Vacanze: bene superfluo o fonte di lavoro e crescita?

Vacanze: bene superfluo o fonte di lavoro e crescita?


Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
 
La vacanza è considerata un bene superfluo e come tale non necessario.
Non è così se si considera la vacanza un momento per riunire la famiglia. Non è così se si considera la vacanza un’opportunità per allargare gli orizzonti culturali dei propri figli. Non è così se si considera che la vacanza dà ‘impiego’ a migliaia di lavoratori.
Quest’anno saranno 33,3 milioni (66%) contro i 39 milioni (79%) di appena due anni fa, gli italiani a concedersi una vacanza.
Si rinuncia per il reddito disponibile (39%), la preoccupazione per la situazione economica (22%) e le tasse (10%).E’ quanto emerge da un sondaggio della Confesercenti-Swg. La crisi divora tutto, vacanze comprese…


Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
 
La vacanza è considerata un bene superfluo e come tale non necessario.
Non è così se si considera la vacanza un momento per riunire la famiglia. Non è così se si considera la vacanza un’opportunità per allargare gli orizzonti culturali dei propri figli. Non è così se si considera che la vacanza dà ‘impiego’ a migliaia di lavoratori.
Quest’anno saranno 33,3 milioni (66%) contro i 39 milioni (79%) di appena due anni fa, gli italiani a concedersi una vacanza.
Si rinuncia per il reddito disponibile (39%), la preoccupazione per la situazione economica (22%) e le tasse (10%).
E’ quanto emerge da un sondaggio della Confesercenti-Swg.
La crisi divora tutto, vacanze comprese. I soggiorni scelti sono brevi, in strutture economiche. I viaggi organizzati cedono il posto ai viaggi ‘fai da te’. Si consumano pasti veloci e si rinuncia al ristorante, concedendosi qualche serata in pizzeria.
Tutto questo, se pur necessario, si ripercuote negativamente sul mercato del lavoro legato al settore turistico e alberghiero. Meno persone vanno in vacanza, meno personale lavorerà nelle strutture ricettive. E’ fin troppo ovvio, banale…
Non possiamo accettare passivamente la situazione senza immaginare soluzioni, saremmo complici del nostro progressivo impoverimento.
Il turismo, che in Italia ha sempre rappresentato un’industria fiorente, ha bisogno di promozione, incentivi, non già di aumenti IVA o di tasse.
Non si può continuare a comprimere ciò che è già ridotto all’osso.
Se i costi diventano più accessibili per i gestori delle strutture turistiche, lo saranno anche per i cittadini, le prenotazioni aumenteranno e la domanda di lavoro crescerà.
Se ad aumentare saranno soltanto le tasse, il turismo italiano ne verrà affossato e con esso migliaia di lavoratori stagionali e non, che andranno ad ingrossare le fila dei disoccupati