Manovra finanziaria: ennesimo duro colpo alla scuola pubblica

Manovra finanziaria: ennesimo duro colpo alla scuola pubblica

Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente commissione Affari Sociali Camera dei Deputati

  
Manovra finanziaria: si dice tagli ai costi della politica, si legge tagli ai servizi per i cittadini. Si afferma di voler ridurre il debito pubblico, si rinvia ogni decisione importante al 2013-2014.
La confusione regna sovrana ed i cittadini non sanno a quale Santo votarsi. Forse è proprio questo l’obiettivo dell’attuale Governo di Centrodestra, non dare indicazioni precise per paura che l’elettorato scappi.….

Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente commissione Affari Sociali Camera dei Deputati

 
 
Manovra finanziaria: si dice tagli ai costi della politica, si legge tagli ai servizi per i cittadini. Si afferma di voler ridurre il debito pubblico, si rinvia ogni decisione importante al 2013-2014.
La confusione regna sovrana ed i cittadini non sanno a quale Santo votarsi. Forse è proprio questo l’obiettivo dell’attuale Governo di Centrodestra, non dare indicazioni precise per paura che l’elettorato scappi.
Il Centrodestra non vuole vedere scemare il proprio consenso, così accantona la polvere sotto il tappeto, illudendosi di far apparire tutto lindo e pulito.
I conti non tornano, qualcuno dovrà farli tornare, così i Ministri da Tremonti alla Gelmini sono alle prese con un puzzle che costruisce piccoli pezzi, accanto ai quali c’è il vuoto assoluto.
Nessun intervento sostanziale per ridurre i costi della politica, ma tanti tagli che riguardano sanità, scuola, previdenza, sicurezza.
La scuola pubblica riceve l’ennesimo duro colpo dall’attuale manovra. Lo denuncia anche il coordinatore nazionale della associazione degli insegnanti ‘Gilda’, Rino Di Meglio, che evidenzia come gli accorpamenti dei plessi, previsti dalla manovra, provocheranno la  scomparsa di 3.000 sedi di dirigenza, a discapito di territori, famiglie, ragazzi.
Stiamo assistendo ad un gioco di prestigio, i servizi svaniscono ma vogliono farci credere che non è così.

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