Sono troppi i gesti disperati legati alla crisi

Sono troppi i gesti disperati legati alla crisi


Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
 
Ancora una tragedia frutto della crisi economica. Un imprenditore di 59 anni si è ucciso sparandosi un colpo di fucile. E’ accaduto ieri a Roma. Ai familiari ha lasciato una lettera in cui attribuiva il gesto a problemi economici. Era titolare di un’azienda in fallimento.
Due giorni fa, sempre a Roma, un corniciaio di Centocelle si è ucciso perché schiacciato dai debiti.
Sempre due giorni fa una donna di 78 anni avendo saputo che la pensione le sarebbe stata decurtata, passando da 800 a 600 euro, si è lanciata dal terrazzo dandosi la morte.
E’ accaduto a Gela, ma poteva accadere a Varese, a Roma, a Bari, in qualunque pesino d’Italia.
Sono notizie sulla quali riflettere. Non possono occupare le pagine della cronaca per un giorno e poi svanire nel nulla…


Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
 
Ancora una tragedia frutto della crisi economica. Un imprenditore di 59 anni si è ucciso sparandosi un colpo di fucile. E’ accaduto ieri a Roma. Ai familiari ha lasciato una lettera in cui attribuiva il gesto a problemi economici. Era titolare di un’azienda in fallimento.
Due giorni fa, sempre a Roma, un corniciaio di Centocelle si è ucciso perché schiacciato dai debiti.
Sempre due giorni fa una donna di 78 anni avendo saputo che la pensione le sarebbe stata decurtata, passando da 800 a 600 euro, si è lanciata dal terrazzo dandosi la morte.
E’ accaduto a Gela, ma poteva accadere a Varese, a Roma, a Bari, in qualunque pesino d’Italia.
Sono notizie sulla quali riflettere. Non possono occupare le pagine della cronaca per un giorno e poi svanire nel nulla.
Sono troppe le  tragedie umane legate alla crisi economica, che hanno segnato i primi mesi del 2012. Oltre 16 persone si sono tolte la vita o hanno tentato di farlo, in preda alla depressione, dopo aver perso il lavoro, dopo la decurtazione della pensione, per problemi economici legati a mutui o prestiti a cui non si riesce più a tener fede.
C’è chi si dà fuoco, chi si incatena, chi si lancia al balcone, chi si spara e chi si lascia morire di stenti.
La società lancia un grido dall’allarme. La politica ha il dovere di recepirlo.
Dov’è finita la coesione sociale? Dov’è la politica che guarda ai bisogni della gente?
La povertà non è più uno spauracchio che spaventa i cittadini italiani, è un’amara realtà che sta divorando famiglie, aziende, giovani ed anziani.
Quando le difficoltà non investono più una parte esigua della società, ma avvinghiano tutti, è oltremodo necessario affrontare la situazione.
Gran parte dei cittadini hanno difficoltà ad arrivare a fine mese, hanno difficoltà a garantirsi un pasto caldo a pranzo e cena, non riescono più a pagare l’affitto di casa. A fronte di tutto ciò vedono salire vertiginosamente il costo delle bollette, che sia affianca a nuove tasse. La TV non parla che di questo, di quanto aumenteranno i costi di gas e corrente elettrica nel prossimo futuro. La gente è disorientata. La popolazione anziana è spaventata.
Quando la paura offusca la ragione si guarda alla morte come alla soluzione di tutti i problemi.   
Il Governo Monti ha salvato l’Italia dal dissesto finanziario. Ora deve salvare gli italiani dalla povertà assoluta e dalla disperazione. Per farlo è necessario lavorare a progetti che facciano ripartire lo sviluppo, che diano opportunità di lavoro ai giovani e sgravi fiscali agli anziani.
E’ necessario, altresì, guardare alle piccole e medie imprese con maggiore benevolenza, immaginando anche per loro iniziative ‘salvavita’.
La riforma del mondo del lavoro aprirà di certo nuovi scenari. Dobbiamo stare attenti, però, a garantire il giusto equilibrio tra impresa e lavoratori.
La politica secondo un’antica definizione ‘scolastica, è l’arte di governare la società. A giudicare dai fatti di cronaca degli ultimi mesi il Paese ha un gran bisogno della politica con la ‘P’ maiuscola.
L’obiettivo, nell’immediato, deve riportare la politica ad occuparsi dei problemi della gente, partendo dalla povertà per arrivare alla creazione di nuove opportunità di lavoro.