Lo sciopero delle farmacie è sintomo di un malessere da curare

Lo sciopero delle farmacie è sintomo di un malessere da curare


Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sciali Camera dei Deputati
 
Domani, giovedì 26 luglio, le farmacie resteranno chiuse. Sarà la prima di ‘una serie di iniziative di protesta’ ha dichiarato Annarosa Racca, presidente di Federfarma, confermando la serrata contro le misure previste dal decreto sulla spending review in materia di spesa farmaceutica.
La mobilitazione, indetta a livello nazionale, implicherà la chiusura dell’80% delle farmacie e  sarà garantito soltanto il servizio minimo, con l’apertura delle farmacie di turno.
Secondo le stime di Federfarma Genova, l’effetto della Spending review per quanto concerne i servizi, sarà ‘il taglio del Cup (Centro unico di prenotazione visite ospedaliere), la riduzione del turno nei giorni festivi, la contrazione delle disponibilità di magazzino che implicherà l’impossibilità di reperire immediatamente gran parte dei farmaci, perdita del dell’occupazione per il 10%’ e altro ancora…
Lo scenario che si prospetta è preoccupante… 
 


Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sciali Camera dei Deputati
 
Domani, giovedì 26 luglio, le farmacie resteranno chiuse. Sarà la prima di ‘una serie di iniziative di protesta’ ha dichiarato Annarosa Racca, presidente di Federfarma, confermando la serrata contro le misure previste dal decreto sulla spending review in materia di spesa farmaceutica.
La mobilitazione, indetta a livello nazionale, implicherà la chiusura dell’80% delle farmacie e  sarà garantito soltanto il servizio minimo, con l’apertura delle farmacie di turno.
Secondo le stime di Federfarma Genova, l’effetto della Spending review per quanto concerne i servizi, sarà ‘il taglio del Cup (Centro unico di prenotazione visite ospedaliere), la riduzione del turno nei giorni festivi, la contrazione delle disponibilità di magazzino che implicherà l’impossibilità di reperire immediatamente gran parte dei farmaci, perdita del dell’occupazione per il 10%’ e altro ancora…
Lo scenario che si prospetta è preoccupante. Lo è per la categoria, lo è soprattutto per i cittadini, la cui salute dipende in alcuni casi da farmaci salvavita.
Che i tagli siano necessari è fuor di dubbio, ma non è possibile mettere sul piatto della bilancia: salute, sicurezza e istruzione per raggiungere il pareggio.
La protesta dei Sindaci a Roma, quella degli avvocati, quella dei giudici ed ora quella dei farmacisti, solleva un problema serio: il Paese è a rischio ‘collasso’ in moltissimi settori.
Lo sciopero di una categoria, come quella farmaceutica, che fornisce un servizio sociale insostituibile, è sintomo di un malessere che va curato. Quando il sintomo provoca dolore, vuol dire che la patologia è in atto già da tempo e bisogna intervenire repentinamente per non compromettere la vita del paziente. In questo caso il paziente è il Paese ed i sintomi del malessere sono le molteplici proteste evidenziate in piazza, in modo pacifico ma incisivo.
I tagli vanno fatti eliminando il superfluo. Non si può continuare a chiedere sacrifici ai cittadini negando loro l’essenziale, il necessario per sopravvivere.
Qualche giorno fa abbiamo evidenziato l’assurdità dello stipendio di 650 mila euro al direttore della RAI. Di situazioni similari ve ne sono molte. In tal senso bisogna intervenire, eliminando gli sprechi e gli stipendi d’oro, eliminando gli Enti doppione, eliminando le strutture ospedaliere obsolete e inadeguate…Eliminiamo, quindi, tutto ciò che rappresenta un costo superfluo per lo Stato, ma non neghiamo: salute, giustizia e istruzione ai cittadini.
Farlo significa tagliare le radici ad una pianta. Il destino è segnato.