LETTERE DEMOCRATICHE PUGLIESI – 1

LETTERE DEMOCRATICHE PUGLIESI – 1


Carissimo Amico, Carissima Amica,
 
         anzitutto un grazie sincero ed affettuoso per la fiducia concessa al Partito Democratico e a me in occasione delle elezioni politiche 2013.
Di nuovo grazie a quanti mi hanno votato in occasione delle Primarie consentendomi di essere protagonista delle elezioni.
 
         Ho sostenuto, come sempre, una campagna elettorale dura ed estenuante girando le sei province della Puglia e non lesinando sforzi di alcun tipo.
Ho incontrato tantissime persone in tutte le ore del giorno, con loro ho discusso e mi sono confrontato sul tema del partito, dell’Italia e del Governo del Paese.
 
         Una esperienza bellissima il rapporto con i pugliesi che mi accolgono sempre con entusiasmo ed affetto. Una grande esperienza di amicizia.
 
         Ho percepito in Puglia il grido di allarme per una carenza spaventosa di lavoro. Ho toccato con mano la grande voglia di rinnovamento dello Stato e della politica e la preoccupazione per un partito, il nostro, spesso inadatto.
 
         I risultati elettorali, da me anticipati anche nella dimensione a vari amici, hanno determinato una situazione di totale ingovernabilità del Paese.
 
         Il Partito Democratico non ha vinto acquisendo una quantità di voti inferiore alle previsioni e alle aspettative. Il significato positivo delle Primarie si è perso nel nulla a dimostrazione che l’elettorato italiano, in larghissima parte, vota a prescindere da valori ed impegno.
 
         Gli amici che per anni hanno sostenuto la legittimità del cambio della legge elettorale, considerazione che condivido, hanno ora toccato con mano che Berlusconi ed Il Popolo della Libertà acquisiscono voti a prescindere dalla qualità dei candidati e a prescindere dalla serietà dei comportamenti del proprio leader che, pur avendone dette e combinate di ogni colore, riesce, attraverso ogni mezzo, a risultare votabile e potabile.
Questa considerazione aumenta il rammarico per non aver fatto, quando si poteva e doveva, la legge sul conflitto d’interessi che, è bene dirlo, riguarda non solo Berlusconi, ma anche noi tutti e l’intera società italiana….
 
       


Carissimo Amico, Carissima Amica,
 
         anzitutto un grazie sincero ed affettuoso per la fiducia concessa al Partito Democratico e a me in occasione delle elezioni politiche 2013.
Di nuovo grazie a quanti mi hanno votato in occasione delle Primarie consentendomi di essere protagonista delle elezioni.
 
         Ho sostenuto, come sempre, una campagna elettorale dura ed estenuante girando le sei province della Puglia e non lesinando sforzi di alcun tipo.
Ho incontrato tantissime persone in tutte le ore del giorno, con loro ho discusso e mi sono confrontato sul tema del partito, dell’Italia e del Governo del Paese.
 
         Una esperienza bellissima il rapporto con i pugliesi che mi accolgono sempre con entusiasmo ed affetto. Una grande esperienza di amicizia.
 
         Ho percepito in Puglia il grido di allarme per una carenza spaventosa di lavoro. Ho toccato con mano la grande voglia di rinnovamento dello Stato e della politica e la preoccupazione per un partito, il nostro, spesso inadatto.
 
         I risultati elettorali, da me anticipati anche nella dimensione a vari amici, hanno determinato una situazione di totale ingovernabilità del Paese.
 
         Il Partito Democratico non ha vinto acquisendo una quantità di voti inferiore alle previsioni e alle aspettative. Il significato positivo delle Primarie si è perso nel nulla a dimostrazione che l’elettorato italiano, in larghissima parte, vota a prescindere da valori ed impegno.
 
