Misure per fronteggiare la povertà

Misure per fronteggiare la povertà


L’Ocse ha calcolato che, rispetto al 2007, il reddito medio in Italia ha subito una diminuzione di circa 2.400 Euro, arrivando ad un livello di 16.00 euro pro capite nel 2012. Si tratta di una delle riduzioni in termini reali più significative nell’Eurozona, dove la diminuzione media nei redditi, nello stesso intervallo di tempo, è stata pari a 1.100 Euro.
Il recente rapporto dell’Istat Noi Italia 2014 stima che il 24,9 per cento delle famiglie residenti in Italia nel 2012 presenta almeno tre delle difficoltà considerate nel calcolo dell’indice sintetico di deprivazione. Il panorama regionale mette in evidenza il forte svantaggio del Mezzogiorno, dove l’indicatore raggiunge il 41,0 per cento. Allo stesso tempo, un documento della Banca d’Italia rileva come nell’arco di tempo che va dal 2003 al 2011, l’indebitamento medio delle famiglie italiane sia passato dal 30,8% al 53,2% del reddito disponibile lordo.
Secondo dati Istat, nei primi nove mesi del 2013 il potere d’acquisto delle famiglie, paragonato a quello registrato nello stesso periodo del 2012, ha registrato una flessione dell’1,5%.
La conseguenza di tale ridotta capacità di spesa ha determinato cambiamenti significativi nello stile di vita e una crescente mole di richieste di aiuto anche da parte di settori della popolazione precedentemente non compresi nelle categorie della povertà e dell’esclusione. Il Rapporto della Caritas sulla povertà ha ben descritto questa nuova categoria di poveri, che conferma la progressiva “normalizzazione sociale” di coloro che richiedono beni e servizi materiali.
La legge di stabilità 2014 (legge 147/2013) ha finanziato con 10 milioni di euro, il Fondo destinato a finanziare programmi annuali di distribuzione di derrate alimentari agli indigenti… 
 


L’Ocse ha calcolato che, rispetto al 2007, il reddito medio in Italia ha subito una diminuzione di circa 2.400 Euro, arrivando ad un livello di 16.00 euro pro capite nel 2012. Si tratta di una delle riduzioni in termini reali più significative nell’Eurozona, dove la diminuzione media nei redditi, nello stesso intervallo di tempo, è stata pari a 1.100 Euro.
Il recente rapporto dell’Istat Noi Italia 2014 stima che il 24,9 per cento delle famiglie residenti in Italia nel 2012 presenta almeno tre delle difficoltà considerate nel calcolo dell’indice sintetico di deprivazione. Il panorama regionale mette in evidenza il forte svantaggio del Mezzogiorno, dove l’indicatore raggiunge il 41,0 per cento. Allo stesso tempo, un documento della Banca d’Italia rileva come nell’arco di tempo che va dal 2003 al 2011, l’indebitamento medio delle famiglie italiane sia passato dal 30,8% al 53,2% del reddito disponibile lordo.
Secondo dati Istat, nei primi nove mesi del 2013 il potere d’acquisto delle famiglie, paragonato a quello registrato nello stesso periodo del 2012, ha registrato una flessione dell’1,5%.La conseguenza di tale ridotta capacità di spesa ha determinato cambiamenti significativi nello stile di vita e una crescente mole di richieste di aiuto anche da parte di settori della popolazione precedentemente non compresi nelle categorie della povertà e dell’esclusione. Il 
Rapporto della Caritas sulla povertà ha ben descritto questa nuova categoria di poveri, che conferma la progressiva “normalizzazione sociale” di coloro che richiedono beni e servizi materiali.
La legge di stabilità 2014 (legge 147/2013) ha finanziato con 10 milioni di euro, il Fondo destinato a finanziare programmi annuali di distribuzione di derrate alimentari agli indigenti, istituito presso l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura – AGEA. Sono state inoltre introdotte norme sulla raccolta e distribuzione gratuita agli indigenti di prodotti alimentari da parte delle ONLUS e degli operatori del settore alimentare, prevedendo che i soggetti indicati debbano garantire un corretto stato di conservazione, trasporto, deposito e utilizzo degli alimenti, ciascuno per la parte di competenza (commi 236-239).
A livello comunitario, il Regolamento (UE) n. 223/2014 dell’11 marzo 2014 ha istituito il Fondo di aiuti europei agli indigenti che ha sostituito il Programma per la distribuzione di derrate alimentari agli indigenti, conluso a fine 2013. Con l’istituzione del Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD) prosegue il sistema virtuoso di donazioni di prodotti alimentari e di base a chi si trova in condizioni di povertà estrema. Nelle intenzioni della Commissione europea, il Fondo contribuirà al raggiungimento dell’obiettivo, fissato dalla strategia “Europa 2020” , di ridurre di almeno 20 milioni il numero di persone a rischio, o in condizioni di povertà ed esclusione sociale. Obiettivo specifico del Fondo è quello di alleviare le forme più gravi di povertà, prestando un’assistenza non finanziaria alle persone indigenti mediante prodotti alimentari e/o assistenza materiale di base (vestiario, calzature, prodotti per l’igiene, materiale scolastico e sacchi a pelo) con particolare attenzione ai senza fissa dimora e ai bambini. Il Fondo non intende sostituire le politiche pubbliche adottate dagli Stati membri per combattere la povertà e l’esclusione sociale, in particolare quelle necessarie per impedire la marginalizzazione dei gruppi vulnerabili e a basso reddito ed evitare l’aumento del rischio di povertà e di esclusione sociale. La ripartizione degli stanziamenti del Fondo tra gli Stati membri tiene conto in eguale misura della popolazione in condizioni di grave depriva­zione materiale e della popolazione che vive in famiglie ad intensità di lavoro molto bassa (base dati Eurostat).
Le risorse disponibili per il periodo compreso tra il 1° gennaio 2014 e il 31 dicembre 2020, ammontano a 3, 395 miliardi di euro. La dotazione per l’Italia è di 595 milioni di euro. La dotazione assegnata a uno Stato membro a titolo del Fondo è detratta dalla dotazione dei fondi strutturali destinati allo stesso Stato.
Al momento sono in corso d’adozione i regolamenti attuativi. In seguito, ciascuno Stato membro potrà presentare i Programmi operativi nazionali per gli anni 2014-2020.