L’economia delle regioni italiane

L’economia delle regioni italiane


Dinamiche recenti e aspetti strutturali, novembre 2013
In un quadro congiunturale contraddistinto da una marcata incertezza, i segnali più favorevoli, emersi dall’estate, sono in prevalenza ascrivibili alle valutazioni degli imprenditori espresse nelle regioni del Centro e del Nord. A fronte di una domanda domestica ancora debole, il graduale miglioramento della fiducia delle imprese rimane connesso alla tenuta della domanda estera, che ha un peso inferiore nel Mezzogiorno. Un certo miglioramento, pur se modesto ed eterogeneo fra le aree territoriali, emerge anche dall’andamento del fatturato e della redditività delle imprese, rilevati dal sondaggio congiunturale della Banca d’Italia.
Le vendite estere sono cresciute nel primo semestre dell’anno (rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) nel Nord Est e al Centro, mentre sono rimaste sostanzialmente stagnanti nel Nord Ovest e sono calate fortemente nel Mezzogiorno. L’elevata eterogeneità rilevata nella dinamica delle esportazioni tra le aree del Paese è riconducibile alla diversa composizione settoriale e per destinazione delle vendite estere.
La caduta dell’occupazione è proseguita, ma si è attenuata nel secondo trimestre dell’anno al Centro Nord, mentre è rimasta intensa nel Mezzogiorno. Nel primo semestre dell’anno il tasso di disoccupazione è cresciuto, rispetto allo stesso periodo del 2012, di 1,4 punti percentuali al Centro Nord e di 2,5 nel Mezzogiorno; la crescita nelle regioni meridionali è stata parzialmente frenata dal calo dell’offerta di lavoro. Le ore di Cassa integrazione guadagni sono complessivamente tornate a calare; soltanto nel Nord Est se ne è registrato un ulteriore aumento.
È proseguito in tutte le macroaree il calo dei prestiti bancari alle imprese, cui si è associata una lieve contrazione di quelli alle famiglie, concentrata nel Mezzogiorno. Sull’andamento dei finanziamenti bancari continuano a influire, in tutte le aree del Paese, sia condizioni di offerta ancora tese, che riflettono un aumento del rischio percepito dalle banche, sia una domanda fiacca