         Gli amici che per anni hanno sostenuto la legittimità del cambio della legge elettorale, considerazione che condivido, hanno ora toccato con mano che Berlusconi ed Il Popolo della Libertà acquisiscono voti a prescindere dalla qualità dei candidati e a prescindere dalla serietà dei comportamenti del proprio leader che, pur avendone dette e combinate di ogni colore, riesce, attraverso ogni mezzo, a risultare votabile e potabile.
Questa considerazione aumenta il rammarico per non aver fatto, quando si poteva e doveva, la legge sul conflitto d’interessi che, è bene dirlo, riguarda non solo Berlusconi, ma anche noi tutti e l’intera società italiana.
 
         Grillo ed il Movimento 5 Stelle, senza mai un confronto e nonostante l’anonimato fisico ed in molte occasioni politico e culturale di tanti candidati, hanno stravinto le elezioni riscuotendo un consenso anche da elettori del PD.
 
         Monti e i suoi alleati hanno avuto una sconfitta sonora addirittura con la ‘meritata’ scomparsa dal Parlamento di Gianfranco Fini. (Ipotizzo una maledizione sugli ultimi Presidenti della Camera: Bertinotti nel 2008 e Fini nel 2013 non rieletti. Attenzione al prossimo!).
Mi auguro che con questa ennesima bocciatura nessuno più rincorra una idea di centrismo antistorico in una società dove il consenso si raccoglie non per posizioni geometriche, ma per proposte, idee e capacità di disegnare un futuro. Il ‘centrismo’ positivo e di Governo è morto con il suo grande interprete Alcide De Gasperi.
 
L’elettorato di Centrosinistra è molto più esigente e a noi non perdona nulla, forse giustamente, considerata la nostra paventata e spesso conclamata diversità.
 
         Paghiamo caramente un partito, il nostro, incapace di interloquire e di presentarsi come elemento trainante di rinnovamento, innovazione, buon governo e speranza di futuro migliore.
         Paghiamo duramente un partito che sostituisce alla strategia la tattica e muore di tatticismo attraverso un totale ripiegamento su se stesso.
         Paghiamo un partito dove molti suonatori non fanno squadra e dove spesso alcune scelte, invece di riguardare la parte più debole della società, interessano solo i poteri forti.
 
Quanto tempo ha impiegato il PD per capire che i milioni di euro destinati agli aerei militari F35 dovevano essere destinati a pubblica istruzione e sanità?
Ha capito il PD che il danaro investito per il riarmo e le spese militari va destinato al welfare, alla occupazione e allo sviluppo?
Ha compreso il PD che deve occuparsi di banche per aiutare le piccole e medie imprese ad avere accesso al credito e non per operazioni di alta finanza, spesso oscura ed illecita?
Discutiamo di province da eliminare da anni e le province sono ancora là. Abbiamo da pensare e realizzare la unificazione di moltissimi Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti.
Dobbiamo riunificare i vari corpi di polizia, essendo l’unica nazione europea che ne ha tantissimi con uno sciupio di danaro non più sopportabile.
Dobbiamo combattere i tanti privilegi delle diverse ‘caste’ italiane, dobbiamo insegnare a tutti, iniziando da noi, che l’evasione fiscale è contro lo Stato e che chi la pratica non è migliore, ma peggiore.
Dobbiamo rivedere e migliorare la giustizia italiana, tutta centrata intorno agli interessi di Berlusconi, mentre poi tanti poveri cristi vivono drammi umani ingiusti.
Dobbiamo spiegare anche al PD che il Mezzogiorno d’Italia non può continuare ad essere relegato ad un dopo che non arriva mai. Anche in campagna elettorale il tema è stato quasi escluso dall’agenda.
 
