LA NUOVA CITTA’- Terlizzi nuovamente alle urne, è ballottaggio

LA NUOVA CITTA’- Terlizzi nuovamente alle urne, è ballottaggio

Terlizzi nuovamente alle urne, è ballottaggio
Primo turno, voto disgiunto: positivo per Vitagliano e negativo per Berardi e Gemmato
di Felice Giangaspero
 
Non è bastato un turno ai contendenti alla poltrona di sindaco per vedere definite le posizioni d’arrivo dopo il responso popolare.
Era nell’aria, infatti, che un turno sarebbe bastato. E sarebbe bastato al candidato Ninni Gemmato se non tosse stato che la sua coalizione gli avesse usurpato (si fa per dire) l’esito della metà + 1. Gemmato si è fermato, infatti, al 46,72%. Ma la spiegazione vera è che il suo maggior concorrente per la vittoria finale, Michele Berardi, dato in un primo momento come “non pericoloso” ha saputo recuperare delle posizioni, tanto che gli ha strappato il ballottaggio. Invero la differenza tra i due è notevole, perche Berardi si è fermato al 28,21%, ma anche lui soffrendo il voto disgiunto perché la sua coalizione lo ha superato parecchio con il 34,64°Jo dei consensi. Preliminarmente non si dava nessuna possibilità agli altri due concorrenti Pasquale Vitagliano – e Michele Dantes. La previsione, per quest’ultimo, è risultata esatta perché ha raggiunto il 2,55%, con un guadagno di voto disgiunto di circa l’i % rispetto alla sua unica lista Terlizzi libera, non acquisendo il quorum sufficiente per entrare in Consiglio comunale. Pasquale Vitagliano, invece, si attestava al 2250°JD, superando le sue liste di circa il 10 % e risultando il vero outsider della situazione, capace di compromettere la posizione di Berardi. Dunque il primo turno ha riservato la sorpresa del voto disgiunto al quale gli eletto risono ricorsi in modo massiccio, tanto da far temere l’anatra zoppa; un voto disgiunto (negativo) per Gemmato e Berardi di notevole entità. Il dato che riguarda Pasquale Vitagliano attesta una formidabile forza elettorale personale, seppur non scevra da condizioni ambientali particolari, e che pone Vitagliano stesso a protagonista assoluto del ballottaggio. Infatti, in questa fase, se avesse ceduto ad un opportuno apparentamento, avrebbe valorizzato molto il proprio risultato. Ma così non è. Il suo guadagno in termini di potere effettivo si sarebbe moltiplicato in caso di vittoria, in termini politici si sarebbe maggiormente qualificato, ora deve accontentarsi di fare il consigliere comunale. Naturalmente parliamo di un apparentamento con il contendente Michele Berardi, al quale per vincere manca una barca di voti e il cospicuo bottino di Vi- tagliano avrebbe potuto fare comodo. Invero va considerato che in seconda battuta si parte praticamente alla pari, insomma può succedere tutto. Come? Ebbene, c’è sempre da mettere in conto l’imponderabile, c’è da mettere in conto la situazione energetica della vis pugnandi della coalizione di Gemmato: non ci sono più 141 candidati che corrono anche per sè stessi. C’è da mettere in conto la rinnovata speranza dei sostenitori di Berardi che potrebbero, per contro, proprio in vista di una insperata vittoria, serrare le fila e finalmente andare compatti e con le idee più chiare al voto. Perché, a questo proposito c’è da dire che qualche cosa non ha proprio funzionato bene nella coalizione di centrosinistra. L’assenza del Nichi nazionale grida ancora vendetta. E infatti al secondo turno potrebbe riapparire.
Qualche parola si merita la posizione dell’onorevole paesano che in questa campagna elettorale ha brillato per assenza.
All’onorevole è capitato un accidente familiare. Il suo unico e verecondo fratello, dopo essersi reso protagonista della caduta anticipata della Giunta di Tria, che ha prodotto questa esigenza elettorale, ha posto in campo una sua lista (Terlizzi si fa in quattro, forse dal numero dei consiglieri comunali di maggioranza che riuscì a convincere per l’operazione?), con la quale si è unito alla coalizione di centrodestra, in ragione di una sorta di resa dei conti con il suo vecchio partito (il Pd, dal quale è stato espulso a suo tempo insieme ai colleghi cospiratori) e con l’intento di prendersi una sonora rivincita. L’operazione gli è riuscita a metà, ma questo è il meno, perché ha messo nell’imbarazzo l’onorevole al quale è venuta meno la faccia per fare campagna elettorale. Quando si dice parenti coltelli.
Il primo turno comunque ha stabilito la composizione del Consiglio comunale, salvo ribaltoni e accorpamenti (i nomi a pag.5, ndr).
Di certo c’è che una vittoria di uno dei due contendenti creerà comunque una maggioranza a 10 più il sindaco eletto.
Concludiamo evidenziando che questa competizione elettorale cade proprio nella ricorrenza annuale dell’assassinio di Aldo Moro. Non sembri questo argomento fuori luogo, perché quando si parla di politica, Moro ci entrerà sempre. Non a caso, insieme ad altri pochi, anzi pochissimi, egli può considerarsi ancora oggi un maestro della politica italiana repubblicana. Un maestro che forse proprio per questo pagò con la vita il primato rispetto ai colleghi suoi contemporanei e attuali.
Egli morì gridando, con tutte le sue forze, che una politica che non tenga conto dell’uomo ma che privilegi la salvaguardia delle carriere politiche rende queste ultime grigie e pericolose per il paese. Se qualcuno ci vuole meditare sopra…