Liberalizzare significa produrre ricchezza per tutti e non per pochi

Liberalizzare significa produrre ricchezza per tutti e non per pochi

di Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati

 
Il termine più discusso in questi giorni è liberalizzazione. Se ne parla spaccando il Paese a metà tra favorevoli e contrari.Favorevoli sono coloro i quali immaginano che le liberalizzazioni possano aprire nuove porte al mondo del lavoro. Contrari sono, invece, quelle categorie o ‘caste’, che dir si voglia, che mirano a mantenere chiuso un settore che, solo se destinato a pochi, produce ‘enorme’ ricchezza.
Il Presidente del Consiglio Mario Monti ha dichiarato che è tempo di ‘demolire le roccaforti che proteggono le categorie’….

di Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati

 
Il termine più discusso in questi giorni è liberalizzazione. Se ne parla spaccando il Paese a metà tra favorevoli e contrari.Favorevoli sono coloro i quali immaginano che le liberalizzazioni possano aprire nuove porte al mondo del lavoro. Contrari sono, invece, quelle categorie o ‘caste’, che dir si voglia, che mirano a mantenere chiuso un settore che, solo se destinato a pochi, produce ‘enorme’ ricchezza.
Il Presidente del Consiglio Mario Monti ha dichiarato che è tempo di ‘demolire le roccaforti che proteggono le categorie’. E’ proprio così, basta con i numeri chiusi per farmacie e notai…basta con gli ordini professionali restrittivi, basta con le concessioni limitate a pochi, basta con le mille limitazioni, che non mettono in moto lo sviluppo e l’economia e soffocano, invece, le legittime aspirazioni dei tanti giovani, che hanno studiato, immaginando di aprire una impresa commerciale o uno studio professionale.Le liberalizzazioni sono l’opportunità che serve al Paese per tagliare le vigenti restrizioni e adeguarsi ai principi di liberalismo economico, dando maggiore spazio alla libera scelta ed alla autonomia.Dopo la manovra Finanziaria che ha fatto recuperare credibilità al Paese, è tempo di mettere in moto la crescita, che passa inevitabilmente dalle liberalizzazioni. L’Italia è molto indietro rispetto agli altri paesi europei. E’ tempo di cambiare!Ammodernando il sistema economico del Paese, lo doteremo di migliori servizi e tariffe agevolate per i cittadini. Il principio della concorrenza non ha mai fatto male, al contrario, ha sempre favorito la collettività.Liberare il mercato nei diversi settori, che spaziano dai carburanti ai farmaci, dai trasporti alle professioni, non potrà che portare risparmi alle famiglie e apertura del mondo del lavoro per i giovani. Perché, dunque, continuare a chiudersi? Per tutelare chi? Che cosa?La legge della concorrenza mira a salvaguardare l’interesse collettivo, non quello di parte, non già quello di una singola categoria.Il settore dei carburanti, per esempio, è diventato un vero incubo per gli automobilisti italiani. Quelli che vivono al ‘valico’, settimanalmente attraversano la frontiera per fare il ‘pieno’ di benzina. Perché questo accade? Non possiamo continuare a guardare senza far nulla!Telefonia: qualche differenza abbiamo cominciato a vederla con l’apertura nel settore delle telecomunicazioni, bisogna continuare sulla via intrapresa e vigilare affinchè la concorrenza tra compagnie sia reale.Che dire poi del settore bancario ed assicurativo? Anche in questo campo c’è molto da fare. E’ necessario vigilare affinchè i cittadini siano tutelati e abbiano un ventaglio di proposte tra le quali scegliere. Oggi accade, invece, che le differenze tra una proposta e l’altra siano davvero minime. Le liberalizzazioni devono includere anche le licenze per i taxi. Che senso ha restringere le licenze e determinare disservizi nelle città là dove la richiesta è alta?Nel settore delle professioni sarebbe ‘cosa buona e giusta’ abolire i tariffari, che non determinano il principio della concorrenza. I cittadini, infatti, pur rivolgendosi ad altro professionista, vedono presentarsi sempre lo stesso conto.Per lo stesso motivo è necessaria la revisione della pianta organica dei notai, aumentandone il numero, soltanto così si riuscirà a dare maggiore possibilità di inserimento lavorativo ai giovani laureati e specializzati e a garantire tariffe agevolate ai cittadini.Allora, le liberalizzazioni sono da favorire o da demonizzare?La libertà e l’autonomia sono sempre da favorire. E’ chiaro che devono accompagnarsi a regole precise e a correttezza di comportamento.Nessuno vuole un mondo in cui regni l’anarchia, senza regole e senza orari. Ma l’equità non la si può raggiungere favorendo restrizioni e limitazioni, facendo sì che pochi continuino a guadagnare molto e tanti continuino ad ingrossare le file della disoccupazione, il tutto condito da prezzi esosi, spalmati su una collettività a cui non viene offerta possibilità di scelta. Liberalizzare significa produrre ricchezza per tutti e non per pochi. Chi si dice contrario deve spiegarne il perché!
Per me è un si!