Nel Mezzogiorno poca scuola e poco lavoro

Nel Mezzogiorno poca scuola e poco lavoro

 
Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
 
Secondo un studio effettuato dal Ministero del Lavoro la percentuale di disoccupazione è più alta tra chi ha un basso titolo di studio. Un dato che si riscontra soprattutto nel Mezzogiorno dove il 47% dei ragazzi con la licenza media è senza lavoro.
Entrando nel merito, su quasi 3 milioni di ventenni, nel Mezzogiorno il 30% si è fermato alle scuole medie, e tra questi quasi la metà, il 47% è “disperso” ovvero non ha un lavoro e non ha intrapreso un percorso formativo. Per le donne la percentuale sale ulteriormente, toccando il 60%.
Questi dati meritano un’attenta riflessione e soprattutto politiche orientate a determinare un’inversione di tendenza….

Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
 
Secondo un studio effettuato dal Ministero del Lavoro la percentuale di disoccupazione è più alta tra chi ha un basso titolo di studio. Un dato che si riscontra soprattutto nel Mezzogiorno dove il 47% dei ragazzi con la licenza media è senza lavoro.
Entrando nel merito, su quasi 3 milioni di ventenni, nel Mezzogiorno il 30% si è fermato alle scuole medie, e tra questi quasi la metà, il 47% è “disperso” ovvero non ha un lavoro e non ha intrapreso un percorso formativo. Per le donne la percentuale sale ulteriormente, toccando il 60%.
Questi dati meritano un’attenta riflessione e soprattutto politiche orientate a determinare un’inversione di tendenza.
Bisognerebbe favorire la formazione soprattutto nelle zone in cui si riscontrano particolari situazioni di disagio e precarietà. Non è con i tagli al mondo della scuola e accorciando il percorso di studio che si favorisce ai ragazzi l’ingresso nel mondo del lavoro.
Ridurre il numero degli anni di studio è solo un modo per ridurre le spese, continuando ad effettuare tagli su tagli. Il Governo di centrodestra vuole far apparire le sue scelte come orientate a facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro dei nostri ragazzi. Niente di più falso. Lo dimostra questo studio, lo dimostrano questi dati.