Sanità: tagliamo ‘cum grano salis’

Sanità: tagliamo ‘cum grano salis’


di Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati

I primi interventi previsti dal decreto sulla Spending Review entreranno in vigore nei prossimi mesi.
La sanità italiana comincerà a seguire una dieta dimagrante. E’ nostro compito vigilare affinchè si riduca l’apporto superfluo, senza comprometterne le funzioni vitali. 
Alla sanità vanno tagliati sprechi e costi inutili, ma non vanno compromessi i servizi essenziali. Non va messa a rischio la salute dei cittadini.
E’ previsto il taglio di circa 30mila posti letto negli ospedali, con un rapporto di 3,7 posti letto per 1000 abitanti contro gli attuali 4,2. Previsto, inoltre, il taglio del 5% per l’acquisto di beni e servizi. Questa politica porterà ad un risparmio per 5 miliardi in due anni e mezzo: 1 nel 2012, 2 nel 2013 e 2 nel 2014.
Sulla carta è tutto semplice, chiaro e lineare. Bisogna vigilare affinchè ciò che appare semplice in teoria non si complichi nella pratica…


di Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
I primi interventi previsti dal decreto sulla Spending Review entreranno in vigore nei prossimi mesi.
La sanità italiana comincerà a seguire una dieta dimagrante. E’ nostro compito vigilare affinchè si riduca l’apporto superfluo, senza comprometterne le funzioni vitali.
Alla sanità vanno tagliati sprechi e costi inutili, ma non vanno compromessi i servizi essenziali. Non va messa a rischio la salute dei cittadini.
E’ previsto il taglio di circa 30mila posti letto negli ospedali, con un rapporto di 3,7 posti letto per 1000 abitanti contro gli attuali 4,2. Previsto, inoltre, il taglio del 5% per l’acquisto di beni e servizi. Questa politica porterà ad un risparmio per 5 miliardi in due anni e mezzo: 1 nel 2012, 2 nel 2013 e 2 nel 2014.
Sulla carta è tutto semplice, chiaro e lineare. Bisogna vigilare affinchè ciò che appare semplice in teoria non si complichi nella pratica.
Come riuscirci? ‘Cum grano salis’ ovvero ‘con un pizzico di buon senso’.
In una stagione di crisi come quella che stiamo vivendo, in famiglia, nelle Amministrazioni pubbliche e private, dobbiamo eliminare tutto ciò che è superfluo, non certo ciò che è essenziale. Eliminiamo, quindi, gli sprechi, i doppioni e riduciamo le spese.
In materia di sanità è necessaria una pianificazione della spesa, per ripartire al meglio le risorse, evitando costi inutili. Per fare questo non basta tagliare, è necessario spendere con maggiore intelligenza, affinchè l’obiettivo sia sempre quello di garantire i servizi e cure appropriate ai
cittadini nel momento del bisogno.
Faccio un esempio, per dare un senso alle parole. E’ inutile tenere aperti due Laboratori Analisi a cinque chilometri di distanza l’uno dall’altro. E’, invece, assolutamente necessario che nel raggio di dieci chilometri i cittadini possano rivolgersi ad un laboratorio Analisi capace di eseguire tutte le
indagini diagnostiche che la moderna tecnologia consente. Non me ne vogliano i Biologi ed i Medici che operano nei Laboratori d’analisi, se li ho presi ad esempio. Ne potremmo fare ancora tanti di paragoni, ma l’obiettivo sarebbe sempre lo stesso: evitare sprechi e doppioni e garantire
cure ai cittadini.
Secondo alcune stime calcolate nel rapporto Meridiano Sanità 2011 dello European House Ambrosetti la spesa sanitaria potrebbe aumentare fino a superare nel 2050 il 9% del Pil. Tale ipotesi si basa sulla oggettiva considerazione che l’età media degli italiani, fortunatamente, si è alzata e le prospettive per il futuro sono in questa direzione. Ciò comporta un aumento della popolazione anziana, con maggiore necessità di cure. A questo noi dobbiamo essere preparati o il Sistema Sanitario Nazionale andrà in ‘tilt’.
E’ meglio prevenire che curare!
Razionalizzare la spesa sanitaria non è solo un’esigenza contingente di bilancio, è un esigenza finalizzata al futuro, per mantenere sano e funzionale il Sistema Sanitario Nazionale che molti paesi del mondo ci invidiano.
I cittadini devono comprendere che per non perdere un diritto acquisito, dobbiamo tutti concorrere a mantenerlo in vita nel migliore dei modi. Ecco perché contribuire, in maniera commisurata alle proprie possibilità economiche, al mantenimento della spesa sanitaria, non deve essere inteso come un ‘castigo’ ma come una collaborazione di ‘mutuo soccorso’ per non portare al collasso la sanità Italiana.
Al pronto soccorso, in farmacia, al laboratorio analisi, alla visita specialistica, tutti dobbiamo contribuire nel nostro piccolo. La gratuità del servizio pubblico per tutti, non può più reggere. E’ chiaro che al pensionato non si può chiedere di contribuire allo stesso modo dell’imprenditore o del libero professionista…, ma ‘gratis’ sempre, per tutti, è un ‘modus vivendi’ che il Paese non può più permettersi.
Affinchè in futuro il ‘ticket’ sia solo un piccolo contributo e niente di più, dobbiamo razionalizzare oggi le spese e tagliare gli sprechi. E’ l’unica via possibile per non incorrere in scelte drammatiche negli anni futuri.

Concludo dicendo che in tempi di difficoltà economica i maggiori tagli devono riguardare il superfluo ed allora per salvare il diritto alla salute, si taglino maggiormente le spese militari.