Province: la riorganizzazione è cosa seria, non bufala da estate

Province: la riorganizzazione è cosa seria, non bufala da estate

Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati.
 
Secondo qualche stratega politico con il taglio delle Province si potrebbero recuperare i soldi per rimpinguare le casse dello Stato Italiano. Si dimentica, tuttavia, che il 50% dei costi delle Province è determinato dal personale e l’altro 50% va a sostenere le spese per strade, scuole e servizi.
Insomma eliminando le Province, da un lato licenzieremmo un sacco di gente, dall’altro metteremo un bel punto interrogativo su vie di comunicazione, istruzione e servizi.
Come spesso accade, per tenere alta l’attenzione, si sceglie un argomento che può far presa sui cittadini e poi si spara a zero. Con la demagogia non si ottiene nulla.
E’ auspicabile una razionalizzazione delle Province sui territori, ma serve programmazione e attenzione….

Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati.
 
Secondo qualche stratega politico con il taglio delle Province si potrebbero recuperare i soldi per rimpinguare le casse dello Stato Italiano. Si dimentica, tuttavia, che il 50% dei costi delle Province è determinato dal personale e l’altro 50% va a sostenere le spese per strade, scuole e servizi.
Insomma eliminando le Province, da un lato licenzieremmo un sacco di gente, dall’altro metteremo un bel punto interrogativo su vie di comunicazione, istruzione e servizi.
Come spesso accade, per tenere alta l’attenzione, si sceglie un argomento che può far presa sui cittadini e poi si spara a zero. Con la demagogia non si ottiene nulla.
E’ auspicabile una razionalizzazione delle Province sui territori, ma serve programmazione e attenzione. Sarebbe possibile, in taluni casi, procedere ad accorpamenti, lo si potrebbe fare, là dove si è sotto i 400 mila abitanti, con delega alle Regioni. Si potrebbe pensare alla soppressione delle Province là dove si costituisce l’Area Metropolitana.  
Perché si giunga ad una decisione costruttiva è necessario un confronto serio, da tenersi in Parlamento e non sui ‘tabloid’.
Chi grida ‘a lupo, a lupo’ crea confusione e smarrimento nei cittadini ed è destinato a non essere creduto. Serve meno demagogia e più programmazione politica seria.