Ricordando Aldo Moro…

Ricordando Aldo Moro…


di Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati

“Noi non vogliamo essere gli uomini del passato, ma quelli dell’avvenire. Il domani non appartiene ai conservatori o  ai tiranni. E’ degli innovatori attenti, seri, senza retorica.”

Questo affermava Aldo Moro nel 1963, motivo per cui ricordarlo a distanza di 34 anni dalla sua morte, non è un esercizio della retorica, né nostalgico rimembrare.
Ci sono due caratteristiche di Moro che hanno contraddistinto tutta la sua vita: una è la sacralità della persona, l’altra è la volontà di includere. Non di escludere! Moro non ha mai parlato di nemici. Ha parlato di avversari. Le persone – affermava – sono sempre le stesse, indipendentemente dalle parti nelle quali militano.
Nella preparazione e nei lavori della Costituzione Moro si impegnò soprattutto sui diritti delle persone. Si impegnò per ridare alla persona quei diritti che, come è scritto nella Costituzione, non sono concessi dallo Stato, ma sono riconosciuti dallo Stato…


di Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati

“Noi non vogliamo essere gli uomini del passato, ma quelli dell’avvenire. Il domani non appartiene ai conservatori o  ai tiranni. E’ degli innovatori attenti, seri, senza retorica.”

Questo affermava Aldo Moro nel 1963, motivo per cui ricordarlo a distanza di 34 anni dalla sua morte, non è un esercizio della retorica, né nostalgico rimembrare.
Ci sono due caratteristiche di Moro che hanno contraddistinto tutta la sua vita: una è la sacralità della persona, l’altra è la volontà di includere. Non di escludere! Moro non ha mai parlato di nemici. Ha parlato di avversari. Le persone – affermava – sono sempre le stesse, indipendentemente dalle parti nelle quali militano.
Nella preparazione e nei lavori della Costituzione Moro si impegnò soprattutto sui diritti delle persone. Si impegnò per ridare alla persona quei diritti che, come è scritto nella Costituzione, non sono concessi dallo Stato, ma sono riconosciuti dallo Stato.
Perché Moro volle che il termine fosse il riconoscimento e non la concessione dei diritti?
Perché quando c’è la concessione dei diritti, gli stessi possono essere pure tolti. Quando c’è il riconoscimento, i diritti non vengono dati né tolti, solo riconosciuti. I diritti – affermava –  non sono del cittadino, sono della persona. Moro si batté per affermare ciò e perché i diritti fossero riconosciuti dallo Stato.
Nella politica di Moro c’è la serietà dei comportamenti. C’è l’intuizione del futuro, c’è la volontà di far crescere tutti.
Moro aveva della società non una visione statica ma una visione dinamica. Lavorava per dare a tutti la possibilità di fare un passo in avanti. La politica di Moro era finalizzata a questo.
Ecco che cosa ricordare a 34 anni dalla sua morte: modernità di pensiero, apertura verso gli altri, desiderio di una crescita culturale, senza la quale nessun popolo può andare incontro all’evoluzione.