LA NUOVA CITTA’ – Gli sberleffi di Dario

LA NUOVA CITTA’ – Gli sberleffi di Dario

Gli sberleffì di Dario
 
Il governatore Vendola e l’onorevole Grassi, entrambi, se pure non comparendo (tranne un tardivo ripensamento di Nichi), sono stati lo stesso grandi protagonisti di questa cruenta campagna elettorale. Con la loro proverbiale discrezione e pudicizia politica, intese da taluni maliziosi come meditato astensionismo, si sono meritati quanto meno il grazie… di chi ha vinto.
Tutti gli argomenti della campagna elettorale sono stati trattati in modo compiuto e approfondito, nessuno è rimasto, come dire?, appeso, tranne uno che guarda caso riguardava un candelabro. Sono gli scherzi della dialettica.
Di tanto in tanto, in campagna elettorale, i candidati si sono graziosamente rivolti domande allusive, tipo: che mestiere fai?, perché non ti sei sposato?, ecc. È mancato forse l’interrogativo che più avrebbe potuto interessare l’opinione pubblica e cioè: perché ti sei candidato?
Di tutti i partiti che se le sono date di santa ragione uno ha fatto finta di esserci e cioè l’Italia dei valori. Con sorprendente abilità, che meriterebbe approfondita analisi scientifica, sino alla fine non è riuscito a decidere da quale parte sta in maggioranza oggi siedono due consiglieri comunali che l’altra volta brillarono per vivacità polemica. Si tratta di due buontemponi, abili negli scherzi con cui sicuramente anche questa volta cercheranno di tenere allegra la compagnia, salvo che non si ricordino di essere in maggioranza.
A proposito di buontemponi uno di prima classe può definirsi il commissario prefettizio uscente: s’è dimenticato di approvare il bilancio, predisposto già a suo tempo dall’amministrazione in carica. Si dice che da parte sua sia stato un gesto di rispetto nei confronti dal nuovo consiglio comunale. Si dà il caso che ora le parti politiche sono invertite in consiglio comunale e, come si può ben notare, qualcuno comincerà il proprio mandato con un atto di ipocrisia. Ouanto meno, però, questa volta vi sarà costretto dalle circostanze.
In consiglio comunale siederanno sedici membri. Una nuova legge li ha ridotti a tanto da venti. Ebbene, tra di loro ci sarà soltanto una donna. Da sempre, l’avvenenza e la grazia della donna costituiscono per l’intera umanità ragione di lotte e persino di guerre. Come dimenticare a tal proposito le vicende della guerra troiana? E ancor prima, come dimenticarsi di Eva e della sua mela? Il mito e la Bibbia sono maestre di vita. Se ne saranno, evidentemente, ricordati gli elettori, magari tutti quelli maschi e sposati che, pur avendo a disposizione una intera lista di donne, le hanno tutte fatte fuori spinti da un afflato di misogenia ancestrale.
E bene augurare comunque buon lavoro all’unica donna presente in consiglio, non fosse altro perche’” non è sposata”.
Dopo gli eletti ci soni i primi dei non eletti. Si tratta di una categoria di politici che godono di una particolare franchigia per accaparrarsi posti di governo o quant’altro. Come dire che talvolta conviene più il premio di consolazione che vincere la posta in gioco.
Il rappresentante di lista. Di chi si tratta? Il rappresentante di lista è una figura prevista dalla legge a tutela di chi si candida, perciò gli è consentito accedere al seggio elettorale, di stanziarvi e addirittura di intervenire con osservazioni, se pur non vincolanti ai fini decisionali, durante le operazioni di voto e di scrutinio. Una specie di guardaspalle che avrebbe più credibilità se il rappresentato, per mal vezzo diffuso, non lo gratificasse con una sorta di rimborso spese. Una abitudine che produce indirettamente sperpero di denaro pubblico, perché a costoro è assicurata la giustificazione per l’assenza dal posto di lavoro nei giorni del voto, giorni durante i quali corre comunque la paga e la previdenza sociale a carico della collettività.
La magagna maggiore non è questa, perché molto spesso si tratta di giovani studenti e disoccupati che brigano comprensibilmente per la gratifica loro promessa, ma quella di diventare l’anello di una filiera per un voto di scambio mascherato protetto dalla legge, una riserva di consenso tanto più grande quanto più capitale vi si può impiegare. Con buona pace di tutti i principi di democrazia e di lealtà.
Questo non è proprio uno sberleffo, spero proprio che somigli piuttosto ad un upperkut in grado di mandare ko la degenerazione che del “rappresentante di lista” si fa ogni volta che si vota.
Di certo c’è da sperare che la nuova squadra di governo si faccia notare per la sua complessiva competenza tecnica. Non c’è, invece, da preoccuparsi per la competenza politica. A questa ci sta pensando il sindaco.
Eppure già c’è chi si è scatenato facendo circolare voci maliziose che in questo frangente vogliono il sindaco impegnato più che a pensare ad applicare suggerimenti che in altri tempi si chiamavano “manuale Cencelli”, una specie di catalogo della spartizione del potere avente come principio discriminante l’appartenenza che, come è noto, non sempre coincide con la competenza.