Sanità: il Governo dica la verità

Sanità: il Governo dica la verità

 Dopo circa tre mesi dall’insediamento delle Camere credo di poter affermare con realismo che l’atteggiamento del Governo Berlusconi sulla sanità sia tutto impostato ad una riduzione della spesa e della qualità dell’offerta ai cittadini.

Già la scelta di avere solo un Sottosegretario alla guida del settore sanità è un segnale importante. Ho ascoltato con attenzione il Ministro del Welfare Sacconi in Commissione Affari Sociali della Camera e registrato il tentativo di tenere basso il profilo con dichiarazioni fredde e distaccate.

L’aria che si respira è quella di un settore vitale, come la sanità, tutto diretto dall’economia e non dai bisogni dei cittadini.

Alla mia domanda sul federalismo e sulla necessità di recuperare il ritardo del sud, la risposta è stata che con il federalismo prevarrà la responsabilità.

Alla domanda sulla differenza sostanziale della qualità dei Lea tra regioni meridionali e regioni settentrionali la risposta è stato il silenzio.

Eppure da Deputato italiano non ho cercato privilegi per il Meridione ma solo chiesto diritti accompagnando sempre questi da doveri ed invocando anche il potere sostitutivo dello Stato verso le Regioni inadempienti.

In Commissione il profilo è identico. Un dato per tutti: noi della minoranza siamo sempre maggioranza, tranne quando si vota. La Commissione è di fatto disertata quasi sempre dalla maggioranza quasi a segnare un distacco non solo fisico dalla materia e dalla voglia di confronto.

Mi sembra veramente grave che da parte di esponenti nazionali e regionali della maggioranza non si abbia nemmeno il coraggio delle scelte che si stanno compiendo, scelte solo improntate alla riduzione della spesa. Anche il Presidente della Regione Lombardia Formigoni e tutti gli altri Presidenti di Regione scalpitano e dissentono completamente dalle assurde scelte del Governo.

Il DPEF di Berlusconi prevede per i il 2010 due miliardi di euro in meno, per il 2011 tre miliardi. Il Patto per la Salute dell’ex Ministro Livia Turco, approvato con il pieno consenso delle Regioni ed impostato a recuperare ritardi, ad annullare sperperi e a garantire certezza controllata della spesa, si vuole modificarlo unilateralmente infischiandosene delle problematiche regionali. Analogamente non prevedendo il DPEF le risorse per il mantenimento della sospensione del ticket sull’assistenza ambulatoriale specialistica, quanto prima queste servizio sarà a pagamento. Ed ancora nemmeno un euro in più per la edilizia sanitaria, il cui input finanziario è fermo ai 23 miliardi del Governo Prodi. Nulla a favore dei disabili e dei malati cronici verso i quali si paventa quanto prima anche il pagamento del tichet per la specialistica ed i farmaci.

Il fatto che le Regioni, di centrodestra e di centrosinistra, si ribellino ad una sanità gestita solo dal fattore economico è emblematico non tanto di quanto già varato, ma soprattutto della logica con cui si stanno preparando provvedimenti prossimi che determineranno una forte riduzione del diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione.

In attesa poi del Federalismo che sancirà, non l’etica della responsabilità che certamente noi condividiamo, ma la esaltazione delle disparità tra regione e regione.

E sarà il dramma per tutte quelle Regioni, tante, impossibilitate a garantire il diritto alla salute ai cittadini.

Il Partito Democratico non si muove nella logica dello sfascio e si batterà strenuamente per “illuminare” chi decide…solo nell’interesse del cittadino, che, vorrei ricordare a Berlusconi, Tremonti, Sacconi e Fitto, non aspira ad un sanità di centrodestra o centrosinistra ma solo ad una sanità che funzioni.