LA REPUBBLICA – La gente ci ha dato la forza ma abbiamo litigato troppo

LA REPUBBLICA – La gente ci ha dato la forza ma abbiamo litigato troppo

“La gente ci ha dato la forza ma abbiamo litigato troppo”
Vendola soddisfatto. E poi telefona alla Capòne
 
PIERO RICCI
A Brindisi è quasi fatta al primo turno, ma è Taranto il chiodo fisso del governatore pugliese, quel patire sul filo del 50 per cento per la riconferma di Ippazio Stefano, il “suo” sindaco chiamato a vincere più che il ritorno dei Cito, le insidie ambientaliste del leader dei Verdi, Angelo Bonelli, il “forestiero” con cui ha polemizzato dopo la contestazione subita nel capoluogo jonico a poche ore dall’apertura delle urne. L’inseparabile Nicola Fratoianni, nell’ufficio del governatore, smista le telefonate che, gli arrivano per una dichiarazione fasulla vittoria di Francois Hollande in Francia, sul crollo di Pdl e Lega e l’insidia dei “grillini”a sinistra. E lui, l’assessore alle politiche giovanili della sua giunta, che col segretario regionale di Sel, Annalisa Pannarale, lo aggiornano sul voto in Puglia. Nella Canosa del dopo Ventola, si va al ballottaggio. Così a Trani. Fasano anche. “E’ un dato straordinario” dichiara a caldo poco prima di infilarsi in macchina e partire per Roma dove questa mattina ha in programma la direzione nazionale di Sel per commentare l’esito del voto. «Straordinario sottolinea- anche alla luce del fatto che il centrosinistra in una quantità incredibile di luoghi pugliesi, si è comportato con un atteggiamento assolutamente masochistico. Siamo andati divisi, separati. frammentati, esibendo un livello di litigiosità inaccettabile’. Vedi Brindisi dove il consigliere regionale di maggioranza, Giuseppe Brigante (Puglia per Vendola) ha corso in proprio contro il candidato della coalizione, Mimmo Consales. Oppure realtà come Bitonto dove il centrosinistra s’è preso il lusso di farsi, fra due settimane, il ballottaggio in casa come fossero le primarie che non si sono fatte: «L’elettorato pugliese- osserva Vendola-ci dà una forza straordinaria che oggi deve diventare un motivo di responsabilizzazione maggiore. L’idea che si possa vivere permanentemente blindati dentro i giochini di palazzo, mentre urge una domanda di cambiamento e mentre intorno a noi si consolida la realtà della crisi economica e sociale, è inaccettabile».
Alle sette della’sera, i risultati nazionali si sono consolidati,’ «migliorati»rispetto a quelli commentati durante la diretta tv con lo speciale elezioni di Enrico Mentana su La7 che ha allestito uno studio volante nell’ufficio del governatore. Anche il’quadretto con Massimo D’Alema che addita la Puglia di Vendola come la prova vivente di come può governare il centrosinistra, sembra ridare colore alla foto di Vasto che sembrava ingiallita. C’è sempre la diversità di giudizio sul governo Monti che Vendola provvede subito a ristabilire anche per arginare la breccia dei grillini che in Puglia non sembra abbia graffiato come altrove. Certo ci sono situazioni, anche affettive, che è meglio non citare subito,quasi come un esorcismo. Ed è Lecce dove contro la corazzata del centrodestra, la coalizione aveva puntato sulla sua vice, Loredana Capone.
Ma il capoluogo salentino. si è rivelato ostico ma che non rende meno amaro il crollo del Pdl su scala nazionale. Per quello pugliese bisognerà aspettare il ballottaggio. Quando ormai è certo
che Paolo Perrone rimarrà sindaco di Lecce, Vendola chiama Loredana Capone. Poche parole per
incoraggiarla. Un’ altra spina e la sua città’. «E Terlizzi? Che succede a Terlizzi? Se nessuno ‘mi manda un sms, già immagino cosa possa essere accaduto», rivela a Fratoianni che annuisce. Terlizzi non .è mai stata una roccaforte. Anzi: la parentesi del centrosinistra,aperta anche grazie a Vendola, sulle ceneri dell’ospedale che nemmeno sette anni di governo di centrosinistra sono riusciti a riaprire, forse si è chiusa. Ieri mattina, il governatore aveva fatto diligentemente il suo dovere di elettore, facendosi accompagnare dal candidato del centrosinistra Michele Berardi. «Forse si va al ballottaggio», osserva il governatore mentre gli arriva un sms di suoi a Terlizzi dove riconosce agli avversari che hanno comiziato in piazza, da Fitto a Gasparri, il bon ton che ha tenuto lontane le polemiche. C’è anche la parabola di un centrosinistra che si spacca e che lascia che un pezzo di posti a destra, com’è accaduto a Terlizzi, è anche il paradigma dei rischio che  dice il governatore – la coalizione ha corso. «Questo risultato straordinario – insiste Vendola – non è una delega in bianco. I pugliesi – insiste- ancora si fidano di noi e soprattutto in alcune realtà viene punito il malgoverno, sempre viene punita la rissosità della coalizione ma in molte realtà viene punito il malgoverno».
Dalle urne i pugliesi, insomma, non sembrano abbiano voluto punire il governo regionale. Davanti a questa analisi, Vendola avverte:’ «Dobbiamo compiere un grande  rilancio. Non immaginandolo come il gioco delle belle statuine, di come le sposti nel teatrino ma immaginando un grande rilancio dell’iniziativa politico-culturale del centrosinistra e della capacità del governo regionale di fare e di comunicare quello che fa. Bisogna rendere chiaro e più forte il profilo programmatico di solidarietà della nostra coalizione».