Torniamo al Governo guardando a domani, non piegandoci su ieri

Torniamo al Governo guardando a domani, non piegandoci su ieri

di Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
  
Il Governo Berlusconi ha ottenuto la fiducia grazie anche ai voti del Partito del Presidente della Camera Gianfranco Fini che ha perso l’occasione per dare un seguito alle sue dichiarazioni di questi ultimi mesi e prendere le distanze da quello che considera, nei fatti, essere il suo carnefice.
Ne prendiamo atto. Noi eravamo certi che non avrebbe affondato il colpo.
Mentre si verifica questo, nel PD si assiste ad una confusione di linea politica e di dichiarazioni.
Il giorno prima della fiducia autorevoli esponenti hanno dichiarato che il Governo non avrebbe avuto la fiducia, dimostrando di essere lontani dalla realtà e dai numeri del Parlamento.
 
 

di Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
  
Il Governo Berlusconi ha ottenuto la fiducia grazie anche ai voti del Partito del Presidente della Camera Gianfranco Fini che ha perso l’occasione per dare un seguito alle sue dichiarazioni di questi ultimi mesi e prendere le distanze da quello che considera, nei fatti, essere il suo carnefice.
Ne prendiamo atto. Noi eravamo certi che non avrebbe affondato il colpo.
Mentre si verifica questo, nel PD si assiste ad una confusione di linea politica e di dichiarazioni.
Il giorno prima della fiducia autorevoli esponenti hanno dichiarato che il Governo non avrebbe avuto la fiducia, dimostrando di essere lontani dalla realtà e dai numeri del Parlamento.
Il giorno dopo altri autorevoli esponenti rilanciano una sorta di Unità Nazionale da Comitato di Liberazione immaginando un Governo, il cui collante dovrebbe essere una sorta di antiberlusconismo rivisto e corretto. Un Governo che vada da Fini a Vendola, passando per Di Pietro e Casini.
A me sembra soltanto la dimostrazione di idee confuse e lontane dalla realtà.
Di Pietro quando fa giustizialismo dimostra di non avere senso dello Stato ma solo rancore e bisogno di sangue. È lontano anni luce dal Governo riformista che il PD deve perseguire. Casini dichiara di non volere Di Pietro nella sua colazione e disegna un Terzo Polo di facciata sapendo bene che nessuna prospettiva di Governo potrebbe raggiungere in questo modo. Vendola chiede le primarie per la leadership. Autorevoli amici del PD perseguono una Unione impossibile con la formula del ‘tutti dentro’.
Noi abbiamo grande rispetto per il Presidente della Camera, ma la nostra Storia è diversa dalla sua. Da quella di ieri, da quella di oggi e da quella di domani.
Nessun appartamento, nessuna offshore, nessun cognato, nessuna lite nella PDL possono portarci ad immaginare un’alleanza con Gianfranco Fini che, nonostante Fiuggi, resta nelle idee e nella pratica un autorevole esponente della Destra europea lontano anni luce dalla cultura del Pd che vogliamo e del Governo che immaginiamo.
Credo che il PD debba perseguire per la costruzione del Centrosinistra di Governo una strada nuova ed innovativa:  inutile rimestare all’interno degli attuali partiti del centrosinistra. Serve innovazione. Serve parlare alla gente. Serve immaginare un grande confronto di idee e programmi, senza personalismi. Serve ridare agli italiani la speranza di un Governo che governi tenendo al centro gli interessi delle persone. Per far questo occorre seguire la strada di un grande dibattito e confronto pubblico dove ai tatticismi e ai personalismi, si antepongano le idee ed i programmi.
Il percorso sono le primarie che, per le cariche monocratiche, possono diventare un civile e democratico collante che tiene insieme classe dirigente e popolo. Non per fare la crociata antiberlusconiana, ma per dare risposte ai problemi concreti della gente.
Queste primarie possono diventare, se fatte sulle idee, il presupposto di un grande partito del centrosinistra che si presenta al Governo del Paese con un progetto di poche pagine, chiarissimo ed in Parlamento con un Gruppo Unico capace di governare l’Italia e cambiare il destino di un popolo che attualmente langue e soffre.