Ha capito il PD di Puglia che le liste per le politiche 2013 sono state sbagliate quando si è consentito che sindaci, consiglieri ed assessori regionali lasciassero il proprio ruolo per approdare in Parlamento senza alcun criterio di ineleggibilità per chi ha già un incarico?
Ottime persone i candidati ed anche quelli che pur aspirando non hanno avuto la deroga per le alchimie oscure della politica, ma l’idea che abbiamo lanciato è risultata perdente e soffocante per un partito che doveva allargarsi e non restringersi.
È fortemente sbagliato utilizzare un Ente, quale la Regione Puglia, come veicolo trainante dei destini personali di pochi verso altri incarichi.
I cittadini pugliesi hanno percepito la fine della legislatura regionale sin dal giorno dopo le elezioni del 2010 e noi abbiamo dato, anche per via del ruolo nazionale del Presidente della Regione Puglia Nichy Vendola, l’idea che la precarietà fosse sistema nell’Ente Regione.
Nessuna personalizzazione ma credo che su questi temi si debba riflettere insieme sancendo una volta per tutte la ineleggibilità totale che da un lato vuol dire favorire la partecipazione, dall’altro significa anche avere rispetto di chi ti ha eletto e delle Istituzioni che dobbiamo servire. Invece, spesso, delle Istituzioni ci si serve.
D’altra parte se dopo otto anni di Governo di centrosinistra, il risultato in Puglia è quello attuale, forse è il caso di interrogarsi sugli errori compiuti, sulle omissioni operate, sulle scelte sbagliate.
Cosa che dovrebbe fare con noi anche il Presidente della Regione Puglia, vista l’esiguità del suo consenso regionale e nazionale. Io credo che la migliore risposta che Nichy possa e debba dare sia quella di tornare, dopo tanto tempo, a svolgere come sa e come pure ha fatto, il ruolo di Presidente della Regione Puglia.
A proposito di Regione Puglia l’altro giorno ho letto sui giornali una iniziativa di due neoeletti Parlamentari PD, uno dei quali pugliese, rivolta alla riduzione dei costi della politica. Condivido in pieno la considerazione. In Parlamento si è già abbondantemente praticata senza comunicarla alla opinione pubblica nemmeno da parte del PD, pagando prezzi anche su questa omissione.
Contestualmente, in altro articolo, si parlava di liquidazioni d’oro alla Regione Puglia, consistenti in diverse centinaia di mila euro, percepite dai consiglieri regionali a fine mandato.
Ogni commento è superfluo.
 
Tutto questo ed altro ancora lo abbiamo toccato con mano girando la Puglia e lo abbiamo pagato in sottrazione di voti.
Potrei continuare…ma non voglio tediare nessuno.
 
Penso che il risultato elettorale possa e debba costituire una possibilità per il Pd e per la società italiana tutta. Una possibilità di cambiamento e di sfida verso il futuro. Una occasione, forzata per molti, di sfidare la voglia di protagonismo e di rinnovamento che la società chiede.
 
Tempi nuovi ci attendono. Non possiamo muoverci facendo finta che nulla è cambiato. Dobbiamo cambiare anche noi ed essere protagonisti del momento che viviamo senza pensare di mettere la polvere sotto il tappeto, oppure di sperare che il vento cambi.
 
Possiamo farcela se ognuno di noi diventa protagonista del nuovo mondo. Possiamo farcela se ognuno di noi guarda indietro per aiutare chi sta peggio ed avanti per migliorare se stesso. Possiamo farcela se ripensiamo il nostro Partito Democratico come veicolo e protagonista di un’azione di Governo aperta alle sfide che ci attendono.
Verso il Partito Democratico dobbiamo avere un atteggiamento di amore e di servizio, utilizzando le diversità come un valore e non come divisione sterile e pretestuosa.
A tale proposito avanzo una mia vecchia idea, sempre rifiutata da molti.
Il Partito Democratico va allargato a quanti hanno una idea di centrosinistra aperto.
La cultura socialista, quella ambientalista, la stessa cultura di SEL con Nichy Vendola in testa vanno rappresentate nel PD.
È la loro e la nostra casa, se vogliamo un grande partito che affronti le sfide che abbiamo avanti e disegni l’Italia dei prossimi decenni. I piccoli recinti non hanno più senso, né tantomeno i partiti identitari senza respiro. Ed il PD non deve essere ‘una Cosa’ ristretta.
Tutti insieme per un grande Partito Democratico dove ognuno si senta a casa e dove le diverse culture sono un valore da esaltare, non da soffocare come pure spesso è avvenuto.
 
