Lettera aperta al Ministro della Salute e all’Assessore alla Salute della Regione Puglia

Lettera aperta al Ministro della Salute e all’Assessore alla Salute della Regione Puglia

di Gero Grassi-Vicepresidente Commissione Affari Sociali della Camera
 
 “Sono stanca di combattere contro il cancro con la mia pelle e con le mancanze di questo maledetto ospedale. Abbiamo tutto, ma non abbiamo il test di Fischer che ci legge l’aggressività del tumore. E ogni volta queste donne con i vetrini si devono sbattere per l’Italia per fare questo esame richiesto dall’ospedale stesso, poiché importante per impostare la chemioterapia. Sono esausta. I miei cancri aumentano ed io mi sento così inutile. Ho tanta paura di morire e di non aver lasciato nessun segno. Neanche migliorati i servizi sanitari, quelli più banali. Sono arrabbiata come non lo sono mai stata. Sono triste. Vorrei essere potente. Stare in alto. Contare qualcosa per poter fare qualcosa.   Vorrei stare al tuo posto per gridare ed ottenere. Dal mio posto posso solo gridare, che disperazione. Ho aperto il mio cuore a te ed esternato le mie debolezze a te solo, perché ti stimo.”
Antonia Siena.
Questo è il messaggio pervenutomi da Antonia.
Il mio essere uomo sensibile, prima che politico con un ruolo istituzionale, mi impone grande impegno su una tematica che certamente sta a cuore non solo ad Antonia Siena, ma a tutte le donne, che come lei, vengono inaspettatamente travolte da una malattia che non permette indugi e va combattuta con tutte le armi a disposizione.
 

di Gero Grassi-Vicepresidente Commissione Affari Sociali della Camera
 
 “Sono stanca di combattere contro il cancro con la mia pelle e con le mancanze di questo maledetto ospedale. Abbiamo tutto, ma non abbiamo il test di Fischer che ci legge l’aggressività del tumore. E ogni volta queste donne con i vetrini si devono sbattere per l’Italia per fare questo esame richiesto dall’ospedale stesso, poiché importante per impostare la chemioterapia. Sono esausta. I miei cancri aumentano ed io mi sento così inutile. Ho tanta paura di morire e di non aver lasciato nessun segno. Neanche migliorati i servizi sanitari, quelli più banali. Sono arrabbiata come non lo sono mai stata. Sono triste. Vorrei essere potente. Stare in alto. Contare qualcosa per poter fare qualcosa.   Vorrei stare al tuo posto per gridare ed ottenere. Dal mio posto posso solo gridare, che disperazione. Ho aperto il mio cuore a te ed esternato le mie debolezze a te solo, perché ti stimo.”
Antonia Siena.
Questo è il messaggio pervenutomi da Antonia.
Il mio essere uomo sensibile, prima che politico con un ruolo istituzionale, mi impone grande impegno su una tematica che certamente sta a cuore non solo ad Antonia Siena, ma a tutte le donne, che come lei, vengono inaspettatamente travolte da una malattia che non permette indugi e va combattuta con tutte le armi a disposizione.
 Il cancro oggi in moltissimi casi può essere sconfitto, ma è necessario diagnosticarlo per tempo e vincerlo con l’applicazione tempestiva delle terapie giuste. La cura è subordinata alla diagnosi che non può esser fatta se mancano gli strumenti necessari per gli accertamenti diagnostici.
 Antonia Siena evidenzia per se e per tutte le donne che vivono la sua malattia, una inadeguatezza del reparto di Anatomia Patologica dell’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. Ne esalta le professionalità presenti, ma allo stesso tempo ne evidenzia i limiti, poiché non è possibile eseguire in loco alcuni esami istologici.
 Evidenzia come i tempi per valutare la terapia del caso, si allungano, comportando ciò che ognuno di noi può immaginare, perché per esami istologici di cellule tumorali, è necessario che i vetrini facciano lunghi viaggi, prima di dare l’esito aspettato o inaspettato.
 Chiedo al Ministro della Salute e all’Assessore alla Salute della Regione Puglia di intervenire con celerità per fornire l’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, polo d’eccellenza della medicina in Puglia, di tutti gli strumenti necessari per dare risposte repentine al bisogno di salute dei cittadini colpiti dal cancro.
 Chiedo che si attrezzi il laboratorio di Anatomia Patologica, affinché diventi autosufficiente e non dipenda da Ospedali del capoluogo ed oltre.
Sono certo che il problema evidenziato da Antonia Siena, sensibilizzerà le Istituzioni preposte.
 Non si può rimanere sordi dinanzi ad una richiesta d’aiuto.
 Intervenire è un dovere morale, prima che istituzionale.