Lettera aperta al Presidente Monti: salvata l’Italia, salviamo gli Italiani

Lettera aperta al Presidente Monti: salvata l’Italia, salviamo gli Italiani


di Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
 
 
Illustrissimo Presidente Monti,
 
scrivo a lei questa lettera perché ho il forte bisogno di denunciare una situazione che è sotto gli occhi di tutti e per la quale abbiamo il dovere di intervenire.
I dati Istat in merito alla ‘nuova povertà’ sono allarmanti.
Non servono i dati per capire in quale situazione versano molte famiglie italiane. Basta farsi un giro nei supermercati per capire come è cambiata la spesa di moltissimi cittadini.
I legumi hanno sostituito la carne. Le verdure, che prima erano solo un contorno, fungono adesso da seconda pietanza e per quel che riguarda la frutta, ci si reca ai mercatini rionali ad acquistare quel che resta in ora tarda, con prezzi bassi e qualità ancora più bassa. Il pesce fresco non compare più nei menù di molte famiglie, sostituito, ormai, da surgelati d’importazione. I costi del pane, lievitati alle stelle, hanno determinato una riduzione drastica dei consumi e ci si accontenta degli avanzi del pranzo, per garantirsi la cena. Acquistare alimenti anche per la sera, per molti cittadini è un lusso che non possono permettersi…
 


di Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
 
 
Illustrissimo Presidente Monti,
 
scrivo a lei questa lettera perché ho il forte bisogno di denunciare una situazione che è sotto gli occhi di tutti e per la quale abbiamo il dovere di intervenire.
I dati Istat in merito alla ‘nuova povertà’ sono allarmanti.
Non servono i dati per capire in quale situazione versano molte famiglie italiane. Basta farsi un giro nei supermercati per capire come è cambiata la spesa di moltissimi cittadini.
I legumi hanno sostituito la carne. Le verdure, che prima erano solo un contorno, fungono adesso da seconda pietanza e per quel che riguarda la frutta, ci si reca ai mercatini rionali ad acquistare quel che resta in ora tarda, con prezzi bassi e qualità ancora più bassa.
Il pesce fresco non compare più nei menù di molte famiglie, sostituito, ormai, da surgelati d’importazione. I costi del pane, lievitati alle stelle, hanno determinato una riduzione drastica dei consumi e ci si accontenta degli avanzi del pranzo, per garantirsi la cena. Acquistare alimenti anche per la sera, per molti cittadini è un lusso che non possono permettersi.
I dati dichiarano che un quarto degli italiani è a rischio povertà. Abbiamo il tasso di disoccupazione giovanile più alto d’Europa, dopo la Spagna ed una donna su due è senza lavoro.
Gli anziani, poi, vivono una condizione indicibile. La pensione di anzianità non è sufficiente neppure a garantire le cure necessarie, data l’età. Devono poi acquistare gli alimenti, pagare le bollette ed il fitto di casa, quando non è di proprietà.
Vivo in Puglia ed i dati ribadiscono che il ‘rischio povertà’ si concentra soprattutto nel Mezzogiorno dove sfiora il 39,0%.
Signor Presidente, sono molto preoccupato perché non vedo segnali di crescita.
Allarmanti sono anche i dati che riguardano l’occupazione giovanile. Si calcola che nel 2011 si siano persi 80 mila posti di lavoro tra i giovani. Non vanno meglio le cose per l’occupazione femminile, sempre più precariato e meno offerte lavorative, soprattutto nel Sud.
Non ho mai pensato di essere un privilegiato, ho sempre lavorato onestamente e non ho fatto mancare nulla alla mia famiglia. Oggi, invece, penso che tutti quelli che, come me, possono garantire un futuro ai propri figli, senza dover negare loro cure ed adeguata alimentazione, sono dei privilegiati. A moltissimi cittadini questo non è più consentito.
I servizi sociali delle nostre città sono collassati dalle richieste di aiuto che non riescono a soddisfare a causa della mancanza di fondi, determinata in gran parte dalla crisi e dal patto di stabilità che sta ‘mummificando’ i Comuni.
Signor Presidente, se non mettiamo in atto una strategia tesa a salvaguardare le fasce più deboli ci troveremo presto a dover fronteggiare un’emergenza che non appartiene ai paesi occidentali ed industrializzati. Mi riferisco all’insorgenza di patologie causata da una dieta alimentare povera di vitamine e proteine.
Non esagero quando affermo che ci sono cittadini che ‘non possono mangiare’: mi riferisco agli anziani, ai disoccupati, ma anche alle famiglie con più figli e monoreddito.
Ad ottobre è prevista una nuova stangata sulle famiglie. Si parla già dell’IVA che dovrebbe passare dal 21% al 23% per il ‘Decreto Salva Italia’. Mi chiedo, come possiamo pensare di salvare l’Italia se non salviamo gli italiani?
Provo un grande disagio nel vedere professionisti, insegnanti e lavoratori che hanno dato tanto al Paese ed oggi nella condizione di ‘pensionati’ faticano a garantirsi il minimo per vivere dignitosamente.
Provo un grande disagio quando apprendo che a molti bambini non è concesso di praticare uno sport o peggio di curarsi i denti o cambiare gli occhiali, perché i genitori non possono far fronte neppure alle spese correnti.
Provo un grande disagio quando vedo alla cassa del supermercato cittadini lasciare alimenti perché il costo della spesa supera le proprie disponibilità.
Provo il disagio di non poter far nulla per loro.
Provo il disagio di appartenere alla classe politica, che ha il dovere di intervenire in favore delle classi più deboli.
Signor Presidente a lei l’Italia deve molto. E’ stato capace di un miracolo: ci ha ridato dignità e credibilità in Italia e all’Estero. Ora le chiedo di salvare gli italiani e ridarci la fiducia che ci è stata strappata.