sbagliato si possa ipotizzare, quanto di più vecchio si possa restaurare e quanto di più lontano dall’Unità d’Italia.
L’unità fisica la si raggiunge allor quando c’è unità d’intenti.
La Festa di Unità Nazionale del 17 Marzo, superi gli aspetti celebrativi e sancisca un comune sentire che annulli ogni esclusione sociale. Tutti insieme dobbiamo far ripartire il Paese, dobbiamo trovare soluzioni per dare un futuro ai giovani, generare lavoro e sviluppo.
Il 17 Marzo deve rappresentare per l’Italia il punto di partenza, per una rinascita che faccia sentire tutti uniti, orgogliosi di appartenere alla stessa Nazione e capaci di lavorare insieme per la risoluzione dei problemi che sono davanti a noi.