Perché ricordare Alcide De Gasperi?

Perché ricordare Alcide De Gasperi?


di Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
 
Sono passati oltre cinquant’anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Le crudeltà e le rovine di un guerra ‘inutile’ sono ormai un ricordo. Spesso sbiadito e lontano nel tempo in una società che guarda poco alle ragioni e alla storia che sono alla base della convivenza civile.
Lo Stato Repubblicano ha determinato notevoli cambiamenti, diffuso benessere, innalzato tantissimo il livello di vita del popolo italiano.
Viviamo nel ‘villaggio globale’. L’Europa è una realtà.
Il termine ‘Europa’ rappresenta non solo un’area geografica. Inizia piano piano ad essere un comune sentire.
E’ necessario, però, per costruire il futuro guardare a ieri. Sapere da dove siamo partiti. Conoscere i motivi che hanno indotto i pionieri dell’europeismo ad ipotizzare decenni orsono l’utopia Europa.
Per noi Italiani l’Europa si ricollega al pensiero dei Cattolici Democratici e al grande statista Alcide De Gasperi. Un trentino, dal volto serio e preoccupato, che, per circa un decennio, nell’immediato dopoguerra, sviluppò una politica che guardando all’uomo realizzò i suoi bisogni primari.
L’Italia era tutta da ricostruire. Mancava di ogni cosa.De Gasperi fu artefice della ricostruzione morale e materiale…


di Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
 
Sono passati oltre cinquant’anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Le crudeltà e le rovine di un guerra ‘inutile’ sono ormai un ricordo. Spesso sbiadito e lontano nel tempo in una società che guarda poco alle ragioni e alla storia che sono alla base della convivenza civile.
Lo Stato Repubblicano ha determinato notevoli cambiamenti, diffuso benessere, innalzato tantissimo il livello di vita del popolo italiano.
Viviamo nel ‘villaggio globale’. L’Europa è una realtà.
Il termine ‘Europa’ rappresenta non solo un’area geografica. Inizia piano piano ad essere un comune sentire.
E’ necessario, però, per costruire il futuro guardare a ieri. Sapere da dove siamo partiti. Conoscere i motivi che hanno indotto i pionieri dell’europeismo ad ipotizzare decenni orsono l’utopia Europa.
Per noi Italiani l’Europa si ricollega al pensiero dei Cattolici Democratici e al grande statista Alcide De Gasperi. Un trentino, dal volto serio e preoccupato, che, per circa un decennio, nell’immediato dopoguerra, sviluppò una politica che guardando all’uomo realizzò i suoi bisogni primari.
L’Italia era tutta da ricostruire. Mancava di ogni cosa.
De Gasperi fu artefice della ricostruzione morale e materiale.
La sua seria e sentita preoccupazione primaria fu quella di dare ‘un’anima’ alla ricostruzione. Di spiegare agli italiani, demotivati e avviliti da vent’anni di fascismo, che la pace è collegata allo sviluppo reciproco dei popoli e alla collaborazione tra questi, che la solidarietà tra popoli era presupposto necessario per anni di libertà e di democrazia.
Alcide De Gasperi, pur tracciando le linee guida di quella che è stata ed è ancora la democrazia italiana, non poté vedere realizzati i suoi obiettivi e le sue speranze.
Oggi l’idea ‘Europa’ è di tutte le parti politiche, così come all’inizio è stata di pochi.
Ecco perché in una politica che spesso è gridata, in una politica dove spesso trionfano sentimenti quali il populismo e la demagogia, in una politica dove si fa fatica a capire le vere ragioni di divisioni che appaiono lontane dai bisogni delle persone, ricordare De Gasperi ed offrire soprattutto ai più giovani i testi dimenticati dei suoi interventi ‘europei’ significa produrre strumenti culturali che tendono alla scoperta delle radici su cui costruire il futuro.
La collaborazione tra Stati è una convinzione e non una convenienza.
Se oggi l’Italia e gli Italiani sono in Europa, grande merito è di Alcide De Gasperi il quale in silenzio, con fede e senza clamori ne tracciò il solco.
In una seduta della Direzione Nazionale DC del novembre 1945, sentendo che alcuni amici erano spaventati all’idea di assumere la guida del Governo, De Gasperi disse: “Come Sant’Agostino temeva che il Signore passasse oltre, per una forza politica l’assunzione del potere non può essere accettata o respinta a piacimento. So bene che se fallissimo sarebbe una grave iattura per i cattolici italiani, ma so anche che se Meda avesse accettato di presiedere il Governo e non fosse fuggito, avremmo potuto evitare all’Italia la dittatura. Che iddio ci aiuti.”
Nessuno può affermare che i cattolici democratici hanno fallito.
Perché la Storia sia rispettata nella sua verità. L’Italia sia grata a De Gasperi.
E’ stato un politico profetico. Ha guardato all’Europa come al futuro dei popoli. 
 “La Comunità europea vuol dire la pace, vuol dire una permanente funzione dell’Italia nel contesto europeo, vuol dire l’apertura al mercato comune del lavoro e il graduale accesso alle comuni risorse, vuol dire se non al fine, certo la compressione degli egoismi nazionali e la liberazione delle energie popolari”.
Parole profetiche sulle quali riflettere ancor oggi, per guardare al futuro con prospettive di crescita e pacificazione sociale.