Perugia – Amministrazione di Sostegno e Trust di protezione

Perugia – Amministrazione di Sostegno e Trust di protezione

  

Quale politica sociale per perseguire equità e giustizia?
L’on. Grassi a Perugia per un seminario di studio
 
  
Quest’oggi l’on. Gero Grassi – Vicepresidente della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati –  ha partecipato, in qualità di relatore, ad un interessante seminario di studio sul tema: “Amministrazione di Sostegno e Trust di protezione”, organizzato dalla Regione Umbria – Direzione Regionale Sanità e Servizi Sociali.
Palazzo Graziani a Perugina la sede dell’incontro, che ha ospitato molti professionisti e tecnici del settore, chiamati a dare il loro contributo, per progettare una politica di welfare più equa e solidale rispetto a quella attuale. … 

  

Quale politica sociale per perseguire equità e giustizia?
L’on. Grassi a Perugia per un seminario di studio
 
  
Quest’oggi l’on. Gero Grassi – Vicepresidente della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati –  ha partecipato, in qualità di relatore, ad un interessante seminario di studio sul tema: “Amministrazione di Sostegno e Trust di protezione”, organizzato dalla Regione Umbria – Direzione Regionale Sanità e Servizi Sociali.
Palazzo Graziani a Perugina la sede dell’incontro, che ha ospitato molti professionisti e tecnici del settore, chiamati a dare il loro contributo, per progettare una politica di welfare più equa e solidale rispetto a quella attuale.  
L’on. Grassi ha avuto modo di discutere su un tema, sul quale lavora da moltissimo tempo. E’ infatti firmatario di alcune proposte di legge, tese a creare un sistema di protezione sociale per le persone non autosufficienti come anziani o disabili.
Siamo nel 2010 – ha dichiarato –  non è possibile emarginare o peggio ancora ghettizzare cittadini che per loro sfortuna non riescono ad essere autosufficienti. Nessuno mai vorrebbe dipendere da un altro. Nessuno mai chiederebbe aiuto se questo non fosse estremamente necessario. La dignità appartiene ad ogni uomo ed è dovere della società fare in modo che quella dignità non venga calpestata.
Troppo spesso accade che famiglie con congiunti non autosufficienti e con gravi problemi di natura finanziaria si chiudano in se stesse, in preda ad un dolore che non lascia intravedere vie di fuga. Abbiamo il dovere cristiano di tendere la mano verso l’altro, senza indurre chi è più debole a chiedere insistentemente, provando gran disagio.
Una delle proposte di legge firmate dall’on. Gero Grassi, inerente queste problematiche, è quella presentata il 6 maggio 2008 n. 738, con richiesta dell’istituzione di un sistema di protezione sociale e di cura per le persone non autosufficienti.
In Italia la cura e l’assistenza delle persone non autosufficienti sono affidate, prevalentemente, alle cure familiari. Oggi, tuttavia, la rete familiare è cambiata. Per le famiglie giovani è sempre più difficile conciliare lavoro e accudimento dei congiunti.
L’approvazione della proposta di legge n.738 – ribadisce l’on. Grassi – costituirebbe un investimento sul presente e sul futuro, poiché guarda anche ai circa 14 milioni di italiani che avranno più di 65 anni di età nel 2030, vale a dire quasi il 27% della popolazione, contro l’attuale quasi 17%.
La famiglia costituisce ancor oggi la principale risorsa a disposizione delle persone disabili e anziane, per fronteggiare la non autosufficienza. I costi della cura sono sostenuti principalmente dalle stesse famiglie.
Al momento le indennità di accompagnamento sono assai poco efficaci.
Per quanto tempo ancora potrà reggere questo sistema, alla luce dell’attuale crisi economica e della crescente precarietà del lavoro?
Chi ha la responsabilità di governo – ha affermato Grassi – non può sottrarsi al compito di promuovere politiche in grado di estendere significativamente la rete dei servizi, per fornire risposte ai bisogni quotidiani di ogni singola persona.
La proposta di legge n. 738 si pone l’obiettivo di aumentare in misura consistente il numero delle persone non autosufficienti, che possono beneficiare delle prestazioni assistenziali.
In Italia siamo ancora indietro rispetto ad altri Paesi europei.
La proposta  di legge prevede l’istituzione di un Fondo nazionale per il sostegno delle persone non autosufficienti, finanziato da un’imposta addizionale sui redditi delle persone fisiche e delle società, graduata in relazione ai diversi scaglioni di reddito, o con la previsione dell’esenzione all’imposizione per i redditi medio-bassi.
Ciò che in sintesi, la proposta di legge chiede, è un patto di solidarietà che coinvolga tutti i cittadini, a fronte di un rischio non più accidentale o straordinario, ma assai prevedibile, che è quello della non autosufficienza, che può toccare la famiglia di ognuno di noi.
Di indubbio valore sociale anche la proposta di legge firmata dall’on. Grassi, n. 1874 del 5 novembre 2008: “Disposizioni in materia di destinazione di beni in favore di persone con gravi disabilità e di discendenti privi di mezzi di sostentamento”.
L’assistenza dei soggetti disabili dopo la morte dei loro genitori è un bisogno di cui lo Stato deve farsi carico. Una delle modalità per garantire ai genitori la sicurezza che il loro figlio continuerà a ricevere le cure necessarie, anche quando essi non ci saranno più, può essere individuata nell’istituzione di un patrimonio destinato.
A tutti deve essere concessa una vita dignitosa, rispondente ai bisogni fisici, medici e sociali. A tutti deve essere concessa una vita serena, garantendo la possibilità di sopperire alle necessità basilari del vivere quotidiano.
Recenti dati statistici riferiscono che le persone con disabilità in Italia sono 2 milioni e 600 mila, pari al 4.8 per cento della popolazione, ai quali bisogna aggiungere i soggetti ricoverati in Istituto e tutti quei casi, in prevalenza bambini, che sfuggono ai servizi pubblici.
Le donne con disabilità che vivono in famiglia sono 1 milione 727 mila e di queste circa 14 mila sono in età fertile. E’ chiaro che tutte queste donne hanno bisogno screening e va rilevato che sono pochissime le strutture pubbliche, in grado di garantire prestazioni adeguate alle “particolare esigenze”.
E’ importante che in ogni ASL sia predisposto un ambulatorio ginecologico, privo di barriere architettoniche, preposto all’accoglienza e alla cura delle pazienti affette da disabilità. Anche il personale medico va preparato all’accoglienza e all’ascolto delle pazienti affette da disabilità.
Questo è solo un esempio – ha ribadito Grassi –  per comprendere quanto lavoro c’è da fare in questo settore.
Sentirsi estranei a queste problematiche perché si è nati sotto una buona stella e non si hanno congiunti con disabilità è quantomeno ingeneroso verso la natura e verso il prossimo.
Ognuno di noi – conclude –   ha il dovere morale di fare tutto il possibile per creare condizioni di vita serene per le fasce più deboli della società.
Nel grande cerchio della vita abbiamo tutti un ruolo, abbiamo tutti una missione, abbiamo tutti una valenza. L’egoismo non trova spazio e genera soltanto aridità.
Chi ha la responsabilità di governare deve fare il possibile per far sentire tutti accolti e garantiti da uno Stato, che ha il dovere di protegge i suoi figli più deboli, prima ancora che quelli più forti.
L’attuale Governo mostra grande insensibilità verso queste problematiche e continua a ridurre i Fondi destinati a Sanità e Servizi Sociali, effettuando tagli su tagli.
Il bisogno dei cittadini necessita risposte concrete, non parole vane a cui seguono scelte scellerate, pesanti come macigni da sopportare.