LA NUOVA CITTA’ – Dagli anni ‘80 la stessa lobby decide le sorti politiche della città

LA NUOVA CITTA’ – Dagli anni ‘80 la stessa lobby decide le sorti politiche della città

Dagli anni ‘80 la stessa lobby decide le sorti politiche della città
I consiglieri Paolo Ceci e Michele Grassi ritornano o Canossa
 
di Pasquale Vitagliano
 
I consiglieri Paolo Ceci e Michele Grassi ritornano a Canossa
 
 
Nave senza nocchiero
 
Comanda ancora il sindaco. Dopo la bile spallata (la seconda dopo la presentazione della nozione di sfiducia in dicembre), non è arrivata la caduta che lotti ormai si aspettavano, con speranza, op, pure con timore. E comanda per davvero, anche se ornai il termine comandare non si usa più nemmeno nelle caserme- Lo si è visto quando è bastato un suo semplice No (poi ovviamente smentito), per indurre ornino della radio a ritirarsi dall’impegno preso di mandare in onda la cronaca radiofonica del consiglio comunale di domenica 3 luglio. li sindaco ha inciso, dunque, anche sui lavori dal consiglio, benché non gli compete per legge. Malgrado tanto di autorizzazione del presidente dei consiglio. Terlizzi, invece, resta ancora senza nocchiero, Si, perché comandare non è sinonimo di governare, e nemmeno di guidare.
 
 
Tanto rumore per nulla
 
Il quadro politico della città si è cosi ristabilito. Al momento non esistono terze vie, Ognuno al proprio posto di partenza. I consiglieri Paolo Ceci e Michele Grassi ritornano a Caaossa, dentro il partito nel quale erano stati eletti.
Nella città dl Nichi Vendola e Gero Grassi il sindaco non può cadere a causa di una rottura interna al principale partito. Niente di nuovo, dunque, e niente di strano, Se Terlizzi fosse una città normale. Ma non lo è, Infatti, Ceci e Grassi dichiararono il loro dissidio già dalla seduta di insediamento del consiglio nel luglio del 2008.11 primo, in tutti questi anni ha fatto parte del gruppo misto e del secondo non si è ancora capito se taccia parte o meno del Pd. Una frattura che sembrava insanabile, resa pubblica con toni e argomenti al limite dell’ingiuria, si ricuce in 48 ore, tra una seduta in cui un provvedimento fondamentale per il bilancio viene bocciato con il voto di questi due consiglieri, e il suo aggiornamento domenicale, in cui gli stessi consiglieri, con un’incredibile piroetta, votano a favore del bilancio,
Qualcuno dovrà raccontare un giorno cosa è accaduto di tanto convincente in quelle frenetiche ore.
Come dovranno dirci un giorno i consiglieri Michele Grassi e Franco Amendolagine se le condizioni di legalità si sono ristabilite, finalmente,
Loro che di questa questione erano diventati strenui paladini, il primo con una lilla e spesso condivisibile corrispondenza con la Prefettura, l’altro rifiutando si persino di tare parte delle commissioni consiliari, perché illegittimamente costituite.
 
Il partito del crocicchio
 
La mossa a sorpresa di Ceci e Grassi possiede almeno un merito. Aver evitato altri più mostruosi inciuci. Anzi di averli smascherati. Infatti, la maggioranza, anzi il numero di consiglieri che appoggiano la giunta di Tria (una maggioranza politica non esiste più), non solo è ritornato a 12 (su 20), ma si è anche nei falli esteso, con le astensioni sul bilancio di Amendolagine e l’assenza’ di Michelangelo De Chirico. Se la posizione di quest’ultimo non è stata chiarita definitivamente, percorrendo un proprio cammino personale da lui stesso definito di “opposizione costruttiva”, quella di Amendolagine è stata “oggettivamente” il prodotto dell’agitazione politica dell’Udc, partito che al momento non ha consiglieri in comune, come tiene sempre a sottolineare, Ma giustificare questo allargamento come conseguenza del fallito tentativo di raccogliere la firme di dimissioni dei consiglieri, cosi da determinare lo scioglimento del consiglio. è veramente bislacco. Frutto più di fumose chiacchierate in piazza che lucida elaborazione politica.
 
