20 Lug Trivellazioni nell’adriatico: distruggerebbero il turismo, fonte di ricchezza dell’economia italiana
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in Comunicati Stampa
Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
L’Italia ha un’economia che poggia fondamentalmente sui beni culturali e sulle bellezze paesaggistiche. Non si può snaturare un territorio La Puglia è una regione a vocazione turistica. Le sue splendide coste ospitano migliaia di viaggiatori, provenienti soprattutto dall’estero. Pensare a trivellazioni ed ispezioni nel mare Adriatico, significa ‘inquinare’ visivamente e non solo, una flora ed una fauna resistite per secoli, grazie all’intelligenza degli abitanti del luogo.
Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
L’Italia ha un’economia che poggia fondamentalmente sui beni culturali e sulle bellezze paesaggistiche. Non si può snaturare un territorio La Puglia è una regione a vocazione turistica. Le sue splendide coste ospitano migliaia di viaggiatori, provenienti soprattutto dall’estero. Pensare a trivellazioni ed ispezioni nel mare Adriatico, significa ‘inquinare’ visivamente e non solo, una flora ed una fauna resistite per secoli, grazie all’intelligenza degli abitanti del luogo.
Ci sono beni che vanno salvaguardati ad ogni costo, la natura è uno di questi.
Il Consiglio regionale della Puglia ha approvato all’unanimità la proposta di legge alle Camere (ai sensi dell’art. 121, secondo comma della Costituzione) sul ‘Divieto di prospezione, ricerca e coltivazione d’idrocarburi liquidi’.
La proposta vuole salvaguardare non solo le Isole Tremiti, ma tutto l’Adriatico, quello che bagna la Puglia, ma anche quello che lambisce le Regioni: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo e Molise.
Ci vogliono secoli perché un territorio riesca a costruire una sua identità, a farla emergere e a propagandarla all’estero. Servono pochi minuti per distruggere l’immagine di un luogo, la natura incontaminata che lo caratterizza.
L’Italia è una penisola che ha costruito sul mare un’industria turistica fiorente. Metterla a repentaglio per trivellazioni, alla ricerca di idrocarburi, significa, non solo, inquinamento acustico, visivo ed oggettivo, ma anche sacrificare un’economia fiorente, per un interrogativo che non dà certezze.
Lo sviluppo non si genera distruggendo la natura, né l’industria turistica di un territorio già consolidata. Si crea, andando a generare lavoro ed economia in quelle zone ed in quei territori dimenticati da secoli ed abbandonati al proprio destino.