La parità di genere è importante quanto la maturità elettorale

La parità di genere è importante quanto la maturità elettorale


di Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
 
L’Italia resta fanalino di coda in Europa per quel che riguarda le ‘pari opportunità’. Accade nel mondo del lavoro soprattutto per mansioni dirigenziali ed in politica, dove le donne fanno fatica ad affermarsi.
Se prendiamo la lente di ingrandimento e la puntiamo sulla Regione Puglia vediamo che su 70 le elette sono appena 3. E’ inammissibile che nel 2012 i numeri siano questi.
Non serve polemizzare, né alzare la bandiera per aggiudicarsi lo scettro della contesa. Bisogna scrollarsi di dosso vecchie logiche e capire cosa non funziona.
Gli elettori, attraverso il voto, hanno il potere di mandare al governo persone capaci e responsabili, siano esse uomini o donne. A giudicare dai dati, la valutazione che possiamo fare è tutt’altro che logica. Le donne faticano a farsi eleggere, ma gli elettori accordano il loro consenso a uomini che nel tempo si dimostrano eticamente discutibili e poco affidabili.Serve, quindi, una legge che favorisca la presenza delle donne nelle liste elettorali, ma serve anche maggiore maturità da parte dell’elettore…


di Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
 
L’Italia resta fanalino di coda in Europa per quel che riguarda le ‘pari opportunità’. Accade nel mondo del lavoro soprattutto per mansioni dirigenziali ed in politica, dove le donne fanno fatica ad affermarsi.
Se prendiamo la lente di ingrandimento e la puntiamo sulla Regione Puglia vediamo che su 70 le elette sono appena 3. E’ inammissibile che nel 2012 i numeri siano questi.
Non serve polemizzare, né alzare la bandiera per aggiudicarsi lo scettro della contesa. Bisogna scrollarsi di dosso vecchie logiche e capire cosa non funziona.
Gli elettori, attraverso il voto, hanno il potere di mandare al governo persone capaci e responsabili, siano esse uomini o donne. A giudicare dai dati, la valutazione che possiamo fare è tutt’altro che logica. Le donne faticano a farsi eleggere, ma gli elettori accordano il loro consenso a uomini che nel tempo si dimostrano eticamente discutibili e poco affidabili.
Serve, quindi, una legge che favorisca la presenza delle donne nelle liste elettorali, ma serve anche maggiore maturità da parte dell’elettore.
La raccolta di firme sulla legge di iniziativa popolare, con liste al 50% con doppia preferenza uomo-donna (facoltativo indicare due nomi, ma se lo si vuol fare devono essere di sesso diverso), aiuta ma non risolve, favorisce ma non garantisce.
Viene data all’elettore la possibilità di esprimere la doppia preferenza: ‘uomo-donna’, ma è facoltativa. Sicché se non si matura un voto consapevole, si torna al punto di partenza e l’elettore può votare anche solo l’uomo.
Ebbene, se così fosse cosa avremmo risolto? Poco o nulla.
Favorire l’inserimento delle donne in lista con la doppia preferenza è una legge scorciatoia, che non garantisce le donne, né assicura il buon governo.
Non è un obbligo dare la doppia preferenza, è un’opportunità e se non viene colta con consapevolezza e maturità politica, non porta a grande risultato.
Ho sempre affermato che ‘l’altra metà del cielo non può stare a guardare’. Sono un fervido sostenitore della capacità politica ed imprenditoriale delle donne. Ma come in tutti i settori non è possibile generalizzare. Donne brave ce ne sono molte. Deve essere garantito loro l’accesso alle professioni, ai ruoli dirigenziali, ai ruoli politici, ma non perché sono donne, perché sono brave.
La storia della politica italiana annovera nomi femminili importanti come quello di Nilde Iotti o Tina Anselmi. Con la serietà del loro lavoro, l’intuizione e la lungimiranza del proprio pensiero sono state elette, hanno ricoperto ruoli importantissimi nelle Istituzioni ed hanno lungamente operato per il bene dell’Italia.
Sono a favore della doppia preferenza nella legge elettorale di Puglia, ma sento il bisogno di evidenziare che la ‘parità di genere’ non è garanzia di ‘pari opportunità’, né di buona politica.
E’ necessario che i partiti si riapproprino del ruolo che gli spetta, operando attivamente nel territorio, formando uomini e donne del domani.
E’ necessario che gli elettori riflettano sull’importanza del voto ed eleggano persone di valore, siano esse uomini o donne.
Mi piace concludere questa riflessione con una frase di George Orwell: I pensatori della politica si dividono generalmente in due categorie: gli utopisti con la testa fra le nuvole e i realisti con i piedi nel fango.
Io cerco di rimanere con i piedi per terra.