“Un sindaco fuori dal comune”
 
Gianni Ciardo ha ripetuto più volte questa battuta la sera di domenica 3 luglio nel corso della bella manifestazione il Garofano d’oro, riferendosi alla mancata caduta di di Tria. Questa sì è una lucida sintesi di quello che è accaduto a dimostrazione che i comici hanno più intuizione di tanti improvvisati scienziati della politica. L’intelligenza” che ha permesso di superare la crisi e di salvare il sindaco è fuori dal comune, cioè all’esterno del Palazzo, Il vincitore di questa partita è la lobby che dagli anni ‘80 decide le sorti politiche della città, Democristiani, non alla De Gasperi, ma alla Cirino Pomicino, dorotei (nei tatti), consociativi e trasversali. Altro che Pisapia o De Magistris, I suoi rappresentanti al governo, sono Felice De Sa- rio in giunta, e Pasquale Adamo, in consiglio. E adesso con un torte addentellato tra i banchi dell’opposizione, con Franco Amendolagine. Lo stesso fronte che anni ta prima ha fatto vincere il sindaco Alberto Amendolagine (De Sano e Adamo) e poi ne ha determinato la fine, Il cardine di questo gruppo politico è un vecchio se:
gretario della Dc, molto combattuto negli anni ‘80, da quelli che sono i suoi attuali compagni di coalizione, l’insegnante Giuseppe De Chirico,
Da cultore di storia americana non attribuisco in automatico alcuna valenza negativa alla parola lobbies, che negli Usa sono riconosciute e disciplinate, Fotografo la realtà. E questa è la realtà del centrosinistra terlizzese e della politica terlizzese, A giudicare siano i lettori (e gli elettori).
 
No Tav, No Parco
 
Non si possono realizzare opere pubbliche passando sopra la testa dei cittadini”. Parola di Nichi Vendola, Ma vale solo per la Tav in Val di Susa. Per Terlizzi, nella sua Terlizzi, non vale, il Parco comunale può essere compromesso. Opere pubbliche come il sovrappasso e il sottopasso, che modificano radicalmente il profilo del nostro territorio sono passate sulle spalle di migliaia di cittadini che hanno firmato, anziché lanciare pietre, varie petizioni popolari che chiedevano di rivedere questi progetti, proposte prima dal movimento La Ginestra di Vito Bonaduce, poi da Legambiente e Pdl. Niente, Carta straccia, Solo inutile e malsane polemiche. Questa è la condanna di noi terlizzesi: subire questa doppia morale. Quello che vale per l’Italia, a Terlizzi invece può essere calpestato, Anche il Piano di rigenerazione della zona dell’ex Magistrale malgrado il giuro di società del Aoiab, contraddire ogni originaria visione di opera pubblica. Viene stravolta un’intera
Il ragionamento tecnico dell’ing. Circella nel corso di un convegno organizzato a Legambiente nel mese di giugno non fa una grinza. La realizzazione di due renda a piccola distanza l’uno dall’altro crea un evidente palo di attrazione di maggiore traffico veicolare in una zona a vocazione residenziale e pedonale. Questa obiezione è più pesante di quella, pur importante, della “rottura’ del Parco. E dunque ha rilanciato la proposta più ovvia: il sottopasso può essere realizzato laddove esiste già un percorso stradale, cioè lungo viale del Lilium. “Si potrebbe fare”, ha – accennato l’ingegnere della Ferrotramviaria presente, Non se ne parla nemmeno. Di Tria e Gianferrini sono inamovibili. Al limite, si arretra il rondò. Ma, come si è detto, resta il problema del traffico.
 
Scripta volant
 
Questi duri (politicamente) giudizi sull’operato dell’amministrazione li ho spesso condivisi con Franco Amendolagine, di cui in passato ho apprezzato, anche pubblicamente, le doti, Anzi, almeno nelle forme, siamo stati spesse superati dalla sue posizioni, ad esempio, in occasione della nota vicenda delle cartelle pazze.
Per questa sua fermezza l’opposizione gli ha riconosciuto il ruolo di presidente della commissione di-inchiesta su questo scandalo.
Eppure, adesso, abituate come sono a giudicare sui fatti, senza pregiudizi e recriminazioni, credo come cittadina di aver diritto ad una qualche spiegazione di questo suo appeasement nei confronti di un’amministrazione che egli stesse ha sempre considerato nociva.
Ricordo ancora la trovata di portare in aula il vecchio flit. Gesto che provocò le ire furibonde del consigliere Mimmo Tricarico, normalmente silenzioso. Si trattò allora di un comportamento giudicato grave, ma che provocò anche non poca ilarità tra i presenti
Alla luce dello spettacolo date nell’ultima seduta di consiglio comunale, i cittadini terlizzesi sanno bene contro chi questa volta loro indirizzerebbero il vecchio flit.