Sulla sanità Vendola dimostri di essere leader.

Sulla sanità Vendola dimostri di essere leader.

Se così sarà il PD avrà il massimo della responsabilità
Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
 
Cronache giornalistiche evidenziano l’attenzione dei cittadini e della classe politica a quanto avverrà in sanità dopo i tagli del Governo.
Il PD deve dimostrare, in Puglia, su questo tema la sua capacità di essere partito di Governo. Per farlo, forte della sua rappresentanza consiliare, deve, d’intesa con le altre forze politiche, essere all’altezza del compito. Non proteste preventive, nè tantomeno irresponsabilità, ma gioco di squadra.
 

Se così sarà il PD avrà il massimo della responsabilità
Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
 
Cronache giornalistiche evidenziano l’attenzione dei cittadini e della classe politica a quanto avverrà in sanità dopo i tagli del Governo.
Il PD deve dimostrare, in Puglia, su questo tema la sua capacità di essere partito di Governo. Per farlo, forte della sua rappresentanza consiliare, deve, d’intesa con le altre forze politiche, essere all’altezza del compito. Non proteste preventive, nè tantomeno irresponsabilità, ma gioco di squadra.
Credo che questa sarà la strada del PD, ma deve esserla anche del Presidente della Regione e dell’Assessore regionale alla salute.
Questo è un campo minato dove Nichy Vendola deve assumersi tutta la sua responsabilità mettendo in atto un livello altissimo di proposta politica. Non è più tempo di rinvii o di fuga dalla responsabilità. Questa strada è quella della condivisione e della partecipazione. E’ sbagliatissimo annunciare o paventare chiusure di ospedali senza una proposta globale, condivisa e discussa.
La politica non si fa in solitudine, nè con gli yes men. 
Noi che abbiamo girato le piazze di Puglia, anche per consentire a Nichy di essere rieletto Presidente e poi allo stesso di riassegnare la delega alla sanità al dr. Tommaso Fiore, su questo saremo inflessibili e marcheremo a uomo. Siamo convinti che ognuno metterà il meglio di se stesso per arginare l’onda d’urto dei tagli di Berlusconi e dimostrare a Fitto che ‘insieme si può creare la sanità del duemilaventi’.
Per far questo bisogna coinvolgere tutti. Non zittire o parlare di altro.
Alcuni ospedali vanno chiusi. Subito. Non c’è dubbio. Prima, però, vanno eliminati gli sprechi senza guardare a localismi, amicizie e vincoli di partito. Va riutilizzato e riallocato il personale, non dimenticando di applicare le leggi nazionali (penso alla pluralità di alcuni primariati contra legem o ad alcune convenzioni superate dai tempi ed in grande odore di spreco). Unico criterio da salvaguardare è l’eccellenza. In aggiunta vanno trasferiti subito sul territorio pezzi importanti di sanità che allevino la mancanza di ospedale. Poliambulatori attrezzati e Pronti Soccorso efficienti sono più funzionali di ospedali fantasma. Costano meno e rendono di più.
Credo che una politica territoriale seria in materia di sanità vada fatta in piena concertazione con le Amministrazioni Provinciali e Comunali, con le Associazioni di categoria e con quelle che rappresentano gli utenti. Se fosse possibile, ed io penso che sia possibile, va tentata anche una concertazione, nella distinzione di ruoli, con la minoranza della Regione Puglia perchè anche la minoranza ha le sue ragioni e deve assumersi le sue responsablità. Così sfideremmo positivamente anche il Ministro Fitto.
Nessuno resti escluso da questo problema. Sono certo che il Presidente Vendola sarà all’altezza del ruolo. ne va del suo futuro politico. E’ su queste sfide che si dimostra di essere leader dei cittadini…tutti.
Noi saremo a fianco di chi si muoverà su questa linea ed attendiamo di essere coinvolti. Saremo in grado di assumerci le nostre responsabilità, se siamo tutti nella stessa squadra come è giusto e naturale che sia. Quando si sta nella stessa squadra ci si confronta. Se qualcuno pensa che la squadra è fatta da pochi uomini sbaglia. Su questo tema non si può giocare, nè farsi rappresentare, nè affidare le sorti delle decisioni a chi non è abituato ad ascoltare i cittadini, a confrontarsi con loro e a chiedere il consenso.