Una proposta di legge per trovare “misure per il contrasto delle povertà”

Una proposta di legge per trovare “misure per il contrasto delle povertà”


Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Gruppo Pd Camera dei Deputati
 
Negli ultimi anni gli indicatori monetari e non monetari dell’ISTAT e di EUROSTAT mostrano che povertà e disuguaglianza continuano a essere un problema rilevante in Italia. Tra i Paesi dell’Europa la situazione italiana è tra le peggiori, insieme a quella degli altri grandi Paesi mediterranei.
Il nostro Paese è caratterizzato da disuguaglianze non trascurabili nelle opportunità di mobilità sociale, che contribuiscono al permanere di un elevato livello di disuguaglianza anche in termini di reddito. Secondo l’ISTAT, al netto degli effetti strutturali esercitati dai profondi cambiamenti avvenuti nel sistema occupazionale, il regime di mobilità sociale è piuttosto rigido. La classe di origine influisce in misura rilevante e limita la possibilità di movimento all’interno dello spazio sociale. I figli della classe operaia urbana hanno una probabilità più bassa di spostarsi nella classe superiore rispetto a quella di mantenere inalterata la propria posizione e anche rispetto a quella che hanno i figli della classe superiore di rimanere nella classe di origine.
La situazione è particolarmente critica nel Mezzogiorno, dove il reddito delle famiglie è pari a circa tre quarti di quello delle famiglie del Centro-Nord e dove vive il 65 per cento delle famiglie povere…


Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Gruppo Pd Camera dei Deputati
 
Negli ultimi anni gli indicatori monetari e non monetari dell’ISTAT e di EUROSTAT mostrano che povertà e disuguaglianza continuano a essere un problema rilevante in Italia. Tra i Paesi dell’Europa la situazione italiana è tra le peggiori, insieme a quella degli altri grandi Paesi mediterranei.
Il nostro Paese è caratterizzato da disuguaglianze non trascurabili nelle opportunità di mobilità sociale, che contribuiscono al permanere di un elevato livello di disuguaglianza anche in termini di reddito. Secondo l’ISTAT, al netto degli effetti strutturali esercitati dai profondi cambiamenti avvenuti nel sistema occupazionale, il regime di mobilità sociale è piuttosto rigido. La classe di origine influisce in misura rilevante e limita la possibilità di movimento all’interno dello spazio sociale. I figli della classe operaia urbana hanno una probabilità più bassa di spostarsi nella classe superiore rispetto a quella di mantenere inalterata la propria posizione e anche rispetto a quella che hanno i figli della classe superiore di rimanere nella classe di origine.
La situazione è particolarmente critica nel Mezzogiorno, dove il reddito delle famiglie è pari a circa tre quarti di quello delle famiglie del Centro-Nord e dove vive il 65 per cento delle famiglie povere.
In Italia, a differenza del resto dell’Europa, la povertà riguarda in modo particolare i minori. Secondo l’ISTAT, gli individui con meno di diciotto anni che vivono in famiglie relativamente povere sono 1.805.000 ed è povero il 15,6 per cento delle famiglie con almeno un minore, percentuale a che sale al 28,3 per cento nel Mezzogiorno. Particolarmente critica, e in peggioramento nel corso degli anni, è la situazione delle famiglie con tre o più figli minori, che sono povere nel 27,2 per cento dei casi.  Le famiglie anziane, poi, continuano ad avere livelli di povertà superiori alla media.
Punto di riferimento in un programma di lotta alla povertà è l’Agenda sociale europea, i cui obiettivi sono: creare una strategia integrata che garantisca un’interazione positiva delle politiche economiche, sociali e dell’occupazione, promuovere la qualità dell’occupazione; della politica sociale e delle relazioni industriali, consentendo il miglioramento del capitale umano e sociale, adeguare i sistemi di protezione sociale; alle esigenze attuali, basandosi sulla solidarietà e potenziandone il ruolo di fattore produttivo; tenere conto del «costo dell’assenza di politiche sociali». La piena occupazione, un mercato europeo del lavoro, una società più solidale attraverso pari opportunità per tutti, la promozione della diversità e della non discriminazione, la lotta alla povertà e la promozione dell’inclusione sociale ne sono i capitoli concreti.
La proposta di legge contiene gli indirizzi, gli strumenti e le risorse per un Piano nazionale contro le povertà. Si tratta di una novità importante di cui il nostro Paese ha un’urgente necessità. Il Piano nazionale, in attuazione dell’articolo 22 della legge n. 328 del 2000 e dell’articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione, definisce i livelli essenziali di assistenza e i diritti esigibili per prendere in carico le persone e le famiglie che sono in condizioni di povertà. Si definisce in tal modo una politica universalistica di lotta alle povertà superando la giungla attuale di interventi settoriali, categoriali e locali che a volte accentuano le diseguaglianze perché tutelano alcuni e non altri nelle stesse condizioni di bisogno.