LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO – Grassi: Ricordo benissimo la tragedia di Benny Petrone

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO – Grassi: Ricordo benissimo la tragedia di Benny Petrone

 
Sabato 28 novembre Bari ha ricordato Benny Petrone con l’intitolazione di una strada.
Sotto il suo nome sulla targa è scritto: “Vittima della violenza fascista”. Ricordo bene quel tragico evento del 1977. Avrei preso parte alla cerimonia fortemente motivato, ma non sono stato informato, invitato. Trascorro gran parte della settimana a Roma come Parlamentare e leggere sul Corriere del Mezzogiorno di domenica 29 novembre, che ero tra quelli che avevano disertato la cerimonia, mi ha ferito.
Lo scorso anno ho pubblicato un libro dal titolo “Il Ministro e la Brigatista” analizzando nel romanzo i tragici eventi degli anni di piombo, accennando alle sofferenze, agli omicidi, alle violenze che in quegli anni si consumavano e all’omicidio di Aldo Moro. Ho dedicato alcune pagine proprio a Benny Petrone. Cosi scrivo: “A Bari l’operaio Benedetto Petrone, 18 anni, militante comunista della città vecchia, è ucciso a coltellate da un estremista di destra uscito dalla sezione dell’MSI, ubicata a qualche centinaio di metri dal luogo del delitto……"

Sabato 28 novembre Bari ha ricordato Benny Petrone con l’intitolazione di una strada.
Sotto il suo nome sulla targa è scritto: “Vittima della violenza fascista”. Ricordo bene quel tragico evento del 1977. Avrei preso parte alla cerimonia fortemente motivato, ma non sono stato informato, invitato. Trascorro gran parte della settimana a Roma come Parlamentare e leggere sul Corriere del Mezzogiorno di domenica 29 novembre, che ero tra quelli che avevano disertato la cerimonia, mi ha ferito.
Lo scorso anno ho pubblicato un libro dal titolo “Il Ministro e la Brigatista” analizzando nel romanzo i tragici eventi degli anni di piombo, accennando alle sofferenze, agli omicidi, alle violenze che in quegli anni si consumavano e all’omicidio di Aldo Moro. Ho dedicato alcune pagine proprio a Benny Petrone. Cosi scrivo: “A Bari l’operaio Benedetto Petrone, 18 anni, militante comunista della città vecchia, è ucciso a coltellate da un estremista di destra uscito dalla sezione dell’MSI, ubicata a qualche centinaio di metri dal luogo del delitto. L’episodio è la conseguenza di un vile attacco di missini, peraltro preannunciato con scritte sui muri, quali:  Entra nella FGCI e ne uscirai morto. Il fatto è sconcertante anche perché il delitto è stato commesso sotto la Prefettura di Bari.
Al funerale una folla commossa vede tantissimi partecipanti gridare: “Benedetto vive e lotta insieme a noi”. Massimo D’Alema, Segretario Nazionale FIGC, in occasione dell’orazione funebre tra l’altro afferma: “Non saranno più sopportate l’apatia, la tolleranza e l’incapacità di colpire e prevenire la violenza”.
Con la morte di Benedetto Petrone il triste evento entra nel cuore di tanti giovani baresi che quelle scene sinora le avevano viste soltanto in televisione (…)
Non ho potuto partecipare alla cerimonia di scoprimento della targa, solo perché l’ho saputo dalla stampa, il giorno successivo all’avvenimento.
Colgo l’occasione per dare tutta la mia solidarietà alla famiglia e agli amici di Benny, la cui storia ho voluto far conoscere attraverso le pagine del mio libro, affinché non si dimentichi mai chi ha pagato con la propria vita, la libertà di cui noi tutti oggi godiamo.  
On. Gero Grassi
Vicepresidente Commissione Affari Sociali della Camera