Primi segnali positivi per l’economia

Primi segnali positivi per l’economia


Sono emersi primi segnali favorevoli per l’economia italiana
– Negli ultimi mesi, anche in virtù del miglioramento del ciclo economico europeo, sono emersi per l’economia italiana alcuni segnali qualitativi positivi. Il giudizio delle imprese sulle condizioni per investire è migliorato, tornando su valori prossimi a quelli precedenti la crisi dell’estate del 2011, sia nell’industria sia nei servizi. Il calo della produzione industriale è proseguito in luglio e, in misura minore, in agosto; nel trimestre estivo il ritmo di caduta del PIL dovrebbe essersi pressoché annullato. Si profila, in linea con il quadro prefigurato nel Bollettino economico dello scorso luglio, la possibilità di un’inversione di tendenza dell’attività economica entro la fine dell’anno, cui la ripresa degli investimenti fornirebbe un contributo significativo.
Il rafforzamento della fiducia di imprese e famiglie è necessario per la ripresa…


Sono emersi primi segnali favorevoli per l’economia italiana
– Negli ultimi mesi, anche in virtù del miglioramento del ciclo economico europeo, sono emersi per l’economia italiana alcuni segnali qualitativi positivi. Il giudizio delle imprese sulle condizioni per investire è migliorato, tornando su valori prossimi a quelli precedenti la crisi dell’estate del 2011, sia nell’industria sia nei servizi. Il calo della produzione industriale è proseguito in luglio e, in misura minore, in agosto; nel trimestre estivo il ritmo di caduta del PIL dovrebbe essersi pressoché annullato. Si profila, in linea con il quadro prefigurato nel Bollettino economico dello scorso luglio, la possibilità di un’inversione di tendenza dell’attività economica entro la fine dell’anno, cui la ripresa degli investimenti fornirebbe un contributo significativo.
Il rafforzamento della fiducia di imprese e famiglie è necessario per la ripresa – L’attività economica sta finora beneficiando del buon andamento delle esporta-zioni. Un sostegno alla domanda interna, dalla quale dipende in larga parte il consolidarsi della ripresa, potrebbe essere fornito dal graduale rafforzamento nella fiducia di famiglie e imprese. Circa metà delle imprese partecipanti ai nostri sondaggi ritiene di aver superato la fase peggiore o si attende un solido miglioramento a breve. Resta comunque elevata la dispersione delle opinioni e la cautela sull’imminenza di una svolta ciclica, indicando che le prospettive rimangono fragili.
Il pagamento dei debiti commerciali della Pubblica amministrazione sostiene la liquidità delle imprese – Nei nostri sondaggi circa un terzo delle imprese che vantano crediti commerciali pregressi nei confronti delle Amministrazioni pubbliche riferisce di aver ricevuto pagamenti di importo non trascurabile e dichiara l’intenzione di destinare le somme a ridurre passività con fornitori e dipendenti, a diminuire l’indebitamento bancario e a finanziare nuovi investimenti. Il pagamento dei debiti commerciali sembra essersi associato a un miglioramento delle prospettive delle imprese che li hanno ricevuti.
Il conto corrente ritorna in surplus – Nei primi sette mesi dell’anno in corso, pur in presenza dell’apprezzamento del cambio, si è consolidato il miglioramento del saldo del conto corrente, che ha registrato un surplus di 3,9 miliardi. Oltre al perdurante calo delle importazioni vi ha contribuito, nel secondo trimestre, anche la crescita delle esportazioni
verso i mercati interni all’Unione europea nei quali l’Italia ha beneficiato della ripresa della domanda, mantenendo le quote di mercato.
Si attenua il calo dell’occupazione – La caduta dell’occupazione, intensa nel primo trimestre di quest’anno, si è attenuata nel secondo. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 12,0 per cento nel secondo trimestre, aumentando in misura più contenuta rispetto a quelli precedenti.
L’inflazione resta bassa – In settembre l’inflazione è scesa allo 0,9 per cento sui dodici mesi, un livello molto basso nel confronto storico; le pressioni dal lato dei costi restano deboli. L’aumento dell’IVA entrato in vigore all’inizio di ottobre eserciterebbe una temporanea spinta al rialzo dell’indice dei prezzi al consumo pari, nell’ipotesi di traslazione totale, a meno di mezzo punto percentuale.
Le condizioni del credito sono ancora tese – Le tensioni sull’offerta di prestiti restano un freno alla ripresa. La flessione dei finanziamenti alle imprese e alle famiglie è proseguita; qualche segnale di attenuazione delle difficoltà di accesso al credito è riportato dalle imprese nei sondaggi, ma l’offerta di prestiti, che continua a risentire del peggioramento del rischio di credito dovuto al prolungarsi della recessione, è destinata a migliorare solo gradualmente.