Serve una nuova politica per la famiglia per generare lavoro ed evoluzione

Serve una nuova politica per la famiglia per generare lavoro ed evoluzione


Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati

 
‘Oltre 2 milioni di giovani  nel nostro Paese, non studiano, non lavorano e non partecipano a un’attività formativa: di questi 1,2 milioni sono donne’. A ribadire questa triste verità è il governatore di Bankitalia Ignazio Visco.
Ciò che fa riflettere è la motivazione che spinge le donne a vivere una tale rassegnazione. Esse, infatti, non  cercano attivamente un impiego perché ritengono di non avere sufficienti probabilità di trovarlo, tra coloro che sono alla ricerca di un’occupazione.
Tradotto in parole semplici potremmo dire che le donne nonostante gli studi, le specializzazioni e la spiccata propensione alla serietà e responsabilità, si sentono penalizzate dal mondo del lavoro. Troppo spesso accade che la maternità venga vista dal mondo del lavoro come un ostacolo alla crescita, motivo per cui la scelta delle imprese cade sul collega maschio…
 
 


Nota dell’on. Gero Grassi- Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati

‘Oltre 2 milioni di giovani  nel nostro Paese, non studiano, non lavorano e non partecipano a un’attività formativa: di questi 1,2 milioni sono donne’. A ribadire questa triste verità è il governatore di Bankitalia Ignazio Visco. 
Ciò che fa riflettere è la motivazione che spinge le donne a vivere una tale rassegnazione. Esse, infatti, non  cercano attivamente un impiego perché ritengono di non avere sufficienti probabilità di trovarlo, tra coloro che sono alla ricerca di un’occupazione. 
Tradotto in parole semplici potremmo dire che le donne nonostante gli studi, le specializzazioni e la spiccata propensione alla serietà e responsabilità, si sentono penalizzate dal mondo del lavoro. Troppo spesso accade che la maternità venga vista dal mondo del lavoro come un ostacolo alla crescita, motivo per cui la scelta delle imprese cade sul collega maschio. 
Su questo dato la politica italiana deve riflettere. La crescita di un Paese la si persegue se tutti vi contribuiscono, nessuno escluso. L’Italia è ancora lontana dagli standard europei sulle pari opportunità e fino a quando non maturerà una mentalità più aperta e più inclusiva, l’economia del Paese continuerà ad arrancare. Non si può guardare al futuro continuando a vivere legati a vecchie logiche del passato. 
L’economia italiana ha bisogno di innovarsi e reinventarsi e la creatività femminile è indispensabile in questo percorso. E’ errato escludere le donne dal mondo del lavoro, per il timore che la loro condizione di ‘mater familia’ le porti ad assentarsi e a non produrre. E’ forse opportuno pensare a politiche per la famiglia che portino le donne a lavorare con maggiore serenità. E’ opportuno creare, come accade nel nord Europa, più servizi per le donne: asili nido, scuole materne, ludoteche, allocate nei pressi dell’azienda lavorativa, dove lasciare i figli mentre si svolge la propria attività professionale. Non è poi così difficile attuare un precorso di questo tipo, che garantirebbe due vantaggi: avremmo donne lavoratrici più serene e quindi più produttive e la nascita di posti di lavoro all’interno delle strutture ricettive per i bambini. 
L’innovazione ed il progresso generano occupazione, la chiusura ed il timore, generano stasi totale e regresso economico e sociale.