RIFORME COSTITUZIONALI CONDIVISE

RIFORME COSTITUZIONALI CONDIVISE


Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Gruppo Pd Camera 

 
L’avvio del percorso per le Riforme costituzionali, previsto per mercoledì 29 maggio prossimo, impone al Partito Democratico e al Gruppo Parlamentare il massimo coinvolgimento possibile al fine di valutare attentamente gli sviluppi del percorso stesso e il suo approdo finale.
Sono temi, questi, dove l’iniziativa legislativa deve essere esclusivamente del Parlamento che ha il compito di fare presto e bene evitando da un lato scorciatoie, dall’altro pasticci istituzionali.
Il Governo accompagni questo percorso avocando a sé il ruolo di mediazione politica.
Una norma di salvaguardia, a proposito della legge elettorale, che abbia in sé la possibilità di un ritorno al voto che annulli la esperienza del bipolarismo è fortemente sbagliata.
Altrettanto sbagliata sarebbe una norma che tenga in sé la possibilità di legittimare l’anomalia attuale, solo temporanea, del Governo tra partiti che naturalmente hanno visioni sociali, economiche e politiche contrapposti.
L’idea del presidenzialismo o del semipresindezialismo va verificata attentamente sul campo senza pregiudizio ideologico e lo affermo da parlamentarista convinto.
La legge sulla elezione diretta dei Sindaci, pur migliorabile, può essere un punto di partenza serio per costruire una riforma elettorale che produca una maggioranza in grado di governare, dia al cittadino la possibilità di scelta dei propri rappresentanti, assicuri il diritto di tribuna a tutti, preveda accanto ai diritti e doveri della maggioranza, quelli delle minoranze, fissi criteri rigidissimi sulla candidabilità per quanti hanno conflitto di interessi o reati pendenti, determini una volta per tutte la incandidabilità per quanti già ricoprono ruolo elettivo a qualsiasi livello, tema poco discusso ma determinante per allargare la sfera di quanti rivestono incarichi elettivi.
Ecco perché a noi del Pd la responsabilità di conseguire riforme che tengano dentro l’intero Parlamento, maggioranza e minoranza e che siano preventivamente discusse all’interno dei Gruppi Parlamentari che poi dovranno approvarle.