Cosa ci attende ora?
Non possiamo fare un Governo con il Popolo della Libertà perché i nostri programmi sono incompatibili su tantissimi aspetti.
Il Movimento 5 Stelle ‘pare’ non voglia farlo con noi.
Non possiamo pensare di tornare a votare subito, non per salvaguardare la elezione degli attuali Parlamentari, ma perché il Paese vivrebbe mesi da incubo per l’economia e la disoccupazione.
Allora?
Dobbiamo sfidare Il Movimento 5 Stelle e gli altri partiti in Parlamento su un programma veramente riformista ed innovativo.
Dobbiamo spiegare alla gente, in piazza, cosa stiamo facendo, perché lo stiamo facendo e quali sono i nostri obiettivi.
Ognuno poi si assumerà le proprie responsabilità.
Dobbiamo fare questo sgombri da pregiudizi e con gli occhi puntati al domani e al dopodomani.
 
Non dimentico che a maggio si rinnovano i Consigli Comunali di Alezio, Anzano di Puglia, Barletta, Bovino, Carapelle, Carovigno, Conversano, Corato, Crispiano, Giurdignano, Ischitella, Leporano, Lizzano, Margherita di Savoia, Modugno, Molfetta, Monopoli, Monteroni, Montesano Salentino, Noci, Palagianello, Peschici, Pietramontecorvino, Pulsano, Roseto Valfortore, Salve, San Marco La Catola, Sandonaci, San Marzano, Sannicandro Garganico, Sannicola di Lecce, Santa Cesarea Terme, Spongano, Squinzano, Surbo, Vernole e Zapponata.
Abbiamo il dovere di aiutare il Pd e gli amici candidati anche qui con un protagonismo diffuso perché la rinascita del PD parte dagli Enti Locali.
 
Attraverso le mail, il sito www.gerograssi.it, facebook, gli sms, i giornali, come in passato, senza lesinare sforzi, cercherò di informare tutti gli amici sui passaggi legislativi e politici che seguiranno l’insediamento della Camera fissato per il prossimo 15 marzo.
Lo faccio volentieri, nonostante i costi umani ed economici della informazione, consapevole che l’impegno politico va condiviso sempre.
Lo faccio volentieri convinto che senza voi tutti, molti dei quali miei amici da diversi decenni, la mia bellissima esperienza parlamentare non ci sarebbe stata.
 
A voi tutti, venerdì 15 marzo 2013, alle 10,00, entrando in Parlamento per la prima seduta della legislatura, rivolgerò un pensiero affettuoso di amicizia.
 
A voi chiedo di essere protagonisti, insieme a me, con proposte ed azioni che evidenzino la nostra volontà di aiutare l’Italia a crescere e ad uscire da un ripiegamento economico, sociale, culturale, morale, politico che ci rende tristi, infelici, delusi.
 
Vi chiedo atteggiamenti di grande responsabilità e di rigore morale, garantendo che i miei saranno improntati solo a questo.
Attenzione a condannare sempre la politica. E’ sbagliato. Va condannata la cattiva politica perché senza quella buona non esiste la democrazia.
Facciamo tutto questo restando insieme e chiamando altri a vivere con noi questa possibilità che ci viene offerta di ‘rifare’ l’Italia.
Dobbiamo farcela, insieme. Per ridare speranza all’Italia.
Grazie ed un abbraccio sincero.
Bari, 4 marzo 2013 

                                                                                                                                                                            Gero Grassi